Salve vengo da una fase di forte ipocondria complice lo stress, il cambio città (mi sono trasferito in un grande centro) e l'ansia. In questo periodo mi ero convinto di avere delle malattie neurodegenerative come la sla o la sclerosi, e questo mi ha portato a fare diverse visite, complici alcuni sintomucci smentiti appunto da diverse visite. Mi hanno detto di avere disturbo d'ansia con somatizzazione. Appena trasferito ho accusato attacchi di panico e di conseguenza ho iniziato un percorso con uno psicologo. Nel periodo scorso ho avuto diversi sintomi di somatizzazione come vertigini scarsa capacità di concentrazione, cose che piano piano ho superato. Ora però mi trovo in una fase ancora peggiore, ovvero non mi sento più io, è come se mi sentissi a disagio nel vedere in prima persona e nello stare nel mio corpo. Ho paura di non riconoscermi più e di sfociare magari a causa di tutto questo rimuginare in una malattia mentale come la schizofrenia o il bipolarismo. Ho 22 anni
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10 FEB 2020
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Gentile Matteo, mi sento di rassicurarla: è molto difficile che i suoi sintomi possano sfociare nella schizofrenia, il cui esordio è quasi sempre prima dei 22 anni, ed anche rispetto al bipolarismo le considerazioni sono analoghe. Confermo il parere dei Colleghi: trovi un/ a terapeuta rinomata e stimata e si affidi per un periodo, interamente. Un aspetto spesso trascurato è la dieta: un regime troppo ricco di carboidrati può peggiorare enormemente i sintomi, così come la carenza di vitamine. Molte persone sono state meglio con complesso vitaminico B e magnesio ad alte dosi. Lo spazio non mi permette di approfondire. Sono uno psicologo naturopata. Resto a disposizione.
Cordiali saluti
LT
10 FEB 2020
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Gentile Matteo,
a mio avviso il fattore scatenante è il trasferimento con conseguente cambio casa che si connette fortemente al senso di disorientamento e di non riconoscersi più che descrive.
È chiaro che deve approfondire e lavorare su sé stesso per dare un senso a questi segnali di malessere espressi nel corpo. Sta rimettendo in gioco la sua identità in questa fase di vita ed evidentemente ha bisogno di un aiuto per affrontare ciò in modo consapevole.
Dal mio punto di vista le consiglio una Psicoterapia psicoanalitica nella quale può fare un lavoro più profondo e raccoglierne i frutti nel tempo. Resto a disposizione,
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Mavilia
8 FEB 2020
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Caro Matteo, i sintomi che descrive richiedono una presa in carico e un trattamento adeguato: lei è ancora in cura con il precedente psicologo? Ne ha parlato con lui?
Dott.ssa Michela Roselli
8 FEB 2020
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Salve Matteo, il ciclo vizioso della ipocondria è veramente difficile da gestire nella vita quotidiana. Immagino che lei soffra tanto. Pertanto la invito a considerare l'idea di farsi aiutare perché ne esistono tanti di approcci validi, in primis quello cognitivo comportamentale, che potrebbero aiutarla a dare un significato ad alcuni dei suoi pensieri o paure e gestire al meglio i sintomi.
Se avesse bisogno di ulteriori info, può scrivermi.
Saluti
8 FEB 2020
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L'ipocondria può essere trattata in modo efficace come un particolare tipo di fobia che necessitano di un percorso in cui il paziente collabori nel trovare le modalità che mette in atto inconsapevolmente per gestire il problema. Da queste partire per un percorso breve di sblocco delle soluzioni disfunzionali.
A disposizione
8 FEB 2020
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Gentile Matteo, l’ansia è un segnale di un disagio interiore che va conosciuto nella sua origine, le manifestazioni fisiche di cui scrive evidenziano il coinvolgimento del corpo e del pensiero. Apra una finestra sulla sua parte psichica con un aiuto psicoterapeutico, l’aiuterà a conoscere e affrontare il suo disagio.
Disponibile per approfondimenti
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
7 FEB 2020
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Buongiorno Matteo,
mi preme domandarle: lei ha parlato con il suo psicologo di queste preoccupazioni? Come mai sente il bisogno di ascoltare altri punti di vista?
Le faccio queste domande perché la sintomatologia da lei esposta richiede di essere presa in considerazione da uno specialista e lei ha la possibilità di servirsi di questo aiuto.
Piuttosto, se fatica a nutrire fiducia nel rapporto terapeutico che sta intessendo e sente la necessità di avere altre opinioni, non esiti a prendersi carico della sua situazione personalmente ed a contattare altri esperti con cui potersi confrontare e stabilire un rapporto di alleanza e fiducia.
Rimango disponibile per chiarimenti.