Buonsera a tutti. Mi chiamo Eddy e ho 32 anni, sono un educatore e come hobby/lavoro da circa 15 anni faccio il deejay! Da circa una decina d'anni soffro di DAP e ansia cronica.
In questo ultimo anno sto provando molta frustrazione in merito al fatto che, ogni volta che mi allontano da casa mi viene l'ansia, anche per pochi Km.
Mi sento come un pesce fuor d'acqua quando esco da solo o con qualche amico fidatissimo, e, solo in compagnia di mia mamma sto tranquillo.
Premetto che io vivo solo con mia madre perchè i miei sono divorziati da anni e mio padre ha un'altra famiglia con un'altra figlia femmina di 8 anni.
Anche se lui abita solo a a un paio di km da me, comunque non è presente nella mia vita come lo era prima del divorzio.
Questo mio problema dell'attaccamento alla casa come unico "luogo sicuro" mi porta non poche limitazioni, è come se avessi una calamita attaccata su di me che non mi faccia allontanare da essa. Questa mia limitazione mi porta molta frustrazione e tristezza alle volte. Sono in terapia con uno psicologo da diversi anni ma non riesco comunque a venire a capo di questa situazione. Sarei lieto di ascoltare un vostro parere a riguardo....mi servirebbe a fare chiarezza su questa mia problematica. Grazie a tutti in anticipo
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17 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Caro Eddy,
per fare come lavoro l'educatore e il deejay, i tuoi disturbi di ansia e panico sono molto penalizzanti e mi lascia perplesso il fatto che non hai avuto concreti miglioramenti se sei in psicoterapia, come dici, da diversi anni!
Sarebbe perciò da chiarire se sei stato costante nella terapia (quante sedute in totale hai fatto?) e se il tuo psicologo è anche psicoterapeuta.
Il tuo disturbo si cura abbastanza bene con l' approccio cognitivo-comportamentale e la prescrizione progressiva di homeworks.
Un primo compito che puoi persino autoprescriverti è quello di iniziare a far visita da solo a tuo padre che abita ad appena due chilometri di distanza.
Ti suggerisco di portare al tuo psicologo il tema della persistenza dei tuoi disturbi nonostante la terapia per perfezionare la stessa.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadriovio di Campagna (Salerno).
13 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Caro Eddy
lei è in terapia da diversi anni ed è certo che di tutte queste cose ne avrà parlato col suo psicoterapeuta.
Credo che ci siano state da parte sua delle comprensioni importanti riguardo a questi suoi sintomi e, infatti, a mio parere queste comprensioni traspaiono dal suo scritto.
Lei definisce il suo problema in questo modo: "questo mio problema dell'attaccamento alla casa come unico "luogo sicuro"; questa definizione mi sembra molto significativa.
Allora occorre continuare a lavorare a partire da questo concetto e da questa consapevolezza.
Per lei la casa è l'unico vero luogo di appartenenza e sua mamma o un amico fidatissimo sono il suo ancoraggio alla realtà.
Ora deve cercare di allargare piano piano il suo "cerchio di sicurezza" che dovrà sempre di più essere basato su se stesso e sul suo senso di affidabilità interiore.
Per i sintomi potrebbe esserle utile l'ausilio di una tecnica di rilassamento; consiglio il Training Autogeno di J.H. Schultz.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta
11 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Eddy,
quello che le descrive è sicuramente un disturbo di tipo ansioso. Ha scritto che è in terapia da diversi anni. Il mio consiglio è parlare con lo psicologo che la segue per capire i motivi del non miglioramento della sua situazione. Ha legato il suo "attaccamento alla casa" ad un problema che risiede nella sua situazione familiare passata e presente. L'ansia è un sintomo. Quello che in terapia si cerca di ricercare sono i motivi che portano le persone a provare ansia.
Le faccio un esempio: la febbre è il sintomo, l'influenza la causa. Un medico non cerca solo di far abbassare la febbre, ma di curare l'influenza.
Spero di esserle stata di aiuto, nel caso mi contatti privatamente.
Un cordiale saluto
11 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buonasera Eddy,
quello che lei descrive è chiaramente un disturbo d'ansia con agorafobia, quindi con una forte ansia legata al trovarsi in luoghi non protetti e non sicuri, quale invece sembra essere per lei la sua casa.
Se questo sia dovuto alla sua situazione familiare, al divorzio dei suoi genitori o altro, non è dato saperlo da queste poche parole che lei scrive, ma sicuramente l'ansia ha radici profonde, non è solo che un campanello d'allarme per lei.
In terapia è utile in primis lavorare suoi sintomi, ma anche capire cosa li scatena, per riuscire a risolvere il problema in maniera davvero approfondita.
Dovrebbe probabilmente con il suo terapeuta valutare questi aspetti per comprendere se avete affrontato il problema nel suo complesso, oppure se è rimasto qualcosa che ancora non le permette di affrontare al meglio la sua ansi.
Spero di esserle stata utile e rimango a disposizione per eventuali consulti
Cordiali saluti
Dott.ssa Angela Beatrice Marino
Psicologa