Mi chiamo Elisabetta, ho solo 20 anni ma ho sofferto davvero tanto e soffro ancora. Non per cotte adolescenziali ma per problemi in famiglia e con chi incontravo nel mio percorso di vita. Ho sofferto sempre di obesità ma da due anni non più perché ho fatto una sleeve gastrectomy per perder peso. Insomma, il mio contesto famigliare era quello per cui non solo ero esclusa a scuola e in giro per il paese ma lo ero anche da chi mi ha messo al mondo. Mi hanno sempre derisa, mai considerata come una figlia, tant'è vero che qualche mese fa mi hanno mandata via di casa. Sono persone che pensano solamente ai soldi, sono avidi e aggressivi. Ho preso molti schiaffi, insomma...ne ho passate tante. Ho subito anche atti di bullismo, o meglio, ho rischiato di essere bruciata viva. E ogni volta che ne parlo a qualcuno sembra non interessare davvero. Mi sento sola, ho bisogno di parlare e di essere aiutata per non far soffrire anche quelli che provano ad avvicinarsi a me. Vedo tutto negativo. Non riesco a fidarmi proprio di nessuno e facendo cosi faccio star male anche il mio fidanzato che mi ha accolto nella sua casa.
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22 AGO 2015
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Gentile Elisabetta,
mi dispiace soprattutto per le sofferenze dovute alle relazioni negative che lei ha avuto nell'ambito della sua famiglia.Come si sa, i genitori nessuno se li può scegliere e non è molto frequente la fortunata circostanza di nascere e crescere in un contesto familiare sano e protettivo e, se non si corre ai ripari, è facile perpetrare la " catena " della trasmissione intergenerazionale del disagio psicologico.
Nonostante ciò mi sembra un pò eccessivo e crudo il giudizio che lei esprime sui suoi genitori mentre non fa cenno alcuno alle ragioni dei conflitti e del loro rifiuto nei suoi confronti.
Forse che la rifiutavano e l'hanno mandata via di casa perchè lei era obesa? Erano solo loro aggressivi? E l'intervento chirurgico che, tra l'altro, non mi pare abbia risolto tutti i suoi problemi, chi glielo ha pagato?
Se può, si faccia aiutare in un percorso di psicoterapia perchè su una cosa le do ragione : comunque sia andata, la rabbia che lei ha dentro e la sfiducia totale verso tutti potrebbero sicuramente mettere a rischio il suo rapporto di coppia vanificando forse l'unica opportunità che finora lei ha avuto per recuperare una vita migliore.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio Campagna (Salerno)
24 AGO 2015
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Cara Elisabetta,
Le sue paure sono la naturale conseguenza della sua delicata storia. Non ho potuto fare a meno di notare che attualmente nella sua vita ci sono dei punti di forza quali il suo fidanzato che l'ha accolta cercando di colmare quei vuoti che la sua famiglia di origine le ha lasciato. Un buon percorso terapeutico potrebbe aiutarla a ripartire da ciò che ha oggi e da ciò che potrebbe conquistare e dunque potrebbe aiutarla ad affrontare in modo efficace le sue paure. La sua storia è davvero singolare, ma da situazioni simili alla sua è possibile,con gli strumenti giusti, scoprirsi forti e decisi.
Buon lavoro.
24 AGO 2015
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Gentile Elisabetta, il suo mi sembra, a prima vista, un disturbo dell'umore e in particolare uno stato depressivo. Certo le sue vicissitudini di vita hanno contribuito, e non poco, a crearlo, lei ha bisogno di lavorare molto sulla sua autostima, perché ha bisogno di sentirsi una persona apprezzata, cosa che fino adesso non sembra sia stata. Però il fatto che abbia un fidanzato che le sta vicino, significa che lei non è sola ad affrontare questo percorso. Ed è una cosa molto importante. Ne parli serenamente con lui, esprima i suoi stati d'animo e sono sicuro che troverete insieme la strada verso una maggiore serenità. Forse un sostegno psicologico le sarebbe utile. L'importante è che non cada nel circolo vizioso di una depressione che non la porterebbe da nessuna parte.
