gravidanza indesiderata: terribile indecisione

Inviata da Irene · 17 set 2012 Psicologia sociale e legale

Buongiorno,
sono una ragazza di 28 anni, ho scoperto da pochi giorni di essere incinta, sono all'ottavo giorno di ritardo. Sono tornata da due settimane dalla Bolivia, dopo 6 mesi di volontariato, e mi sento crollare il mondo addosso. Il padre di questo bambino è boliviano, uno studente universitario con cui ho vissuto una breve relazione quando ero lì, e che non ho più sentito da quando sono ritornata in Italia.
Ho desiderato tanto che non fosse una gravidanza, di notte sogno di avere un aborto spontaneo ma quando mi sveglio l'incubo continua, il più grande problema della mia vita è ancora lì senza che io sia in grado di risolverlo, di prendere una decisione.
Io non sono credente in Dio, però credo fortemente nella sacralità della vita umana. Soprattutto negli ultimi sei mesi, mi sono avvicinata a delle tecniche quali la meditazione e lo yoga per conoscere meglio me stessa e trovare una pace interiore da poter trasmettere anche gli altri. Sono laureata in Cooperazione allo sviluppo e il percorso lavorativo nell'ambito sociale che ho scelto è un segno della mia predisposizione verso gli altri, del mio desiderio di migliorare ogni giorno come persona e di fare il bene nella mia vita. Como potrei continuare con questo percorso se abortissi? Mi sentirei un'assassina, che ha tolto volontariamente la vita ad un altro essere umano innocente. Sì, per me si tratta di un essere umano fin dal concepimento.
Non volendo sentirmi in colpa tutta la vita per un gesto così orribile come l'aborto, pensavo al parto anonimo in ospedale, dando in adozione il bambino. Affrontare la gravidanza e darlo alla luce sarebbe il mio piccolo sacrificio per dargli la possibilità di vivere e di avere un futuro. In questi casi il bambino in pochi mesi è già tra le braccia di due genitori che lo desiderano con tutto il cuore. La mia famiglia è completamente contraria a questa possibilità, mia sorella si è addirittura offerta di crescerlo lei insieme ai due suoi bambini pur di non darlo a qualcun altro. Io non vedo un figlio come qualcosa che ti appartiene, ma come la possibilità di mettere al mondo una vita, di crescerla, di dargli il meglio, di formarlo come una persona onesta, felice. In questo senso, preferisco dargli l'opportunità di venire al mondo, piuttosto che togliergli la vita. Mi avvertono che lui soffrirà, si chiederà sempre perché l'ho abbandonato e mi cercherà...e allo stesso modo io mi tormenterò tutta la vita rimpiangendo questo errore. Io mi chiedo, ma se io questo bambino non lo voglio, è frutto di un errore, non sono pronta a dedicare tutto il mio amore e la mia vita a lui, non è meglio che cresca in una famiglia che gli può dare tutto questo? Io vedo l'adozione come un'alternativa all'aborto, e non come un abbandono.
La terza scelta è tenerlo. Io ho sempre pensato che un figlio fosse il frutto dell'amore dei suoi genitori e non ho mai immaginato un bambino senza un compagno. Non ho un lavoro, avevo mille progetti di lavoro e di viaggio e il sogno di incontrare l'amore della mia vita con il quale costruire una vera famiglia. I miei genitori mi potrebbero aiutare economicamente, anche se non navighiamo certo nell'oro, ma questo vorrebbe dire vivere a casa con loro, dipendere da loro, continuare ad abitare in un paesino del sud Italia dove non mi trovo bene, da dove sono sempre scappata in cerca di qualcosa di diverso. Io so che quando si vuole, tutto è possibile. Non sono in condizioni sociali così estreme da non potercela fare, quando uno si rimbocca la maniche può raggiungere risultati che neanche immagina...ma la domanda è: "Io lo voglio fare???" Fare tutti questi sacrifici, dedicare tutte le mie energie a un bambino che non credo di volere??
Ogni momento desidero di avere un aborto spontaneo, affinché questo incubo abbia fine, e per non dovermi prendere la responsabilità di ucciderlo. Come faccio a capire se è solo paura o se realmente non voglio questo bambino e di conseguenza non sarò in grado di dargli l'amore di cui ha bisogno? Ho letto di storie in cui i figli sentono di non essere stati desiderati, sentono il peso delle rinunce a cui i loro genitori si sono sottoposti per loro, e io non voglio farlo crescere così.
Grazie mille per questa opportunità di essere ascoltati, ancora non sono riuscita ad avere un appuntamento con la psicologa del consultorio e il vostro parere mi sarebbe estremamente di aiuto.

