Buonasera, avevo bisogno di un consulto su un problema che ultimamente mi affligge. Ho 20 anni e da quando sono sviluppata ho sempre avuto problemi con il mio corpo e con il cibo. Ho attraversato un periodo in cui sono stata leggermente in sovrappeso, adesso sono normale ma comunque non riesco a togliermi dalla testa che devo perdere ancora peso. Non riesco a guardarmi allo specchio senza provare un immenso disgusto per me stessa e questo influisce anche nei miei rapporti con gli altri. Non faccio altro che commentare la mia forma fisica, denigrarmi e capisco che la gente attorno a me si sente a disagio quando lo faccio. Ultimamente poi sto attraversando dei periodi di inappetenza assoluta. Posso stare anche due giorni senza toccare cibo, anche se i morsi della fame mi divorano perchè se mangio mi sento in colpa. So che è sbagliato e che facendo così non perdo peso ma non riesco proprio a liberarmi di questi pensieri.
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3 NOV 2015
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Gentile Vale,
non è che è sbagliato non mangiare anche per due giorni consecutivi perchè cosi non perde peso, è sbagliato perchè cosi lei si fa molto del male rischiando seri problemi fisici! Ma probabilmente se lei si esprime in questo modo significa che il dolore interiore, che la porta a focalizzare sul peso corporeo, è ingestibile. Il suggerimento è di prendere al più presto contatto con il centro per i disturbi alimentari più vicino a casa sua. Lì sarà seguita da un equipe interdisciplinare che l'aiuterà a guarire e a imparare a modulare il dolore interiore. Mi domando se in famiglia si stanno rendendo conto di quello che sta passando, credo che sia vitale comunicare alla sua famiglia la sua sofferenza in quanto ha bisogno di sostegno e amore.
Si faccia forza e chieda aiuto
Saluti affettuosi
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma
6 DIC 2015
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Gentile Vale,
è un fatto positivo la tua consapevolezza di avere un disturbo del comportamento alimentare che potrebbe però precipitare nella patologia anoressica conclamata.
Il cuore del problema sta nel disprezzo e disgusto che dici di provare per te stessa probabilmente non solo riguardo al corpo ma anche riguardo al tuo modo di essere, alle tue fragilità vere o presunte e al basso livello di autostima che cerchi di far crescere dimostrando di riuscire a controllare anche la pulsione primordiale della fame.
La tua, infatti, non è inappetenza perchè, come ben dici tu senti i morsi della fame ma ti imponi di non mangiare perchè in tal caso ti sentiresti "debole" e quindi in colpa.
Come ha detto il collega Viespoli dovresti diventare amica della ragazza che vedi riflessa nello specchio, anzichè odiarla e disprezzarla.
Il suggerimento è di avvicinarti ai tuoi genitori superando eventuali incomprensioni e farti sostenere per un percorso di psicoterapia preferibilmente sistemico-familiare e seguire contemporaneamente le indicazioni dietetiche di un nutrizionista.
Spero che tu ascolti i nostri consigli perchè puoi farcela.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
12 NOV 2015
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Gentile Vale
le sue parole mi fanno capire quanto il suo rapporto con il corpo e con il cibo per lei contengano vissuti dolorosi. Il corpo è la nostra "pelle psichica" ci protegge dal disagio interiore che proviamo ma allo stesso tempo è l'unico elemento di noi che possiamo controllare. Quando si sta male come lei bisogna cercare di comprendere il significato di questo stato di disagio che è legato alla relazione che si ha con il cibo e con se stessi prima ancora che con il resto del mondo,comunichi se può con la sua famiglia e si rivolga ad un centro per disturbi alimentari dove potranno seguirla su ogni aspetto che questo malessere le provoca, fisico, psicologico e sociale, o se non vuole intraprendere questo percorso, si rivolga ad uno Psicoterapeuta Familiare, in questi casi come il suo la migliore terapia che si possa fare riguarda tutto il sistema ambientale in cui si vive, e comprendere la dinamica delle relazioni familiari è fondamentale.
Non si faccia più del male, si faccia aiutare da professionisti competenti!
Distinti saluti!
