Ho bisogno di aiuto ma non riesco a chiederlo
Buonasera,
sono una ragazza di 19 anni e avrei bisogno di aiuto, però non capisco di che tipo, e soprattutto, non riesco a chiederlo. Provo a spiegare la mia situazione e i miei trascorsi: non ho passato un'infanzia serena per via di tante motivazioni, mio padre è morto quando ero molto piccola e mia madre subito dopo si fidanzò con un uomo che oltre a farmi violenza fisica (non sempre) mi faceva anche violenza psicologica, mia madre essendo innamorata di lui non vedeva tutto il male che mi procurava. C'è da dire anche che mia madre è stata un po' assente perché lavorava mattina e sera e spesso passava del tempo con lui, quindi cercava di colmare la sua assenza con oggetti materiali. Diciamo che mi hanno cresciuto più i miei nonni che lei. Ho passato un'adolescenza "turbolenta", alle medie non studiavo perché svogliata e ho perso un'anno, entrata alle superiori sono diventata la classica figlia ribelle che odia tutti i tipi di istituzioni, infatti quell'anno ho avuto parecchi problemi a scuola, infatti, nonostante il mio rendimento fosse buono, persi un altro anno per via del mio comportamento ed ebbi anche parecchi problemi con mia madre, litigavamo ogni giorno e qualche volta siamo addirittura arrivate alle mani. Facevo uso tutti i giorni di marijuana anche più volte al giorno e se non fumavo non ero tranquilla. Smisi di fumare perché una volta ebbi un fortissimo attacco di panico seguito da un'allucinazione sonora dove sentii la voce del mio defunto padre che mi diceva di non fumare più. Da dopo che smisi iniziai a soffrire di attacchi di ansia e di panico. Sempre in quell'anno pochi mesi dopo rimasi incinta del mio ragazzo per via di un incidente e, spinta da mia madre, dovetti abortire. Dopo questo fatto ho ricevuto un aiuto psicologico e sono andata dalla psicologa per un anno: mi aveva aiutato tantissimo facendomi risolvere delle questioni in sospeso con il mio passato e mi aveva migliorato. Poi niente di rilevante sino a dicembre 2015 - quindi circa un anno e qualche mese dopo la fine delle sedute psicologiche - quando il mio ragazzo dopo 3 anni mi lascia in un modo terribile durante un brutto periodo della mia vita perché mia madre era ricoverata praticamente in fin di vita in ospedale (per fortuna ce l'ha fatta). Quando mi ha lasciato non ho versato una lacrima, ci sono stata un po' male più che altro per come sono stata trattata e c'è da dire che ho sclerato nel momento in cui ho saputo che lui un paio di giorni dopo era uscito con un'altra, ma niente di più. Mi sono resa conto di non essere innamorata e forse non lo sono mai stata, io non avevo intenzione di lasciarlo solo perché mi faceva pena e anche per ciò che era successo tra di noi. Dopo la rottura ho iniziato ad essere strana, non so spiegarlo bene, un po' come se avessi un'altra personalità, ed è come se queste due personalità fossero agli antipodi e più il tempo passa, più non sono io ma è come se fossi l'altra. Dopo di lui ho iniziato a frequentarmi con vari ragazzi, anche nello stesso momento, proprio come facevo prima di stare con lui, perché sinceramente non mi importava di nessuno e soprattutto non mi colpiva nessuno. Iniziò a piacermi un ragazzo, ma continuavo anche a stare con altri perché non mi andava di ascoltare il mio cuore. Io a lui piacevo parecchio, e dopo tanti alti e bassi (più bassi che alti) nei quali io iniziai ad aprirmi e ad ascoltare il mio cuore per una volta nella mia vita, mi dice di essere ancora innamorato dell'ex. Quel giorno mi è crollato il mondo addosso. Ho addirittura pianto! Un mese dopo, soffocata dai miei sentimenti, confessai il mio amore, che ovviamente non era ricambiato. Ho preso molto bene la cosa perché mi serviva più che altro per andare avanti. Non so se emotivamente sono stata male ma fisicamente e più che altro mentalmente si, inizialmente ho iniziato a soffrire di insonnia e spesso mi veniva una gastrite nervosa, ho iniziato a fare uso di alcolici, via via sempre più frequentemente e poi, il mese scorso, sono subentrati anche attacchi di panico, che cadevano tutti i giorni alla stessa ora. Da quando ho chiuso con questo ragazzo mi accorgo di essere sempre più strana. Ovviamente non sto cambiando per lui ma credo che stia cambiando per la sofferenza, dato che è stato l'unico ragazzo per cui io abbia sofferto. Spesso mi guardo allo specchio e non mi riconosco, sono cambiata ancora di più, fisicamente ma soprattutto mentalmente. Non ci sono mai con la testa ed è come se non fossi dentro il mio corpo, non ricordo quasi niente di ciò che mi capita, non provo emozioni, se non l'ansia e il terrore durante gli attacchi, e quando tocco qualcosa non percepisco niente. La cosa che piú mi allarma è che certe volte mi capita di impazzire, ad esempio parlo da sola anche in modo sconclusionato e rido istericamente, oppure ad esempio penso a delle cose che mi infastidiscono tipo "mi sto affezionando" - perché mi sto frequentando con un ragazzo da tre mesi - e mi dó schiaffoni o colpi in testa. Sono solo un involucro. Adesso gli attacchi vanno un po' meglio grazie al lexotan, però spesso le gocce mi hanno fatto stare male e infatti piano piano sto riducendo la dose. In tutto questo mia madre è molto assente, presa da 1000 cose tranne che dalla cosa che dovrebbe essere più importante, ossia io. Sa tutto, sa dei miei attacchi e del mio malessere generale perché spesso gliene ho parlato, ma in fin dei conti non mi sono mai aperta con lei. Le ho detto che vorrei andare da uno psicologo e da uno psichiatra, ma lei fa finta di niente. Non so veramente cosa fare e come fare. Sento che ho veramente bisogno di aiuto, ma non so come fare. Mi scuso per il mio romanzo molto sconclusionato, ho cercato di esporre il mio quadro generale per far comprendere al meglio la mia situazione, inoltre ringrazio in anticipo per la lettura e per eventuali risposte.