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Miglior risposta 19 SET 2012

Non so come ringraziarvi per il vostro sostegno e la vostra comprensione. Le parole di ognuno di voi mi sono di grande aiuto, seppur virtuale, in questo momento. Purtroppo l'unica psicologa del consultorio della mia città è in congedo fino a giovedì e ancora non so quando potrà ricevermi. Nel frattempo la disperazione mi logora, nonostante finora abbia cercato di rimanere il più lucida possibile, per non incorrere in decisioni dettate dalla confusione o dalla paura. Non ho ancora informato il padre del bambino, nonostante credo che sia giusto che lui sappia, perché non annovero la nostra breve relazione come qualcosa di importante né credo che il suo parere possa influire sulla mia decisione. Lo sento completamente estraneo alla mia vita e in nessun modo vorrei che una decisione così importante dipendesse da qualcuno che ha avuto così poco peso nella mia esistenza. Ad oggi, non ci siamo assolutamente cercati dopo la mia partenza. In ogni caso lo contatterò in questi giorni. Ho riflettuto a lungo sulla possibilità del parto anonimo e credo di essere arrivata alla conclusione che non sarebbe una decisione opportuna nè per me nè per il bambino. Abortire per me significa non essere più in grado di considerarmi una persona onesta, generosa, propensa a difendere la vita e la giustizia, come mi sono considerata finora. Ho paura che i sensi di colpa spazzaranno via tutta la positività e la gioia di vivere che mi ha contraddistinto, seppure con alcuni periodi bui, nella mia vita. Dall'altro lato, nel caso in cui diventassi madre, vorrei esserlo in modo consapevole e cosciente, pronta a sacrificarmi e dedicare la mia vita a un figlio senza rimorsi nè accuse per le rinunce effettuate. Il punto è proprio questo, non riesco a guardarmi dentro per capire cosa sento realmente. Fino ad ora, non avevo mai vissuto traumi che mi avessero particolarmente segnato, la mia vita è stato un lento evolversi e coscientizzarsi riguardo a me stessa e il mondo che mi circonda. Nonostante abbia commesso tanti errori, non c'è niente che mi rimproveri in modo specifico. Ho però paura che, abortendo, mi colpevolizzerò a tal punto da sentirmi degna di soffrire, e preferirò soffrire invece di essere felice. Mi sembra di capire che essendo cosciente di quello che farò, nel caso dell'aborto, non mi sentirò giustificata dal momento o dalla pressione degli altri. Ringrazio ognuno di voi per avermi letto con così tanta attenzione e delicatezza, è un gran sollievo poter avere uno spazio sicuro in cui sfogarsi e confrontarsi.

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24 APR 2015

Cara Irene,
comprendo quanto possa essere difficile questo momento della sua vita. La nascita di un figlio introduce nella nostra vita innumerevoli cambiamenti per cui quasi mai ci sentiamo minimamente preparati e che creano innumerevoli ansie e uno stato di angoscia profondo che ostacola le nostre decisioni. Intanto mi sembra positivo che abbia valutato le possibilità a disposizione e che stia riflettendo su quale potrebbe essere quella migliore per lei. Mi sento di dirle che le fantasie che nutre al momento nei confronti del bambino, sono il frutto della sua angoscia. Ciò che sta affrontando la espone a innumerevoli difficoltà e gioie, un percorso di maturazione profondo che se deciderà di intraprendere la condurrà a conoscere giorno per giorno un pò più di se stessa. La genitorialità è lavorare insieme. Io la inviterei a riflettere non da sola, ma di condividere questo momento anche con il padre del piccolo.
In bocca al lupo

