Ho paura di aver sottovalutato i miei problemi

Inviata da g. · 3 feb 2016 Autostima

Salve, sono una ragazza di 20 anni. Dall'età di 14/15 anni ho cominciato a sentirmi spesso giù di morale, avere bassa autostima e piangere molto spesso. Mi sono recata presso un consultorio psicologico a 16 anni, per 3 anni e nonostante all'inizio mi abbia fatto sentire sollevata non ho riscontrato molti cambiamenti. Sono diventata autolesionista, poi bulimica e quest'ultimo anno è stato segnato dalle abbuffate compulsive che mi hanno fatto disgustare ancor di più ciò che sono. Non ho il dono della sintesi e presumo che da quello che sto scrivendo poco si riuscirà a comprendere di me; sono sempre stata molto "depressa" da piccola ma crescendo ho imparato molto dalle mie sofferenze. Non sono pessimista, mi definisco realista.
L'unica cosa è che in questi ultimi due anni (anni in cui, per la prima volta ho voluto tentare di volermi del bene) mi sono resa conto di quanto le mie crisi depressive siano pesanti. Oggi stavo bene (erano 6 giorni che stavo bene psicologicamente e non avevo paura di uscire di casa) ma una sola foto, che mi ritraeva, scattata sabato sera mi ha destabilizzato tantissimo. Ora non so nemmeno come esprimere a parole come mi sento, so che mi vergogno di respirare e di occupare spazio.. nonostante non voglia morire. Io voglio vivere ed essere contenta di me, migliorarmi fisicamente ma nella serenità.

Ho sempre pensato, come molti attorno a me hanno insistito nel farmi pensare, che questo fosse "un periodo" che sarebbe tutto finito crescendo. Quando entro in questi stadi non voglio uscire perché mi agita il pensiero di mostrarmi al mondo.. nonostante sia il tipo di persona che non ha problemi a mettersi in gioco e fare la buffona ballando di fronte a tutti.
Non posso più vivere così. Non credo resisterò un altro anno se continuo a sprecare tempo in quetso modo, a non riuscire a godermi le cose per quanto ci provi. E non frega niente a nessuno giacché tutti continuano a pensare siano periodi.
Non posso chiedere ai miei di andare da uno psicologo perché significherebbe chiedere i soldi a loro ed è una cosa che non riesco a sopportare, tutto prché io sono talmente stupida e superficiale da stare male per queste cose mentre loro che sono venuti qui in Italia scappando da una guerra e perdendo tutto cosa dovrebbero controbattere?
Non so più niente.

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Miglior risposta 4 FEB 2016

Cara ragazza,
se, come dici, vuoi davvero vivere nella serenità e migliorarti, non devi più nasconderti agli altri e vergognarti del tuo disagio sfogando di nascosto la tua rabbia con l'autolesionismo o le abbuffate e nemmeno devi esibire un falso Sè per essere superficialmente accettata.
Piuttosto devi deciderti ad affrontare il tuo dolore senza vergognartene ma con la sana curiosità di volerlo comprendere fino in fondo per poi potertene liberare.
Se i tuoi genitori sono fuggiti da una guerra ed hanno perso tutto cercando di ricominciare una vita migliore in Italia, penso che meglio di chiunque altro potranno capire il tuo dolore e il tuo disagio se tu non lo nascondi e non li escludi.
Quando si vuole vincere una battaglia, tutti gli strumenti e i modi possibili possono essere buoni e, prima di ogni altra cosa, bisognerebbe poter contare sulla propria famiglia finchè la si ha.
Parla con i tuoi e trova il modo di riprendere la psicoterapia perchè hai bisogno di aiuto professionale.
Da sola sarà molto più difficile e faticoso venirne fuori.
Un caro saluto.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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13 MAR 2016

Gentile ragazza,
sarebbe utile per te approfondire il tuo vissuto personale tramite qualche colloquio con un bravo professionista, può servirti a migliorare te stessa, a chiarire alcune questioni che stai affrontando, a conoscerti meglio ed altro ancora.
Poi sarebbe interessante capire cosa vuol dire per te sentirsi depressa, o ‘non sapere più niente’, o conoscere la motivazione che ti induce a sentirti disgustata a volte di te, cosa vuol dire per te essere realista, se guardi solo o quasi sempre la parte che consideri negativa delle tue esperienze, avrai difficoltà a venirne fuori.
Ricordati che ogni parola astratta deve essere da te e da noi tutti definita in base a qualcosa di percepibile per meglio identificarla, valutarla e spiegarla, e solo dopo potremo passare alla fase del cambiamento, prima ci deve essere la comprensione di ciò che vuoi, di ciò che senti di essere, di valere.
Sarebbe utile per te acquisire più autostima, se vuoi ti invierò via email un manuale pratico per questo.
Non c’è bisogno che ti vergogni di respirare o di occupare spazio, tutti abbiamo diritto a respirare, ad occupare spazio, a divertirci in questo mondo, a prescindere dal fatto di essere belli, alti, grassi, religiosi, atei, italiani, immigrati, malati o sani, grandi o piccoli.
Puoi anche imparare ad essere serena a prescindere da come vedi te stessa o se diventi diversa da come sei, hai tutto il diritto di vivere e di essere Felice.
Spero di esserti stato di aiuto e spero che diventi ogni giorno sempre più Serena e Contenta di te, a prescindere dalle tue esperienze, che possono essere belle o brutte.
Non è tanto importante ciò che ci accade, ma come le vediamo noi, come le percepiamo e cosa possiamo imparare dalle nostre esperienze, non trovi?
Un caro saluto