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11 NOV 2015
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Cara Vale
è come se il corpo fosse l'ultima spiaggia; l unica cosa che posso dimostrare di poter controllare. Lo controllo non nutrendolo. Sento finalmente concreto quel dolore che forse perché troppo grande ho anestetizzato. Forse da bambina ero più felice, obbediente, responsabile, così come i genitori volevano che fossi. Una specie di specchio dei loro desideri. Rendersi autonoma, essere vista, separarsi, avere fiducia nelle proprie possibilità, provare piacere in un corpo che si trasforma e ci ricorda che il tempo passa inesorabilmente, tutto questo cerchiamo di controllare... Laddove forse solo se obbedienti al controllo di altri eravamo amate.
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11 NOV 2015
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Gentile Vale,
l'inappetenza che sta vivendo rischia di farle molto male. La sua forza e la sua determinatezza nel non mangiare la possono portare in strade tortuose, in schemi difficili da superare. Penso che questo disgusto che sente verso di sé racconti molte altre cose importanti, di cui sarebbe importante riuscire a parlare. Prima di entrare in "vortici" pericolosi la invito a parlarne con uno psicoterapeuta esperto in disturbi alimentari o un centro interdisciplinare nelle sue vicinanze. Anche se immagino sia difficile, provi a parlarne anche con i suoi familiari.
Cari Saluti
Dr.ssa Maria Rita Eramo
Psicologa Psicoterapeuta presso Pordenone e Udine
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11 NOV 2015
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Gent.le Vale,
il consulto che chiede a noi è indice di una certa consapevolezza che nel suo modo di vivere il cibo e il suo corpo c'è qualcosa che non va; di sicuro il periodo adolescenziale rimescola le carte in gioco e può esporre ad un disagio che può prendere varie forme; il mio consiglio è di approfittare della sua consapevolezza a riguardo e chiedere un aiuto psicoterapico prima che alcuni fenomeni possano radicarsi di più; sono convinta che la determinazione che ha avuto per chiedere un consulto sarà sua alleata qualora deciderà di rivolgersi ad uno psicologo per trovare insieme una soluzione al suo disagio.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Carla Pistacchio
10 NOV 2015
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Ciao Vale, posso immaginare le tue difficoltà di fronte allo specchio, ma solo tu conosci quanto severo può essere il tuo giudizio su te stessa. Il giudizio di per se è una delle cose più dolorose che possa affrontare un essere umano, ancor di più quando siamo noi stessi a giudicarci. Quello che ti posso consigliare è di provare a diventare amica della ragazza che vedi allo specchio, accettala per come è, confidati, divertiti con lei, non potrà che sembrarti tutti i giorni più bella!!!
10 NOV 2015
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Buongiorno Vale,
tutto quello che scrivi sono caratteristici indici di un disturbo alimentare che dovresti affrontare e risolvere con l'aiuto di una persona qualificata. Non sottovalutare la gravità di questa situazione perchè si potrebbe innescare un circolo vizioso negativo dal quale è davvero molto difficile uscire. Rivolgerti ad un professionista non vuol dire aumentare di peso, ma ristabilire un corretto e sano rapporto con il cibo e con te stessa.
cordialmente ti saluto
Roberta Conte
10 NOV 2015
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Carissima ,
Non sottovaluti questo segnale del suo corpo e si rivolga a degli specialisti. Immagino che non sia facile chiedere aiuto, o pensare di avere un problema, però è importante che questa problematica sia affrontata "il prima possibile" da professionisti che lavorano in equipe multidisciplinare (il metodo consigliato). Secondo la mia esperienza, prima "accoglie" l'idea di farsi dare una mano, meno tempo ci vorrà per venirne fuori. Per altre informazioni sono a disposizione.
Un caro saluto.
Gianna Di Loreto
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10 NOV 2015
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Cara Valentina,
Capita spesso che in seguito allo sviluppo si faccia fatica ad accettare il nuovo corpo e forme con cui ci si ritrova .. Quello che però emerge dalla tua richiesta è una sofferenza molto più profonda e una potente auto critica che forse non utilizzi solo verso il tuo corpo. Spesso l'eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo come elementi fondanti dell'autostima nascondono problemi più significativi riguardanti l'auto accettazione, difficoltà relazionali e poca autostima. Tu come stai ? Che cosa ti preoccupa ? Perché per te è così importante esprimerti attraverso il tuo corpo ?