Dott.ssa Angela Niro Psicologo a Foggia

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19 GEN 2015

Gentile Irene,
lei dimentica un'altra persona importante: il padre del bambino. Avrà diritto di sapere la notizia, di avere una voce in capitolo? Atavicamente è il padre che mantiene economicamente i figli e perciò questo ragazzo non dovrebbe sottrarsi ai suoi doveri, dandole così una importante mano di aiuto.
Tenga anche presente che un figlio, sopratutto il primo, è in genere una formidabile occasione di crescita psicologica e di maturazione che la invito assolutamente a non sottovalutare, mentre un aborto è spesso un trauma.
Ovviamente anche la madre ha dei doveri verso il nuovo nato che si specificano nell'allevarlo, dovere che spetta anche al padre, ma ciò comporta non solo doveri, ma anche piaceri e soddisfazioni.
La vita ci riserva sorprese e difficoltà cui cerchiamo in genere di far fronte al meglio.

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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29 SET 2013

Carissima Irene,
Non so cosa tu abbia deciso e mi piacerebbe saperlo, ma ti racconto la mia storia.
Rimasi incinta a 18 anni, primo anno di università, di una persona che non amavo e che infatti avevo lasciato qualche mese prima ma che era rientrato prepotentemente nella mia vita e non voleva andar via.
Io sono sempre stata contro l'aborto, ma in quel caso, essendo così giovane e con tutta la vita davanti, con l'università appena iniziata e con un ragazzo che non volevo assolutamente avere nella mia vita per sempre, decisi di abortire. Il mio problema più grande era dover dire ai miei genitori di essere rimasta incinta. Sono cattolici e sono un po' conservatori sul sesso e quindi avevo il terrore di deluderli. Non dissi niente, né a loro né ai miei fratelli e sorelle. Sicuramente se avessi avuto il loro appoggio non avrei abortito. Inoltre non volevo assolutamente sposarmi o rimanere legata a questa persona che avrebbe approfittato di questo bambino per appiccicarsi a me per sempre.
L'anno dopo mi sono punita: non uscivo, studiavo come una pazza, rimasi con questo ragazzo che non amavo per espiare la mia colpa. Poi decisi di lasciarlo, non lo avevo mai amato davvero e fino ad oggi, 12 anni dopo, ho vissuto la mia vita, tra alti e bassi con successo. Adesso sono sposata e mio marito sa tutto.
Ma qualcosa è cambiato in me. La mia coscienza è rimasta sporca. Mi sono confessata mille volte, ma non mi sono mai veramente perdonata. Adesso sto provando ad avere un bambino e spero che arriverà. Ma pensa come potrei sentirmi se non arrivasse mai?
Tu parti già da una posizione migliore. Sei più grande, la tua famiglia ti appoggia, il padre è lontano e non penso influirà molto sulla tua decisione.
Se già hai tanti dubbi, pensa come potresti sentirti dopo....
Conosco una ragazza di 27 anni che ha abortito perché glielo ha chiesto il suo ragazzo. Lui dopo l'ha lasciata. Adesso è disperata. Voleva quel bambino ma la paura di perdere qualcosa, che poi era piccola, l'ha fatta decidere in questo modo, rinunciare a qualcosa di grande.
Io ho visto molte ragazze madri rimboccarsi le mani e che alla fine hanno fatto carriera. Sono donne forti, come mi sembri tu. Sei così ricca dentro, che non potrai che fare la scelta giusta. Hai solo bisogno di aiuto, di affetto della tua famiglia, di una persona competente, come uno psicologo che ti aiuti e magari dell'aiuto pratico di una comunità o di un consultorio.
È normale che tu abbia paura: conosco gente sposata e innamorata che ha paura di avere figli.... ma vedrai che ce la farai. Trova la forza dentro di te! In bocca al lupo!

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4 LUG 2013

Ciaoo Irene,
Nemmeno a farlo a posta mi chiamo irene anche io, vengo dalla puglia ma io e il mio ragazzo ci siamo trasferiti in america ed eccomi incinta da due mesi.
Una laurea, un master, sogni, speranze e paura di dovef sacrificare tutto per il bambino. Nin riesxo a giardarmi nel profondo come te e ho troppa puradsi ca, biamenti radica li.
Tu cosa hai deciso all fine?
Grazie mille. Un abbraccio

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26 APR 2013

Cara Irene, mi trovo in una situazione del tutto simile alla tua, anzi, probabilmente peggiore, perhè non ho l'appoggio della mia famiglia e perchè il padre è un tossicodipendente sposato e con un figlio. Vorrei sapere, sempre che ti vada, qual è stata la tua scelta definitiva e come la vivi a tutt'oggi.
Un abbraccio, Natascia.

