Ho paura di intraprendere una nuova relazione
Salve a tutti, vi scrivo perché sono alla ricerca di un parere professionale riguardo il mio timore ad intraprendere una relazione affettiva con un uomo.
Ho 25 anni e sono madre single di due bambini.
4 anni fa la mia relazione, con l'uomo che ritenevo essere l'amore della mia vita, è terminata in modo burrascoso a causa dei suoi comportamenti sbagliati e della sua seconda vita, di cui ignoravo completamente l'esistenza. Questo avvenimento ha fatto nascere tantissime emozioni contrastanti, che si alternavano e sovrapponevano facendomi sentire costantemente inadatta. Mi sono attribuita per un periodo di tempo delle colpe che non mi sarei dovuta assumere e mi sono sentita inadatta e sbagliata per molto tempo. Mano a mano, però, ho cercato di riprendermi e curare la mia anima, cercando di ritrovare tutte quelle parti di me che sentivo di aver perso. Dopo 4 anni, dopo essermi rimessa in gioco trasferendomi, ritornando a studiare con ottimi risultati e cambiando lavoro, sono riuscita a riavvicinarmi al mondo esterno con meno diffidenza e soprattutto con meno paura. Per lavoro sono a contatto con le persone costantemente e la cosa mi piace, sono una persona molto solare, sorridente, sensibile e empatica - forse spesso anche troppo -, cerco di essere ottimista e solare e questo ha un riscontro positivo. Sono stimata e ben voluta dai miei colleghi e la clientela alla quale mi rivolgo è molto affezionata a me. Tutto ciò mi riempie immensamente di gioia, così come l'amore dei miei figli. Eppure nonostante io abbia fatto passi da gigante, nonostante io abbia imparato a sentirmi abbastanza, non ho più avuto il coraggio di investire sentimentalmente in qualcuno. Nei primi tempi, dopo essermi lasciata, avevo difficoltà ad investire anche in dei semplici rapporti di amicizia. Mi relazionavo con le nuove amicizie, senza però dare tutta me stessa come al mio solito, cercando di non uscire mai più di tanto dalla mia comfort zone. Con i ragazzi, invece, ho semplicemente evitato di relazionarmi e di ritrovarmi in situazioni che potessero andare ben oltre la semplice amicizia. Difatti, non ho più avuto appuntamenti di nessun tipo ed ho cercato di evitare i tutti i modi di averne. Ed ancora adesso persisto con questo atteggiamento. Sono stata corteggiata da dei ragazzi, ma nonostante alcuni di loro fossero anche piacevoli, ho sentito il bisogno di troncare. Ogni volta che conosco qualcuno che mostra un interesse in me, scatta in me un'ansia capace di togliermi il sonno. Penso che molti ( quasi tutti per essere onesta) non siano propensi ad accettare il mio trascorso, che vogliano giocare con me e/o avere solo un'avventura di una notte o peggio ancora che relazionandomi con loro io possa perdere di nuovo me stessa. Ho speso gli ultimi anni a ritrovare me stessa ed ora che finalmente sento di essere completa, non voglio che arrivi qualcuno a rompere i miei equilibri e peggio ancora, qualcuno capace di portarsi via delle parti di me come fece il mio ex compagno. Temo di essere ferita, illusa, usata, umiliata, incompresa. Temo di sentirmi inadatta, temo di raccontare la mia storia e sentirmi vulnerabile, temo di legarmi a qualcuno e di dovervi rinunciare di nuovo. Temo di non aver poi la forza necessaria per non sentirmi di nuovo male, ciò mi porta ad evitare qualsiasi situazione che possa avere queste conseguenze. Da circa un mese, ho conosciuto un uomo, che ha iniziato a frequentare con più frequenza il mio luogo di lavoro, cerca sempre di trovare del tempo per parlare con me, per sapere delle mie giornate o dei progetti per il fine settimana. Insomma, è un piacere vederlo arrivare e trascorrere del tempo chiacchierando del più e del meno. Non so molto di lui, così come lui non sa molto di me - probabilmente ignora che io sia madre- ma dei segnali che mi è parso di leggere, credo di suscitare una curiosità in lui ed io non posso negare di non essere affascinata. Eppure, nonostante una parte di me vorrebbe prendere un caffè con lui, quando mi fermo ad immaginare di andare oltre la chiacchierata di 10 minuti a lavoro vado nel pallone. Dico a me stessa che uno così non è interessato, che avrà altri standard, che io stessa non ho tempo per queste cose, che non mi va di essere usata come un gioco e che non potrà mai innamorarsi di me né io potrò innamorarmi ancora di qualcuno. Insomma, una parte di me ha la meglio e mi mette in allerta, obbligandomi a scappare e ad evitare anche la chiacchierata di 10 minuti. Alzo un muro per difendermi consapevole che questa difesa esclude gli altri dalla mia vita. Molte volte in questi ultimi anni, alzare un muro mi ha aiutato ad evitare altre delusioni, eppure, i muri non mi sono mai sembrati delle grandi soluzioni, ma non posso farne a meno. Non riesco a buttarlo giù, la paura di perdermi di nuovo, di soffrire, di non sentirmi all'altezza mi fa preferire di rimanere sola, perché infondo sto bene e mi sento completa anche così. Ho una famiglia che amo e che mi ama, ho un lavoro, mi sento soddisfatta, non trovo un giusto motivo per rovinare il mio equilibrio, solo che certe volte, vorrei non aver paura di prendere anche solo un caffè. Almeno per essere sicura che il mio voler restare sola, sia una scelta non forzata da una fobia dalla quale non riesco a venir fuori. So di essermi dilungata tantissimo, ho cercato di riassumere il più possibile le sensazioni che provo. Vi ringrazio anticipatamente per la gentile attenzione e spero di ricevere un vostro parere a riguardo. Vi auguro una buona giornata e grazie ancora di cuore a chi dedicherà del tempo a leggere quanto sopra.