Ho lasciato il mio ragazzo e ho delle perplessità sul mio vivere la sessualità
Buonasera, vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione, e provo a esporre il mio “problema”.
Ho lasciato da poco il mio ragazzo con cui eravamo insieme da quasi tre anni (la storia per me più lunga finora, ho 23 anni e lui 22). Ovviamente è ancora tutto molto “caldo”, soprattutto per lui che è stato ferito da questa mia decisione maturata nell’ultimo periodo in forma di angoscia. Di colpo ho avuto questo senso di voler scappare, di voler uscire dalla relazione, pur non essendoci stato nessun evento che in particolare abbia scatenato questa decisione. Sentivo di avere dei dubbi e paura e ansia al pensiero che comunque potesse avere uno sviluppo futuro di vita assieme (futuro che fino a poco tempo fa vedevo possibile io per prima, con questo ragazzo mi trovavo bene, mi sentivo amata e sicura, lo vedevo sinceramente come una persona che avrei potuto e voluto avere accanto nella vita, per quanto non ci fossero comunque progetti a breve termine di convivenza o vita insieme, dato che comunque entrambi studiamo al momento). Poi ho sentito (e un po’ lo sento ancora) un senso di voler “gettare la spugna” e appunto scappare, arrendermi quando non ce ne erano apparenti motivi e questa cosa mi fa anche un po’ essere in colpa perché un po’ ho la tendenza ad arrivare a una situazione limite, per cui appunto mi stufo/mi viene ansia e vorrei scappare (mi è successo con la prima facoltà universitaria che avevo intrapreso, presa dall’angoscia dell’essere indietro con gli esami, e anche un po’ nelle precedenti relazioni, per quanto diverse e molto più brevi di questa).
E il mio bisogno ho sentito essere quello come di tornare appunto da sola (nel senso, senza di lui) e “a casa”, dalla mia famiglia, che vedo anche quella come porto sicuro, “nido” se vogliamo. Mi spiego: io ho sempre abitato e abito a casa con i miei e mia sorella e sono molto legata a loro, c’è un bel rapporto di comunicazione e ho parlato per primi con loro (principalmente con mia sorella) dei dubbi che avevo. Negli ultimi giorni in cui ci siamo visti, prima di lasciarlo, sentivo che avrei preferito stare a casa con la mia famiglia piuttosto che con lui e comunque vedevo il fatto di interrompere la relazione come un “sollievo” nella prospettiva di tornare nel mio luogo “veramente” sicuro (tornare inteso come “avere conforto, sapere di avere lì altre persone che mi vogliono bene e la mia serenità”), e questo penso sia dovuto, oltre che alla mia insicurezza caratteriale (e quindi bisogno delle persone, e della mia famiglia in primis) all’agitazione del momento, però mi sembra infantile come comportamento.
Prima di lasciarlo definitivamente, avevo avuto poco prima un momento in cui gli avevo detto che avevo bisogno di pensare e sembrava finita lì, ma poi eravamo riusciti a parlare in tranquillità, avevo spiegato le mie ansie e lui si era dimostrato molto comprensivo e mi aveva fatto sentire ancora di più la sua vicinanza e amore, era forse la prima volta che avevamo una conversazione non solo scherzosa e spensierata ma seria e su un effettivo “problema” e mi ero poi convinta, sentendo il suo conforto e il suo legittimare i miei dubbi e capirli (stando noi insieme da tanto li vedeva come normali, e anche il fatto che io avessi avuto dubbi sui miei sentimenti nei suoi confronti lo aveva e avevamo giustificato col fatto che l’amore cambia nel tempo, non è sempre frizzante e amore “di innamoramento”, ma va bene ed è bello che diventi una serena normalità, una cosa che fa parte della vita e anche della routine, non nel senso di noia ma di “sentirsi a casa”).
Poi però pochi giorni dopo l’angoscia era tornata e questa volta è stata più definitiva la mia decisione per quanto non poco sofferta.
E però non capisco se effettivamente è un problema del fatto che essendo io una persona poco sicura, in primis della mia carriera universitaria/”cosa voglio fare da grande” e poi in generale, in altri aspetti della mia vita, anche la relazione in sé l’ho vista come qualcosa che improvvisamente mi portava ansia invece che sicurezza (e credo però che la sicurezza dovrei averla prima in me, invece che cercarla in altro fuori da me). Ho avuto anche volontà di “cambiamento”, per quanto nel prossimo futuro non abbia intenzione di intraprendere altre relazioni, paradossalmente continuo a pensare e a dire che “ho bisogno di stare da sola” anche se la prospettiva di prendere in mano la mia vita, essere più indipendente (nel prendere decisioni, e nello stare bene anche da sola con me stessa e i miei pensieri senza dover sempre cercare l’aiuto di mia sorella o dei miei) la vedo un po’ faticosa e spaventosa anche e boh, la vedo come un “adesso è arrivato il momento che non puoi più scappare e devi diventare grande”.