Dott. Tavolieri Rolando Psicologo a Roma

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13 FEB 2016

gentilissima
Dalle tue parole comprendo il disagio della tua anima e il desiderio di nascondere il tuo dolore al mondo.Leggo anche grande ottimismo quando,con fermezza dici di voler vivere e combattere questa depressione che dilania il tuo essere.IO dico che sei in vantaggio perchè conosci sia i tuoi problemi che le probabili soluzioni.In questo esiste la soluzione che hai davanti agli occhi ma non sei riuscita ancora a carpire.
DR LUCIANO DI RIENZO

Luciano Di Rienzo Psicologo a Avellino

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9 FEB 2016

Mi pare che lei sia molto consapevole, credo sia utile si rivolga ad un terapeuta e ne parli con i suoi genitori, i soldi sono meno importanti della salute, eppoi non ha scelta per ora. Ma i suoi genitori quanto la capiscono?
Daniele - Venezia

Dott. Daniele Malerba Psicologo a Trivignano

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9 FEB 2016

Cara g., leggendo di te mi viene proprio da dirti che ogni dolore ha diritto di esistere e di essere compreso. E tu hai bisogno di uno spazio tuo in cui la vergogna di esistere venga sciolta piano piano.
Se puoi, davvero, comincia un percorso psicoterapeutico.
Un abbraccio

D.ssa Sabrina Mallimaci
Psicologa - Psicoterapeuta

D.ssa Sabrina Mallimaci Psicologo a Lissone

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4 FEB 2016

Cara
non è vero che non sai più nente, a me sembra che tu sappia qualcosa di fondamentale e cioè questo che scrivi: "non voglio morire. Io voglio vivere ed essere contenta di me, migliorarmi fisicamente ma nella serenità"
Guarda in queste parole c'è tutto quanto ti serve per darti un orientamento di vita e c'è il consiglio migliore che nessuno di noi avrebbe potuto darti con maggior chiarezza.
Ora tu a questa cosa che hai scritto devi crederci veramente e devi, con serenità, metterla in pratica.
Io, come te, non credo nei "periodi che poi passeranno", credo che tutti abbiamo il dovere verso noi stessi di cercare di superare le difficoltà e di fare il meglio possibile.
La tua "fase no" passerà se tu farai qualcosa, se inizierai a credere in te stessa e ad impegnarti.
Dici che non puoi andare dallo psicologo, io credo però che tu possa leggere, migliorarti in ogni caso anche da sola.
Ti consiglio il libro "Dai che ce la fai" di Peter Cohen ed. Il giardino dei libri.. oppure "Il Metodo (The Tools)" per cambiare da subito la tua vita e ritrovare forza, fiducia e coraggio Phil Stutz, Barry Michels.
Datti da fare e portati avanti.
Appena potrai ti farai aiutare da uno psicoterapeuta.
Un caro saluto
Dott Silvana ceccucci psicologa psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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3 FEB 2016

Gentile G. la sua è una storia di sofferenza datata, ma una di quelle forme di sofferenza che vanno tenute celate agli altri, agli amici, ai genitori perchè mostrarle la porterebbe a far vedere le sue fragilità. L'autolesionismo come la bulimia fanno parte di quella categoria di "espressione" private, nascoste. Questo parti di sé "arrabbiate" necessitano di essere ascoltate e comprese all'interno di una relazione di cura dove imparare ad amarsi, a chiedere, a viversi nella propria autenticità senza averne timore. Parli con i suoi genitori e chieda di essere supportata ad intraprendere un percorso psicologico, vedrà che da sé i vari tasselli si assesteranno e sarà in grado nel breve periodo di conquistare quelle forme di autonomia che le consentiranno anche di mantenersi rispetto alla psicoterapia.
Un caro saluto
Dott.ssa Damia Simona Bragalini
Psicologo Psicoterapeuta Gruppoanalista Milano

Dott.ssa Damia Simona Bragalini Psicologo a Milano

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3 FEB 2016

Cara G.,
la sofferenza è vissuta in modo soggettivo. E' vero, ciò che descrivi non è solo questione di "un periodo", ma di una sofferenza importante che tieni nascosta dentro di te e che, in diversi momenti, si esprime attraverso l'autolesionismo o la bulimia.
Un percorso psicoterapeutico (io ti consiglio un analista lacaniano), ti sarebbe d'aiuto. La storia dei tuoi genitori penso che ti abbia colpito molto: fuggire da una guerra e perdere tutto...
Parla con i tuoi genitori, spiega loro come ti senti, penso che sapranno capirti.

A disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Fornari Daniela

Dott.ssa Daniela Fornari Psicologo a Iseo

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3 FEB 2016

Cara G., mi sembra che ti ponga sempre il problema di occupare spazio. Forse non ti senti legittimata a chiedere il loro aiuto per paura di occupare spazio nella loro mente, ma nel tuo caso un percorso di psicoterapia è assolutamente necessario, anche per ritrovare, ancora, uno spazio a tua dimensione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Corleto

Dott.ssa Ilaria Corleto Psicologo a Salerno

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3 FEB 2016

Buongiorno G.,
avresti bisogno di iniziare un serio percorso psicologico/psicoterapico e metterti faccia a faccia con questi problemi che ti affliggono. Chiedi ai tuoi genitori che possono sostenerti economicamente senza sentirti stupida e superficiale. Ognuno di noi combatte le proprie battaglie e ogni battaglia è, per chi la combatte, insopportabile. Se ti può essere d'aiuto scrivimi pure. Un caro saluto.

Dr.ssa Sonia Rossetti
Lizzano, Taranto.

Dr.ssa Sonia Rossetti Psicologo a Lizzano

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