Credo che uno dei miei peggiori problemi, anzi il peggiore di tutti, è che non riesco a gestire l’esistenza del male. Il male fatto da persone ad altre persone. Non riesco a gestirlo nella mia testa, non riesco a gestire la violenza e il dolore che ne consegue. Sia quello fisico, che quello psicologico. Non riesco a trovare un senso a tutto questo, e la mia testa non riesce a trovare un posto dove metterlo. Mi invade completamente ogni momento, non è in un posto chiuso e ordinato come tutti gli altri pensieri. L’esistenza delle persone nel mondo, mi sembra malata, sadica, corrotta e masochista. La definizione che meglio rende é quella di pensare all’uomo come al tumore della terra. L’uomo fa cose indicibili. Mi sento mancare la terra sotto i piedi a fronte di cosa l’uomo faccia per puro sadismo, per infliggere dolore e per cattiveria. Anche se non mi è mai successo nulla, mi sento costantemente in pericolo. La mia testa non riesce a concepire certe cose che accadono, o meglio che vengono fatte per mano di esseri umani. Non riesco a collocarle in un posto ordinato. Sono sparse e dirompenti e offuscano la mia visione della realtà ogni singolo giorno. O forse mi fanno solo pensare alla realtà invece che offuscarla. Sono prepotenti, prendono il posto di tutto il resto, dal primo pensiero alla mattina, fino all’ultimo la sera prima di andare a dormire. Ho la fobia di dover affrontare qualcosa di veramente bruttissimo. So che non sarei in grado di sostenerlo. Ho paura di dover affrontare il dolore, mio o di chi amo.
In questo momento della mia vita vedo il mondo come un posto infernale. Anzi no, non il mondo, l’uomo. Regna violenza morte e dolore. Non vedo più il buono. Credo che il male sia molto più radicato del bene. Ho estremamente bisogno di vedere il buono, di vederlo e toccarlo con le mani per sapere che c’è e che esiste. Il male è pesante. Come un macigno sullo stomaco, è soffocante. Annerisce tutti i miei pensieri. Certi giorni meglio, certi giorni peggio. Da codarda vorrei non sapere cosa sia, anche se non l’ho provato seriamente sulla mia pelle. Ma più so di ciò che accade per mano di certi “esseri umani”, più vorrei sapere. Paradossalmente, per me, il bene che mi hanno insegnato, è composto da tanti mattoncini, uno sull’altro, che vanno a comporre come un muro che ho costruito nel tempo. Ma non ero consapevole che questo muro fosse come di protezione dal male. E ogni volta che sento qualcosa di brutto, un mattone cade. Vorrei tornare a quel periodo dove mettevo insieme solo mattoni. Dove non sapevo niente e non vedevo niente che li sgretolasse veramente . Forse si chiama solo crescita e consapevolezza di ciò che mi circonda. Ma non voglio averla, non la voglio proprio. Non riesco a gestire tutto questo.
Mi toglie il respiro. Mi toglie la serenità. Mi toglie quasi la voglia di vivere.
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2 FEB 2023
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Chiara buongiorno,
mi stanno tutti consigliando un libro dal titolo "Mi dicevano che ero troppo sensibile" di Chiara Bosco. Non l'ho ancora letto ma magari intanto può leggerlo lei.
È difficile non condividere il suo punto di vista perché il dolore che attanaglia gli umani e la loro agghiacciante abilità nell'auto distruggersi è insopportabile. Le offro quel poco che ho, una zattera costruita alla meglio per attraversare un oceano tempestoso come il "male".
Innanzitutto io penso che una persona sana si senta come lei, e non debba sottostare alla regola del più scaltro o del più immorale per sentirsi intelligente. In sostanza condivido l'idea espressa nel "La banalità del male" da Hannah Arendt che sostiene che il male è un incidente portato avanti da coloro che non sono in grado di diventare liberi pensatori, rimanendo schiavi di una massa informe di gente che ha capito tutto per incapacità di prendere in mano le redini della propria esistenza. Condivido con questa grande donna l'idea che l'animo umano di per sé sia buono, ma per esprimersi veramente abbia bisogno del coraggio della propria vulnerabilità e paura e i nostri ingranaggi sociali schifano manifestazioni di questo tipo. Consideri Chiara che di fronte non ha umani cattivi, ma umani ignoranti e terrorizzati. Umani col cuore a pezzi. E poi consideri il problema del libero arbitrio, che è l'unica delle nostre libertà, contro la quale nemmeno Dio stesso può intervenire. Il libero arbitrio immerso nel terrore della morte che tutti noi proviamo ci rende pazzi.
Non si snaturi Chiara. Rimanga stupefatta e addolorata nei confronti della capacità umana di fare e farsi male. Continui a considerarlo incomprensibile. È la strada giusta.
