Ho distrutto la nostra storia e noi due
Quasi 6 anni fa, durante un periodo di studio all’estero, ho conosciuto un ragazzo straniero che mi ha colpito per il suo dinamismo, la sua bontà d’animo, la sua intelligenza. Lui mi evitò al principio, ma mi fidai del mio istinto e insistetti. La nostra storia inizia, con la consapevolezza che di lì a 6 mesi lui sarebbe partito per un viaggio del mondo e io sarei ritornata in Italia per continuare i miei studi. Arriviamo innamoratissimi al momento del distacco traumatico. Durante il suo viaggio cerca di farsi vivo appena può, per me sono barlumi di gioia in un deserto di disperazione. All’angoscia della separazione si ammucchiano poi i miei problemi di sempre, scarsa autostima, insicurezza, ansia ecc. Non chiedo aiuto a nessuno, ma dopo 8 mesi non ne posso più, consulto uno psichiatra e inizio a prendere antidepressivi. Non ho mai provato rabbia o rancore per il fatto che fosse partito, anzi sono sempre stata orgogliosa di lui, sapevo che per lui era un grande obbiettivo e non avrebbe dovuto rinunciarci per nulla e nessuno. Dopo 11 mesi ci rincontriamo e sembra che dopo tutto quello che abbiamo passato non possa esserci niente di peggio, siamo innamorati e forti. Nel periodo successivo continuiamo a vivere distanti per ragioni di studio ma cerchiamo di incontrarci appena possibile. Appena finisco gli studi lo raggiungo in Germania, con l’idea di apprendere la lingua e proseguire il mio percorso lì. Smetto di assumere gli antidepressivi. Viviamo insieme per circa un anno e mezzo, resisto perché sono felice accanto a lui, lui mi ama e sostiene in tutto, ma l’esperienza è dura, detesto la lingua, il clima, la cultura. Ad ogni modo faccio una vita normale, lavoro, ho molti amici, pratico attività ecc. Le mie crisi esistenziali su chi sono e cosa voglio fare nella vita riemergono come sempre, inizio a focalizzarmi sulla ricerca di un progetto di volontariato all’estero che avrei voluto fare da tantissimo tempo e che poi, in vista dei nostri progetti futuri e della mia età, non avrei più avuto l’opportunità di fare. Inizia in quel periodo a scemare in me l’attrazione fisica nei suoi confronti, che si riaccende solo se c’è la lontananza (viaggi ecc), e inizio ad avere delle infatuazioni e a fantasticare su altri (premetto che dalla sua assenza in poi avevo avuto diverse infatuazioni a cui non avevo dato nessun peso), la cosa mi turba e mi dà vergogna ma penso che forse è umano, che la cosa più importante sia la grande intesa mentale e caratteriale, e mi rassicuravo pensando al paragone tra lui e gli altri, non ho alcun dubbio su chi voglia accanto a me, su chi immagino e voglio come padre dei miei figli. Mi sento sicura perché affianco ho lui e non lo sostituirei con nessun altro. Condividiamo gli stessi valori, andiamo d’accordo, ci stimiamo l’un l’altro, ci piacciamo, condividiamo l’idea di un progetto di vita insieme, possiamo parlare di tutto. Io poi sono particolarmente esigente, lui mi piace, lo stimo tantissimo, adoro il suo carattere e sono sicura che lui sia insostituibile. Nonostante ciò compare il problema del calo dell’attrazione fisica e io divento anche più passiva nel rapporto e meno attenta a lui, inizio a trascurarlo nelle “piccole” cose (fargli dei regali, avere voglia di fargli delle sorprese, ecc). Si conclude l’esperienza in quella città della Germania e valutiamo cosa fare dopo, lui è molto flessibile ed è aperto a delle proposte mie riguardo a dove vivere ecc, ma io non sono capace di proporgli delle alternative, quindi si rimane che si continuerà in Germania, ma in un posto più caldo e più favorevole. Intanto partiamo per un viaggio di tre mesi e mi chiede di sposarlo, io ci avevo riflettuto più volte e gli rispondo sì col cuore. Ricevo risposta favorevole per il mio progetto in Francia. Non ho grandi ripensamenti, penso che fosse una cosa che avrei voluto fare da sempre, che mi sarebbe rimasto il rimpianto per non averla fatta, riguardo alla relazione col mio ragazzo mi sentivo sicura, tranquilla. Il mio ragazzo sa quanto ci tengo e mi supporta.
