Buonasera, mi chiamo Alessandro ed ho quasi 22 anni, oggi ho ripreso a tagliarmi, ossia ho ripreso ad incidere la pelle di braccia e addome con una lametta da barba. Erano mesi che non lo facevo, ma di tanto in tanto mi capitava di ripensare a questo gesto catartico ed oggi ne ho sentito di nuovo la necessità. Però, per quanto credo seriamente che il gesto mi aiuti nell'immediato, sono preoccupato per quello che io possa fare, e delle conseguenze delle mie azioni : ho tuttora cicatrici risalenti ad 1 anno fa circa quando ho messo in atto atteggiamenti autolesionisti (mi tagliavo e di tanto in tanto mi spegnevo le sigarette sul braccio) in un periodo molto difficile durante il quale ho pensato di farla finita. Sono autolesionista da 4 o 5 anni, ma negli ultimi due anni il mio stato mentale penso si sia aggravato, perché crisi del genere (pensieri negativi) si ripresentano sempre più spesso e sta diventando sempre più complesso concentrarsi per lo studio, stare a contatto con la gente, frequentare luoghi affollati, così mi taglio e di tanto in tanto mi eccito pure alla vista dei rigagnoli di sangue. Cosa posso fare ? Premetto che i miei genitori non sanno nulla, ma nascondere le cicatrici (specie d'estate) e raccontare bugie è sempre più complesso. Parlai di questo sfogo con alcuni miei amici, ma minacciarono di dirlo ai miei familiari se avessi ripreso a tagliarmi, e credo che da allora il nostro rapporto (più che decennale) si sia anche incrinato perché ho la sensazione che per loro io sia uno psicopatico. Grazie e scusate del disturbo.
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8 APR 2018
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Gentile Alessandro,
ciò che esprime sul corpo è un grado elevato di sofferenza e dolore, le emozioni inespresse rischiano di risucchiarla in un vortice.
Occorre comprendere questi stati emotivi imparando a gestire le emozioni e volersi bene profondamente.
Una consultazione psicologica sarebbe urgente, provi ad esprimere intanto il bisogno con i propri genitori oppure si attivi in modo autonomo.
Resto a disposizione
Cari saluti
Dott.ssa Donatella Costa
6 APR 2018
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Gentile Alessandro,
la pratica del tagliarsi (cutting) o bruciarsi con le sigarette (burning) è un modo di scaricare rabbia contro se stessi sostituendo il dolore fisico a quello psichico quando è ancora più difficile da sopportare ed avere così la percezione di esistere ed essere vivi.
In tal modo si cerca di dare sfogo a sentimenti di tristezza, solitudine e rabbia.
Occorre allora trovare modi alternativi per riconoscere e gestire le emozioni mettendo parole per raccontare questa sofferenza in un adeguato percorso di psicoterapia che faccia nascere quell'autostima e amor proprio che sono mancanti.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
6 APR 2018
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Gentile Alessandro,
chiaramente le condotte autolesive che mette in atto sono espressione di una sofferenza emotiva che deve trovare accoglienza all'interno di un percorso di psicoterapia.
Sarebbe davvero utile rendere partecipe la sua famiglia del suo disagio, se non se la sente di dire tutto, può semplicemente dire intanto che sente il bisogno di parlare con uno psicologo psicoterapeuta.
O se preferisce, può cercarlo da solo, nel privato o nel contesto del servizio sanitario pubblico, tramite impegnativa del medico di famiglia.
Non aspetti oltre, oggi è un buon giorno per fare una buona scelta e cercare soluzioni nuove al suo malessere perché ci sono.
Cordialmente
Dott.ssa Barbara Trevisan
Psicologa Psicoterapeuta