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25 SET 2012

Gentiele Irene,
lei si trova in un momento molto difficle, forse il più difficle da quando è nata. Mi sembra che si sia già mossa verso la giusta direzione contattando il consultorio. Qui troverà persone competeneti ed uno psicologo che potrà ascoltarla.Ciò sarà molto utile perchè potrà prendere maggiormente contatto con quello che sente e ragionare su che cosa desidera veramente. Penso infatti che nella sua storia siano molto in gioco i desideri, il desiderio di aiutare gli altri, il desiderio di essere amati e di amare...Lei intitola la sua lettera "gravidanza indesiderata". E' molto importante che lei rifletta su questo. E' anche fondamentale che lei, anche se restia, contatti il padre. Infatti è giusto che anche lui possa espriemre quello che pensa, contribuirà maggiormente a chiarire quale sarà la sua scelta.
Cordialmente
dott.ssa Iolanda Pappalardo

Dott.ssa Iolanda Pappalardo Psicologo a Milano

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19 SET 2012

Cara Irene,
complimenti per la tua analisi lucida e accorata, nono tutte le donne hano una tale capacità di analisi in simili circostanze.
Non sei sola nel prendere questa decisione, mi sembra di capire che tu sia contornata di affetto e collaborazione, anche questo non è da darsi per scontato. L'ultima parola spetta comunque solo a te ed è un bene che tu prenda una decisione in completa autonomia, (che non vuol dire solitudine), poiché qualsiasi essa sia ti cambierà la vita, in un modo o in un altro.... come donna e come madre comprendo perfettamente la tua sensazione di essere dilaniata tra scelte equiponderanti, ma fidati in te ce n'è una che prevale sulle altre e sono certa che hai tutte le capacità emotive e logiche per lasciare che essa emerga. L'idea di fare un colloquio al consultorio mi sembra ottima spero solo i tempi di attesa non siano troppo lunghi.
In bocca al lupo per tutto e un abbraccio

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18 SET 2012

Cara Irene,
Innanzittutto complimenti per l'umanità e la lucidità mentale con cui sta affrontando questa situazione: il fatto che Lei abbia pensato a tutte le soluzioni possibili e si sia rivolta a un consultorio dimostra maturità e responsabilità. Sicuramente il fatto di parlarne con uno psicologo Le potrà essere di aiuto nel decidere con piena consapevolezza anche delle conseguenze di qualunque scelta Lei prenderà. Far nascere un figlio e vederlo crescere è un'esperienza unica, che richiede però anche molti sacrifici: soppesi bene la sua scelta! Si sente pronta a rinunciare a tutti i suoi sogni di crescita personale e professionale, in questo momento della sua vita? Oppure: si sente pronta a veder crescere Suo figlio nella Sua famiglia, ma facendosi chiamare "Zia"? Oppure: si sente pronta a "donare" questo meraviglioso essere a un'altra famiglia, senza avere mai la possibilità di vederlo crescere e sapere quale sarà il suo futuro? E il padre? Ne è a conoscenza? Non crede potrebbe essere una risorsa per Lei il fatto di parlarne insieme e provare a cercare una soluzione insieme? Malgrado la distanza, è pur sempre parte del frutto che porta in grembo! Un'ultima considerazione: rinunciare in questo momento a un figlio, non è una decisione che prescinde dal fatto di poterne avere altri in futuro! Ogni donna diventa mamma al momento giusto! Nessuno potrà dirLe cosa è meglio per Lei o per Suo figlio!
Auguri!
Dr.ssa Valentina Segato