Il mio progetto si è da poco concluso e la mia vita è in pezzi. Iniziai a sentire interesse per un ragazzo molto più giovane di me, che mi è stato vicino in alcuni momenti grigi del mio progetto. La cosa mi turbava ma riuscivo a ricacciarla. Col passare del tempo ho iniziato a sentirmi sempre meglio là, il progetto, gli hobby, mi piaceva la lingua e mi sentivo bene con le persone. L’attrazione per quel ragazzo è diventata sempre più forte sino a quando non sono più stata capace di controllarla, ho avuto per alcuni mesi una relazione parallela in un misto di euforia, angoscia, incoscienza e trasgressione. Sapevo che era profondamente sbagliato e distruttivo, ma non ho evitato la catastrofe, e vergognandomene nel profondo, non ne ho parlato neanche alle amiche più fidate, sino a quando ormai era troppo tardi. Mi sono sentita viva, ho avuto come la sensazione di sentirmi in diritto di farlo, di non pentirmene.. eppure non è così, ho come l’impressione di essere stata sotto l’effetto di droghe, ed ora che è svanito l’effetto non resta che l’angoscia, la sensazione di disprezzo nei miei confronti e la desolazione per quello che sono stata capace di fare. Durante quest’anno ho dimenticato, trascurato, tradito la fiducia e mancato di rispetto proprio la persona che meno se lo sarebbe meritato, che più mi ha sostenuto, amato e rispettato. Sapevo che era una follia e che mi ero portata sull’orlo di un burrone, eppure l’ho fatto. Sarebbe successo comunque? Perché l’ho fatto non riesco a capirlo.. il mio ragazzo è sempre stato presente ma senza mai opprimermi e impormi le sue scelte, mi ha sempre lasciata libera di scegliere e agire, è stato sempre molto attento alle mie esigenze senza essere invadente, non mi ha mai fatto mancare nulla, abbiamo avuto sempre una vita dinamica e creativa e io non ho mai trovato delle cose in lui che non riuscivo a sopportare. Lui mi ha aspettata per un anno e io ho pensato solo a me stessa, e lui al rientro, invece che ritrovare una me entusiasta di ricongiungermi a lui e riniziare insieme, ha trovato una me lontana, indecisa, persa, angosciata. Ho perso tutto. Se prima ero “solo”incerta sul mestiere e su dove vivere, ora ho perso anche me stessa come persona, i valori in cui credevo, i miei principi, quel poco di stima di me che avevo. Ho sempre sottovalutato tutto... quando qualcuno nel corso dell’anno mi ha chiesto cosa facessi dopo, ho risposto sempre “in Germania” con tristezza e rassegnazione. E mai mi son domandata se amassi ancora il mio ragazzo quando sentivo di amare l'altro, credevo fosse qualcosa di folle a cui non dover dare peso, eppure non ho mai pensato di fermarmi, che forse avrei dovuto rivedere qualcosa, ho sempre pensato che non potevo buttare alle ortiche quello che avevo costruito sino a quel momento (eppure è proprio ciò che ho fatto). Sapevo che non sarei mai stata capace di nascondere al mio ragazzo che tutto era cambiato, eppure mi ripetevo che avrei dovuto continuare la mia vita come previsto. Ora che mi trovo all’angolo sono costretta a capire chi sono e cosa voglio e il percorso è così lungo che mi assale l’angoscia. Il problema non è dimenticare l'altro che mi ha già dimenticata da un pezzo... ma è tutto il resto.. La prima cosa che vorrei capire è se possa recuperare il rapporto col mio ragazzo, posto che lui sia disposto a perdonarmi, e ad aspettarmi. Lui mi ha sempre accettato con tutte le mie insicurezze, ma temo che per il suo bene lui non sia più disposto ad accettare.