24 AGO 2015
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Salve Elisabetta, ho visto situazioni simili alla sua e posso dirle che una buona esperienza terapeutica può aiutare molto a migliorare le sue relazioni e a recuperare fiducia negli altri. Cerchi nella sua cittá uno/a psicoterapeuta meglio se con orientamento psicoanalitico e inizi un lavoro su di sé. Avrá senz'altro un miglioramento
Cordialmente
Dott.ssa Sabrina Ornito
22 AGO 2015
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Gentile Elisabetta,
sa di avere anche dei diritti nei confronti dei genitori? Diritti e doveri come anche i genitori li hanno nei confronti dei figli, anche maggiorenni, in particolare se non lavorano.
Forse dovrebbe chiedere con più insistenza che vengano rispettati i suoi diritti.
Cordiali saluti
22 AGO 2015
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Salve,sono rimasta davvero colpita da quello che ha scritto e penso che se non decide di iniziare un percorso di sostegno e di psicoterapia le sofferenze che descrive possano riemergere con piú forza; ha sofferto e lottato tanto e per chi come lei é cresciuto in un ambiente dove é stato carente il permesso di esistere e di essere sé stessi é davvero dura vincere le sfide che la vita le pone. Quindi le auguro di iniziare davvero a prendersi cura di lei!
21 AGO 2015
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Cara Elisabetta,
che storia pesante e triste ci racconta. Meriterebbe uno spazio di ascolto più ampio, ha ragione lei, per elaborare quanto è accaduto e riuscire a lasciar andare un pò di dolore.
E' comprensibile che non senta fiducia nei confronti degli altri, ma penso che ne debba offrire almeno un pò al suo ragazzo. Si faccia aiutare da lui e valuti l'opportunità di un percorso psicologico: uno spazio di ascolto e condivisione tutto per sè.
Può rivolgersi ad uno psicologo libero professionista oppure alla asl.
21 AGO 2015
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Gentile Elisabetta, si legge dalle sue parole un dolore intenso e perpetuato nel tempo che gli eventi negativi della sua vita non hanno fatto altro che cronicizzare.
Ma io credo che un importante traguardo l'abbia già raggiunto: un intervento risolutivo per il suo problema di peso. Questo è stato un atto d'amore verso sè stessa, faccia leva sul coraggio che ha dimostrato e vada avanti, con l'aiuto e l'amore del suo fidanzato che le sta accanto e la sostiene.
In bocca al lupo e, se ha bisogno di chiarimenti, non esiti.
Dott.ssa Alessia Sorsi
21 AGO 2015
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Elisabetta
la situazione che lei descrive è davvero penosa e si percepisce da parte sua una sorta di vissuto di impotenza, come se cioè sentisse che nessuno al mondo possa aiutarla a tirarsi fuori dalla sua situazione. Gli elementi negativi nella sua vita sono tanti: un rapporto critico con i suoi familiari, dai quali si sente rifiutata, non riconosciuta; un rapporto storicamente difficile con i coetanei dai quali è stata aggredita in modo brutale (hanno cercato di darle fuoco?)... E chissà forse l'obesità costituiva una sorta di cuscinetto protettivo in cui immergersi e sentire meno il dolore. Ma da quello che lei scrive adesso ci sono, tra i tanti elementi negativi, un paio di elementi che potrebbero darle la spinta per un nuovo inizio: l'intervento chirurgico e l'amore del suo fidanzato. Forse adesso si sente più indifesa, più insicura (mi chiedo quanto sia cambiata la morfologia del suo corpo) e priva di risorse, e vede tutto nero, anche i tentativi di chi è legato a lei e tenta di sostenerla (il suo fidanzato). Non ha specificato quali sono i suoi interessi: ha qualche hobby? studia? lavora? Se riuscisse a canalizzare tutta la rabbia che ha dentro (mi immagino, dev'essere tanta!) in una qualche attività che si colleghi alle sue parti più vive potrebbe secondo me trarne grosse soddisfazioni.
Un caro augurio
Dott.ssa Stefania D'Antuono