Dr.ssa Valentina Segato Psicologo a Trieste

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18 SET 2012

Cara Irene, immagino e comprendo la sua angoscia e la sua confusione. Non tutte le donne sono necessariamente pronte a diventare madri, nemmeno nel momento in cui portano in grembo un'altra vita. Credo che in un caso come questo ognuno si arroghi il diritto di dire la sua, ma lei cerchi di fare chiarezza in sé stessa e cerchi di immaginare come potrà essere la sua vita d'ora in poi. Perché la sua vita è già diversa da come era ieri, inevitabilmente, qualsiasi scelta farà, la porterà ad avere una nuova consapevolezza: come madre nel quotidiano se deciderà di tenere questo bambino, come madre naturale che ha messo al mondo il suo bambino e lo ha affidato ad amorevoli cure altrui, oppure come madre che , consapevolmente ha deciso di non mettere al mondo un bambino non desiderato, se infine dovesse decidere di intraprendere la strada dell'interruzione volontaria di gravidanza. Se come lei asserisce, questo sarà comunque bambino non voluto, cerchi di prendere del tempo per valutare quanto di sé è disposta a mettere in gioco e soprattutto quale madre di questo bambino lei potrebbe diventare.
Saluti

Dott.ssa Marianna Padovano

Dott.ssa Marianna Padovano - Studio Psicologico Anemos Psicologo a Guidonia Montecelio

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18 SET 2012

Ciao Irene, mi permetto di darti del tu ( e te ne chiedo scusa) perchè non voglio creare nessun tipo di distanza con te. Le tue parole mi hanno commosso e forse ti sembrerà strano, ma in ognuna di esse io ci ho visto dentro una madre. Non ti scrivo questo per indirizzarti verso una scelta piuttosto che un'altra, ma perchè davvero è ciò che mi è arrivato. Comprendo le tue paure e le tue insicurezze e ammiro il fatto che tu metta davanti a tutto comunque e sempre quello che per te è il valore di una vita umana. Sai che aiutarti tramite una breve risposta, in questo sito, non è possibile, ma credo che tu stia facendo la scelta giusta rivolgendoti ad un Consultorio Familaire. Lì sapranno ascoltarti, accoglierti e tenerti per mano in qualsiasi decisione deciderai di prendere.
Ti abbraccio affettuosamente.
Dotto.ssa Stefania Corda

Dott.ssa Stefania Corda Psicologo a Cagliari

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18 SET 2012

Cara Irene,
dalle sue parole emerge il grande stato di angoscia, di confusione in cui si trova. Ha fatto molto bene a prendere contatti con la psicologa del consultorio. Qui oltre ad una decisione consapevole, tenerlo o darlo in adozione, farlo crescere a sua sorella ect, occorre comprendere il suo vissuto le sue paure più profonde. Per questo che non mi sento di dirle altro, troppi pareri in questo momento potrebbero portare ad incrementare l'ansia e questo stato di disorientamento.
Un Caro Saluto
Dr. Elisabetta Bellagamba

Dr.ssa Elisabetta Bellagamba Psicologo a Castiglion Fiorentino

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18 SET 2012

Gentile Irene,

alle volte ci si crea delle aspettative o delle immagini, fantasie , desideri, di come vorremmo che alcuni eventi della vita vadano. La vita è fatta di imprevisti considerati e non; nel suo caso, l'essere rimasta incinta è un evento che è capitato per mancanza di attenzione? Nel caso in cui fosse così, ci si adatta all' imprevisto appunto. La scelta che pone è una scelta difficile perchè da parte va a rompere l'idea che si era fatta dell'avere un figlio, ovvero con un compagno e una famiglia; dall'altra parte ciò che le sta capitando è un dono della natura, un vero miracolo misterioso, qual'è il poter dare al mondo una nuova vita. Non mi sento di esprimere un parere; ciò che mi viene da dirle che ciò che è le è stato donato e qualcosa che è stato dato a lei; ha la fortuna di essere appoggiata e sostenuta e spesso, anche se dolorosamente per le proprie aspettative, anche altre figure risultano essenziali per la crescita di un figlio, soprattutto in situazioni in cui manca un papà vicino.
Le auguro di fare la scelta piu consapevole!