Contatta un centro per i disturbi alimentari vicino a casa tua, ti potranno sicuramente aiutare
5 NOV 2015
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Buonasera Vale, il mio consiglio è di rivolgersi ad un centro per il trattamento di disturbi alimentari della sua zona. Perché un centro e non un singolo professionista? Perché il disagio di cui lei parla ha bisogno delle competenze di uno psicoterapeuta, ma anche di un medico nutrizionista e del dietista, quindi è necessaria un'equipe multidisciplinare che possa aiutarla ad affrontare il problema da tutti i punti di vista. La valutazione dello stato di salute è presupposto imprescindibile anche per un buon lavoro psicoterapeutico, le cose devono andare di pari passo. Vorrei anche tranquillizzarla rispetto al fatto che, essendo giovane, se interviene subito, ha buone possibilità di affrontare e risolvere positivamente il problema in tempi ragionevoli.
In alternativa si consulti con il suo medico di fiducia, probabilmente lui conosce i servizi della sua zona e può indirizzarla
Un grosso augurio di buona salute
Lia Cama
Psicologa specializzata in disturbi alimentari
Forlì Cesena
5 NOV 2015
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Gentile Vale,
mi pare che in lei esiste già una forte consapevolezza di ciò che sta vivendo. Questo è già un buon punto di partenza per intraprendere un percorso che la aiuti a riflettere su se stessa e sulla sua situazione.
Ne parli, qualora non l'abbia ancora fatto, in famiglia, poiché ha bisogno, in questo momento, della vicinanza e dell'appoggio dei suoi cari.
Un grandissimo in bocca al lupo.
Dott.ssa Monica Di Giambattista
4 NOV 2015
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Buongiorno Vale,
Innanzitutto non si giudichi, giusto/sbagliato è un termine di valore che ci attribuiamo noi, in molte occasioni, e questo può crearci ulteriori sofferenze inutili. La sua età è estremamente delicata e forse ha bisogno di fare i conti con bisogni emotivi profondi, oltre che con le questioni legate in maniera più evidente al peso ed alla forma corporea. Le suggerisco però di non sottovalutare il potere di questo pensieri disturbanti, perché proprio vista la sua giovane età può fare un ottimo lavoro per stare meglio con se stessa e gli altri e sviluppare un se adulto meno in conflitto con se stessa: ok? Quindi il mio suggerimento è di trovare un/una psicologo & psicoterapeuta esperto in problematiche alimentari & adolescenza, che possa aiutarla a fare un percorso.
E se di sentisse ancora in necessità, chieda pure, che le ripeto, di "sbagliato" in come ci sentiamo non c.'e mai nulla.
Dott.ssa Elena BELLIA
Psicologa & Psicoterapeuta
Provincia di Sv & Genova città
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4 NOV 2015
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Gentile Vale,
Da quello che descrive sembra chiaro un disagio alimentare. Oggi la ricerca psicologica è molto ricca di informazioni ed interventi utili a spiegare e risolvere i disturbi del comportamento alimentare, considerati un disturbo psicologico rilevante. Credo che lei sia stata molto brava a rivolgersi a noi per chiedere un consulto. Questo è sicuramente il primo passo nel comprendere ch qualcosa non sta andando nel verso giusto. Sicuramente Vale lei ha bisogno di essere aiutata e seguita da uno psicologo e psicoterapeuta in modo da comprendere le origini del suo disagio e iniziare cambiare prospettiva. I disagi con il cibo sono la manifestazione diretta e patologica di relazioni disturbate e sofferenti. Pertanto una modalità per iniziare a stare meglio è quella di creare e vivere una relazione sana, costante e prevedibile come può essere quella terapeutica.
Rimango a disposizione se lo desidera.
Dott.ssa Anna Gallucci
3 NOV 2015
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Gentile Vale,
il consiglio è quello di rivolgersi ad uno Psicologo/Psicoterapeuta il quale potrà abilmente scoprire, insieme a lei, da quali altri pensieri provengono queste convinzioni riguardo il suo corpo ed il cibo, ristabilendo un equilibrio consono a riportare una buona qualità della vita. Nell'immediato le posso suggerire di iniziare a scrivere un "diario di bordo". Scriva i pensieri che le vengono in mente quando sente la fame ma si impone di non toccare cibo. Scriva anche che cosa si permette di mangiare quando decide di poterlo fare. Tenga questo diario segnalando che cosa accade nei principali momenti della giornata in cui solitamente e convenzionalmente le persone assumono alimenti.
La sua difficoltà legata al cibo, con l'aiuto di un professionista, diventerà presto soltanto uno sbiadito ricordo.
Con i migliori auguri di una veloce ed efficace risoluzione le porgo i miei cordiali saluti.
Dottor Matteo Marangoni, Psicologo - Psicoterapeuta, Specializzato in Mindfulness- Portogruaro