La abbraccio.
30 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Chiara,
sei indubbiamente una persona molto sensibile. Stai attenta però a lasciarti paralizzare dalla paura del male perchè in questo modo non potrai mai dare un contributo all'edificazione del bene che puoi invece fare. Impegnati in qualche attività di sostegno agli altri e allora vedrai fiorire intorno a te il bene. Considera poi che il bene si moltiplica, anzi l'unica cosa che donandola si moltiplica è proprio il gesto d'amore fatto a tutti, magari proprio anche a coloro ai quali non avresti mai pensato di sorridere.
Coraggio, perchè nel mondo c'è anche tanto bene, devi solo accorgertene.
Fammi sapere le tue riflessioni su ciò che ti ho detto.
Colgo l'occasione per augurarti un 2023 pieno di amore.
Dott.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova
30 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buon pomeriggio
Il male esiste.come il bene fa parte dell'essere umano.
Quando diventiamo adulti e utile gestire anche le cose brutte.
Le consiglio un percorso di psicoterapia per analizzare , le sue tematiche
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
30 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Chiara cara,
Da come scrivi noto la tua profonda sensibilità e capacita' riflessiva, che ti fanno attualmente osservare il mondo in modo diverso dal passato. Sembra che ora "tu veda" degli aspetti che ignoravi od evitavi. Sembra anche che la tua macchina fotografica interiore sia ora orientata in un solo unico modo. Ma vi sono altri panorami.
Nell'incontro con un@ professionist@ potresti esplorare ed approffondire questo tuo mondo interiore, per acquisire nuovi sguardi verso l'esterno.
Un abbraccio
Dr.ssa Ornella Peloso-Psicologa Pedavena (Belluno)
28 GEN 2023
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Buongiorno ,
e la ringrazio per la precisione con cui ha scritto qui.
Alla fine lei dice che forse è una fase di crescita e di consapevolezza , e credo che questo sia molto importante da tenere a mente.
Come tante cose nel mondo esterno , l'esistenza del male ci interroga e si rispecchia nel nostro mondo interno.
Se ascolta la musica , le consiglio una canzone del grande poeta e cantautore Fabrizio De Andrè , cioè "Un blasfemo" , che trova facilmente su internet.
Il bene lo può sentire ancora dentro se stessa , e forse può intraprendere un percorso utile a capire che cosa la spaventa, e come
riuscire a guardare la' fuori , pur sapendo che ci sono uomini che compiono azioni bruttissime.
Può chiedere qui , e scegliere un supporto on line oppure dal vivo.
28 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Chiara,
è importante non dimenticare che, come ha detto anche lei, le hanno insegnato il bene, che lei immagina composto da tanti mattoncini, uno sull’altro, che vanno a comporre un muro, oltre il quale c'è il dolore. Il dolore può far vacillare il concetto di bene, che, come un fragile mattoncino può cadere al suolo, ma un mattoncino che cade non disintegra l'intero muro e soprattutto non può non essere sostituito con un nuovo mattoncino di rinforzo.
Per sopravvivenza tutti gli esseri umani evitano i dolori che gli possono essere inferti. Qualche volta lo possiamo evitare, ma non lo possiamo negare. Il dolore richiede attenzione, deve essere riconosciuto e accettato prima di poter andare avanti. Gli antichi Greci dicevano: "Pàthei màthos", ovvero "Imparare attraverso il dolore", perchè fondamentalmente approcciare al dolore con un atteggiamento di apprendimento, può aiutare a portare alla luce il valore dell’esperienza e può far emergere nuove risorse, che nemmeno si pensava di possedere per fronteggiare il dolore della vita.
Le consiglio di andare, eventualmente anche con il supporto di un professionista, in esplorazione della paura del dolore, in primis, immaginando cos'è il dolore, per capire se, effettivamente, oltre quel muro si cela un nemico così potente da far tremare i solidi mattoni che lei ha costruito con zelo nel tempo.
Spero di esserle stata utile e resto a disposizione per un'eventuale consulenza psicologica.
Saluti.
Dott.ssa Deborah De Luca
28 GEN 2023
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Gentile Chiara,
se ho ben compreso da ciò che scrive, ogni momento della sua giornata è invaso da pensieri orribili di futuri disastri, dolori e sofferenze per lei e i suoi cari: d'altronde, come potrebbe essere differente se ogni giorno siamo tempestati di notizie sempre più terribili di ciò che gli uomini fanno ai loro simili?