Con il ragazzo con cui sono stata abbiamo detto più volte di non scriverci per un po’, ma finora non siamo riusciti a mantenere la promessa, mi ha scritto lui e io comunque ho risposto e abbiamo alternato momenti in cui era lui più tranquillo e saggio sul fatto che fosse giusto così e altri in cui invece il contrario. E so che è normale e che in fondo adesso quando non ci sentiamo io sono tranquilla abbastanza, anche se vado in cerca di lui sui social per vedere se mi ha scritto, un po’ per abitudine, un po’ perché ci sono momenti in cui lo penso e mi viene da andare a vedere se mi ha scritto, un po’ per rileggere i messaggi. Mi sento che sbaglio perché oltre a non portare nulla di buono a me, mi sento in colpa perché il fatto che lui mi abbia scritto, parlandomi della sua tristezza, a volte disperazione, a volte rabbia, mi fa sentire comunque cercata, sono delle attenzioni, e però sbagliate perché io comunque adesso come adesso non sento effettivamente di poter tornare indietro... ci ho pensato ma credo che in questo momento mi sto molto facendo prendere dalla situazione e dal fatto che sentendolo triste a causa mia mi sembra assurdo non tornare, non essere io quella che lo consola e quella di cui si fidava e amava.
Lui è un ragazzo molto dolce, premuroso nei miei confronti e la nostra relazione è stata molto tenera appunto, romantica e di affetto (con tanto di nomignoli, cuori, amore per gli abbracci e le coccole), ma poco passionale e questo è un altro aspetto che mi angustia un po’, più che altro per il fatto che continuo a sentire da persone e media che la sessualità sia importante se non fondamentale una relazione di coppia. Ci siamo messi insieme dopo che io ero uscita da una relazione non molto appagante da questo punto di vista e nella quale ugualmente il sesso era stato un po’ una pressione, un problema più che un piacere, e il fatto che invece con lui non ci fosse questa pressione, anzi, eravamo molto tranquilli entrambi anche senza andare oltre i preliminari (che ci sono stati e sono stati anche appaganti) mi aveva sollevata e fatto stare sinceramente bene. Devo aggiungere anche che lui era alla sua prima relazione, quindi anche su questo frangente l’esperta sarei dovuta essere io, che è tutto dire, ma finora era andato bene così. Solo che poi io ho iniziato a farmi venire i dubbi anche in questo senso: non lo desidero, quindi non lo amo? Mi sono sentita invece attratta da altri ragazzi, cosa vuol dire? e giù sensi di colpa.
E probabilmente ho bisogno, in futuro, di una persona che sia più esperta di me e che mi faccia scoprire anche questo aspetto, che mi faccia vivere questo aspetto in modo “da perdere la testa” come mi immagino che debba essere per essere piacevole e bella come esperienza.
Diciamo che dal punto di vista sessualità non abbiamo avuto neanche molti momenti di tranquillità, soprattutto nell’ultimo anno, tra il Covid, la distanza per il suo periodo di studio all’estero, i suoi non aperti al fatto che potessimo avere occasioni di dormire assieme o avere un po’ di intimità, io e lui che probabilmente più di tanto non abbiamo insistito. Lui perché non lo vedeva come una cosa troppo mancante, io un po’ per i motivi sopra, un po’ perché vedevo che non mi veniva da “saltargli addosso” e quindi anche nei momenti di intimità, sì mi faceva piacere averli ma non da perderci la testa appunto (tra lockdown e distanza, in questo ultimo anno abbiamo avuto soprattutto degli appuntamenti intimi a distanza, in videochiamata e questo non ha aiutato a rendere la cosa più appassionante. E mi dispiace perché poi ho capito che il fatto che lui li proponesse era anche perché pensava di fare cosa gradita a me, visto che avevo espresso ancora a volte il pensiero se fosse abbastanza quello che facevamo. E non è che mi sentissi costretta, assolutamente, poi era anche piacevole, ma non ero così presa, non mi bastava vederlo per eccitarmi.)
Ora che ho buttato giù il succo della situazione, a leggere quanto scritto una persona potrebbe chiedersi “ma effettivamente perché stavate insieme, cosa c’era di buono?”, ma ci sono state cose buone, eravamo spensierati e un po’ “bambini” insieme e c’era un grande volersi bene e supporto reciproco (forse nel mio caso era un qualcosa di più tenue del suo amore, ma credo di poter dire di averlo amato in qualche forma, magari non l’amore più maturo del mondo, ma non voglio rinnegare tutto, è stata una storia importante e bella). Mi sono sentita molto amata e rassicurata, mai abbandonata di fronte a qualsiasi problema incontrassi.
Non ho grandi domande, volevo solo esporre a persone competenti questa situazione in cui mi trovo, oltre alla questione della sessualità, che mi sta un po’ ossessionando perché qualsiasi fonte da cui sono andata mi ha fatto capire come sia importante e io per ora la vedo come l’ennesimo “devi/dovresti anche tu” per quanto non sono asessuale e mi piacerebbe viverla in maniera più rilassata e piacevole, anche se per ora il pensiero di andare con un’altra persona non mi alletta ( e un po’ fatico a immaginare una relazione tanto dolce e affettuosa come la nostra, quanto anche passionale, anche se immagino sia possibile).
E comunque per fortuna o sfortuna non sento “la mancanza di fare sesso” perché comunque finora non è stata per me un’esperienza così straordinaria.
Ho il pensiero che una eventuale futura relazione possa finire così, e che io mi blocchi ai primi dubbi, problemi. Probabilmente ora non la voglio davvero, vedo la relazione con occhi infantili e la vorrei perfetta, ideale da film ma non sono pronta effettivamente a “compromettermi” e ad affrontarne le difficoltà.
Mi scuso per la lunghezza, volevo avere un parere per poi eventualmente pensare ad un consulto psicologico face to face, anche se so che quello che io chiamo problema è una cosa anche normale, le relazioni iniziano e finiscono e succede a tanti.
Ringrazio in anticipo chi mi leggerà e in generale ringrazio lo staff di psicologi che dedica del tempo a rispondere a domande come la mia, gratuitamente.