Dott.ssa Roberta De Bellis Psicologo a Gallarate

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18 SET 2012

Buonasera Irene,
comprendo il suo sgomento, la decisione che deve prendere è importante, ma credo che nessuno possa dirle quale sia la cosa migliore da fare.
Nella sua mail ha descritto bene i pro e i contro di ciascuna delle opzioni: essere sincera con sé stessa è, forse, l'unico modo per fare una scelta e per sopportarne il peso.
Le porgo i miei migliori auguri
Dr.ssa Alessia Serra

Dott.ssa Alessia Serra Psicologo a Santa Maria delle Mole

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18 SET 2012

Cara Irene, ho letto con attenzione la tua lettera.
Mi sembra di percepire che ti sono chiare tutte le possibilità e sento anche che ne parli con molta naturalezza e franchezza. Io sono per la vita e, in ogni caso, per la vita. Che è unica e inviolabile, indipendentemente da tutto. Ma questo è il sentire mio e personale e mi rincresce doverti dire che la decisione finale spetta solo a te.
Una cosa che non son riuscita a capir tra le tue righe riguarda il ragazzo boliviano. Siete rimasti in contatto? Gli è giunta la notizia della Gravidanza?
Il tuo racconto è tutto in prima persona, come è giusto che sia, ci parli della tua famiglia, di tua sorella, ma niente di lui. E' una persona che c'e' nella tua vita? Questo punto è fondamentale da capire e meriterebbe di essere approfondito.
Un cordiale saluto Alessandra Varotto

Studio di Psicologia Varotto Psicologo a Abano Terme

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18 SET 2012

Carissima Irene,
la sua sua mail è densissima di emozioni, di pensieri..importantissimi, delicatissimi, che mi arrivano forti fin qui..
Quanto le scrivo , a distanza, dietro ad un pc, mi sembrerebbe sempre alquanto riduttivo, per la profondità della situazione che sta vivendo e su un tema, la Vita, che non può e non deve essere trattato alla leggera, per nessun motivo.
Ha fatto bene a chiedere aiuto ad una collega e la prego di insistere sull'urgenza. Eventualmente contatti, viste le possibilità che mi par di capire , inqualche modo, vi siano, un collega privatamente, dimodochè la sostenga e la guidi in questo momento così importante, per fare la chiarezza opportuna.
E' una scelta di vita e per la vita fondamentale, la sua, quella del bambino e quello che ne ruotra attorno.
Capisco che sia frutto di una breve relazione, ma , le chiedo, ..questo ragazzo non è possibile contattarlo in qualsiasi modo? Ne è completamente ignaro? E' suo padre e credo fermamente che vada avvertito, contattato e che sia assolutamente necesario che ne parliate seriamente e in modo adulto.
Non ne fa menzione nelle sue righe.
Riguardo alla scelta da fare, penso sia assolutamente necessario affrontare la situazione, mettere luce, sul suo vissuto, sui significati di un'eventuale direzione e le prospettive futuri.
In questa sede mi sembra troppo indelicato e non approfondito qualsiasi parere "lontano" , da parte mia.
Le auguro tanta serenità e chiarezza per decidere della sua vita e del nascituro.
Spero allo stesso modo che possa contattare questo ragazzo al piu presto e non fare tutto da sola.
Un grosso grosso abbraccio

Dott.ssa Elisa Fagotto Psicologo a Portogruaro

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18 SET 2012

Cara Irene,
La abbraccio forte per questo dilemma. Ha proprio bisogno di essere ascoltata, supportata, guidata..spero che prima che arrivi questa risposta lei abbia già usufruito di un consulto psicologico, in un contesto reale di accoglienza e non virtuale...Ho bisogno di ricordarLe che i figli nascono da noi donne, hanno dei padri che spesso non sono i nostri compagni, ma non per questo devono essere allo scuro della realtà e vengono accolti all'interno di una famiglia..Valuti le risorse famigliari, se è pur vero che un bimbo ha bisogno di una mamma, l'errore di crederci onnipotenti può nuocere alle nostre scelte, quali esse siano. Non tralasci di indagare anche le ragioni, il senso profondo di una gravidanza, che non è mai un caso...Valuti se esiste lo spazio psichico per l'accoglienza di un figlio o meno, la presenza fisica, il lavoro, i sogni, possono essere continuati con o senza figli. Auguri e si faccia aiutare. Sportellopsiche

Sportellopsiche Dott.ssa Stefania De Giovanni Psicologo a Napoli

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