Tuttavia è diventata ingestibile la mole di pensieri, tanto che il muro di buone azioni nel mondo si sta sgretolando. Come sta cercando di tenere alto il muro? In quale altro modo prova a proteggersi da questi pensieri disastrosi sul futuro e sul male? Insieme a queste risposte, si potrebbero individuare la modalità migliore per ricostruire una nuova protezione, efficace, con l'aiuto di un terapeuta breve strategico. Resto a disposizione per dubbi, domande o curiosità sia in studio che online.
Cordialmente,
Dr.ssa Maria Beatrice Brancati
28 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Chiara, comprendo il suo timore dell'imprevedibilità, del male e del suo modo di agire in ogni sua forma e il suo bisogno di trovargli un posto ordinato che lo accolga, lo contenga dal suo straripamento. Credo che questo posto possa essere quello intimo e protetto di una terapia, dove questa sua paura possa trovare accoglimento e dove la visione del bene possa riemergere a concederle giovamento.
Sono a sua disposizione, qualora lo ritenga opportuno.
La abbraccio Chiara.
Cordialmente.
28 GEN 2023
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Buongiorno, purtroppo lei è vittima di un bias (errore) cognitivo che la porta a dare tutta l'attenzione alle notizie apprese dai media. Ciò è possibile dedurlo a partire dalla sua affermazione secondo la quale nella vita non le è successo nulla di grave. Deve considerare che l'informazione si fonda sul dare notizie di rilevanza e come recita l'antico adagio: "fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce".
Questo non per negare l'esistenza del male, ma per ripristinare la consapevolezza del fatto che i comportamenti sani, non violenti e prosociali esistono e sono diffusi tanto, e forse di più, di quelli che portano sofferenza e dolore.
Purtroppo gli ultimi tre anni sono stati funestati da notizie terribili di morte e violenza. Ciò unito al lockdown e al cambiamento di abitudine che ha portato nelle nostre vite con una minore propensione ad uscire e socializzare e maggior tempo passato in casa fruendo di televisione e social, ha creato una miscela che su molti, come lei, ha un effetto depressogeno.
Non è un caso che abbia scritto la sua richiesta nel Giorno della Memoria. E' probabilmente l'accumulo di post e notizie riguardanti la Shoah che l'ha portata a saturazione e a richiedere aiuto.
Per gestire il suo problema è importante che faccia 2 cose.
La prima è quella di smettere di fare il cosiddetto doomscrolling, ovvero la ricerca o il prestare attenzione a notizie drammatiche. Questa attività è dannosa e peggiora il suo stato d'animo a causa del circolo vizioso per il quale le notizie negative portano umore depresso e l'umore depresso porta a ricercare o prestare attenzione a notizie negative.
La seconda è quella di rivolgersi ad un/una psicoterapeuta per verificare la presenza di uno stato depressivo e se esso ha un nucleo primario (cioè riguardante la sua vita personale e non le notizie del mondo) che necessita un trattamento.
Anche se afferma che nella vita non le è successo nulla di grave, ci possono essere microtraumi e dinamiche relazionali che possono, insieme ad uno stile di vita insoddisfacente e disequilibrato, determinare stati distimici (cioè di depressione cronica più lieve).
Spero di essere stato utile e rimango a disposizione per colloqui in presenza o on-line.
28 GEN 2023
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Cara Chiara, l'uomo è capace di gesti ignobili ma allo stesso tempo di gesti magnifici e puri. Ciò dipende dalle proprie risorse e da quello che si è vissuto. Penso che sia molto importante che tu possa, attraverso uno spazio di riflessione personale dei tuoi vissuti e della tua angoscia, comprendere in quale modo quei mattoncini possano non sgretolarsi, affrontando ciò che può spaventare, sollecitando le tue risorse per sentirti salda e più sicura nella tua e nostra realtà, nonostante le difficoltà e i timori che si possono incontrare.
Se la sofferenza che provi è tanto eccessiva, contatta un professionista psicologo che insieme con te potrà attraversare il campo minato rendendoti consapevole della forza che hai nell'affrontarlo.
Tantissima buona fortuna.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.
28 GEN 2023
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Chiara cara,
le tue parole sono intrise di una consapevolezza esistenziale profonda e pervasiva. Tra le righe della tua riflessione arriva come eco dirompente l'angoscia che ti attanaglia e la lucida chiarezza rispetto a un forte desiderio di serenità. Sento di restituirti quanto per te ora, avere uno spazio intimo e autentico cui esplorare, elaborare, condividere e sviscerare questo dolore ti permetterà di promuovere un processo di crescita virtuoso e arricchente. L'incontro fecondo con una figura terapeutica empatica e consapevole che si sintonizzi sulla frequenza dei tuoi pensieri ti aiuterà a metterti in ascolto di corde interiori ancora inesplorate e risorse che non pensavi di avere.
Io resto quì a te disponibile anche online.
Ti abbraccio fcorte.
Dott.ssa G. Clarissa