ho 33 anni e vivo ancora coi genitori... genitori troppo apprensivi.
Sono una figlia sincera, che racconta tutto, dice ove va e con chi esce...
Mia mamma fa sia da mamma che da amica, e questo forse è il problema. Se faccio qualcosa che per lei non va bene (che può anche essere realmente sbagliata eh...) sta male! Trema, si prende l'ansia e piange....io cosi sto peggio. E' come un ricatto emotivo..e se anche faccio la scelta che lei non vuole, da una parte mi sento in colpa perchè soffre. Altre cose non me lasciano affrontare per paura o dicendo che "nn mi vedono pronta" o "sei sicura?" insomma...ho già le mie paranoie e loro in certi casi le aumentano.
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1 AGO 2018
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Gentile Luisa,
la convivenza con i genitori, nonostante sia ormai una giovane donna, contribuisce a mantenere un legame molto forte, limitando tuttavia la sua autonomia.
Il rapporto di confidenza con sua madre, può essere un’ottima risorse in quanto le permette di avere buoni consigli, ma le decisioni sono sue, giuste o sbagliate che siano.
Valuti l’opportunità di un percorso psicologico, mirato ad aumentare la sua autostima, riducendo i sensi di colpa e a promuovere una nuova modalità relazione con i suoi genitori.
Un caro saluto
Dott.ssa Vanda Braga
31 LUG 2018
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Luisa,
nonostante i pochi elementi a disposizione, mi sembra che la tematica da lei descritta abbia a che fare con la difficoltà a definirsi come 'Luisa' indipendentemente dal giudizio dei suoi genitori. La condivisione è importante ma dal suo racconto sembra emergere una difficoltà a svincolarsi da questa sorta di sorveglianza a cui si sente obbligata.
Sarebbe ideale approfondire la sua storia personale e familiare all'interno di un percorso di consulenza psicologica ed un eventuale percorso psicoterapeutico.
Un cordiale saluto,
dott.ssa Letizia Pellegrini
psicologa clinica psicoterapeuta - EMDR Roma
31 LUG 2018
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Luisa,
la risposta alla sua ultima domanda è "Si" se la sua vita non è soddisfacente e se lei sente di non riuscire ad esprimere le sue potenzialità.
L'idea che trasmette nella sua lettera è quella di un "congelamento" dello schema di relazione figlio adolescente/genitori, , prolungandosi oltre i limiti di quello che l'età cronologica giustificherebbe. Ma mi sembra lei abbia in sé un buon potenziale di crescita e maturazione, che però non mette in atto perché le sembra di poter "far danno" ai suoi genitori prendendo completamente tra le sue mani la sua vita e le sue scelte. Quando lei dice di essere una "figlia sincera", sembra comunicare che sarebbe come dire...."sleale" poter conservare una parte di sé più riservata e privata, quasi lei avesse il "dovere" di comunicare tutti i suoi vissuti ai suoi genitori. Quando si diventa adulti, invece molti dei vissuti di un figlio (sentimenti, pensieri, orientamenti, etc.) diventano non completamente comunicabili e condivisibili con i genitori, perché appartengono ad una personalità specifica e diversa dalla loro , ad un un'epoca di formazione con ideali e riferimenti differenti, ad un futuro che sembra delinearsi secondo principi, prospettive obiettivi e speranze del tutto peculiari, spesso per loro incomprensibili.
E' molto importante, pertanto, per la sua presente e futura realizzazione, che lei adotti se stessa , con le sue inclinazioni, le sue passioni ed i suoi punti di forza come bussola per le sue scelte, abbandonando i sentimenti di colpa nei confronti dei suoi genitori (ed in particolare di sua madre), rassicurandola anzi della sua aumentata consapevolezza e maturità come garanzia di migliori capacità decisionali... e quindi di successo nei varia ambiti della sua vita. Se poi questo percorso le apparisse troppo arduo, le converrebbe rivolgersi per un percorso di potenziamento della consapevolezza e dell'autostima ad uno psicologo .
Deve dare a se stessa il diritto di crescere e di emanciparsi, ed ai suoi genitori la sicurezza e la serenità di poterla lasciare crescere!!
Molti auguri
dott. paola miele caccavale , napoli , Centro PER.FA.RE.
31 LUG 2018
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Luisa,
la dinamica che lei descrive è molto comune e caratteristica di molte famiglie. Ci sono diversi aspetti in quello che dice che potrebbero essere affrontati: il senso di colpa che prova quando fa delle scelte non condivise da sua madre, il fatto che i suoi non la reputino "pronta" per determinate esperienze, il ricatto emotivo di cui è parte. Tutti elementi, questi, che potrebbero essere letti con un'altra chiave di lettura, per esempio quella delle relazioni familiari e dello svincolo dalla famiglia di origine, ma ovviamente tutto ciò si può fare solo con un percorso mirato. Quello che le consiglio è di contattare uno psicologo, online o nella sua zona per intraprendere questo percorso.
Buona giornata
30 LUG 2018
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buonasera Luisa,
Il suo quesito è breve, tuttavia porta con sé una problematica abbastanza comune, la quale porta sofferenza e difficoltà ad avere una propria personalità, avendo paura di deludere una figura di riferimento. Al fine di poterla aiutare sarebbero necessari ulteriori elementi, della sua storia e del problema che riporta. Al esempio vive ancora nella casa di famiglia per scelta?paura di uscire di casa essere indipendente?per una motivazione economica?Qual è la sua paura Luisa? e soprattutto chi è la vera Luisa?
Le consiglio un percorso psicologico, online o da un professionista della sua zona.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, mi scriva