Genitori pressanti, senso di inferiorità

Inviata da Sara · 21 feb 2019 Terapia familiare

Salve a tutti. Ormai scrivo qui da molto e i vostri consigli sono sempre molto utili ma oggi proprio non riesco a capacitarmi dell’accaduto e sono due ore che sto rimuginando su me stessa e sulla mia vita.
Ho 19 anni, frequento il primo anno di università ed oggi sono stata bocciata per la prima volta ad un esame; un po’ me lo sentivo perché la matematica non è il mio forte, sono andata nel panico e il tutto non è andato come speravo.
Decido di chiamare mia madre per dirle ciò che è accaduto e più che una consolazione mi sento dire “beh, ma che vogliamo fare? perché non studi? non lo vedi tuo fratello quanti risultati positivi porta?” tutto ciò mi ha fatto sentir ancor più male ed ogni volta che provo a dire “potreste smetterla fare un paragone con mio fratello?” loro dicono “non stiamo paragonando, stiamo solo dicendo che devi fare come lui, sennò lascia l’università”.
Io non so più cosa fare, dopo aver risentito mia madre mi sento dire “sei sempre andata male in matematica, che ti aspettavi da questo esame? secondo me dovresti iscriverti a Lettere, così magari trovi meno difficoltà, prendi in considerazione tutto ciò”.
Ma a me piace la facoltà dove sto, perché dovrei cambiare? Per un esame che non mi va bene? Io non ce la faccio più, i miei colleghi hanno cercato di rassicurarmi ma sapere che sono “la pecora nera” della famiglia mi fa stare molto male.
Quando i miei genitori parlano con altre persone, parlano sempre di mio fratello, di quanto va bene all’università, dei risultati che porta, ma di me neanche una parola, lui ormai è “l’orgoglio della famiglia, il futuro magistrato”.
Essendo studentessa fuori sede ed oltretutto anche sempre sola, mi auguro di non ricadere in qualche brutta situazione di depressione e tristezza, ma è da un po’ di tempo che non riesco più a vivere serenamente. Sapere che loro pagano l’università mi fa stare male, come se mi sentissi un peso, sono stanca di sentirmi dire “prendi esempio da tuo fratello”.
Mi auguro che non ci siano risposte tipo “lei ha bisogno dell’aiuto di uno specialista”, sí, me ne rendo conto, ma sinceramente parlando non ho (purtroppo) la disponibilità economica per permettermi tutto ciò. Cordiali saluti, spero comprendiate

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Miglior risposta 24 FEB 2019

Gentile Sara,
le consiglio di valutare la bocciatura ad un esame non come una tragedia ma come una opportunità per colmare quelle lacune che sono state evidenziate nel corso dell'esame stesso e sono quindi un fatto oggettivo.
Quanto al rapporto con sua madre, è evidente che è abbastanza conflittuale e da qui scaturisce il frequente paragone che fa con suo fratello.
Lei parla di tristezza e di rischio depressione ma dovrebbe sapere che questo rischio è più elevato nella categoria di persone a struttura rigida e con carattere alquanto puntiglioso e caparbio, categoria a cui lei sembra appartenere.
Infine, il fatto di non avere la disponibilità economica per fruire dell'aiuto di una psicoterapia non è un buon motivo per cui non la si debba consigliare ed infatti gliela consiglio pur sapendo che può non ascoltare.
Comunque, in caso di difficoltà economiche, gli studenti possono provare a rivolgersi allo sportello di ascolto e consulenza psicologica dell'Università oppure al servizio di psicoterapia della ASL di appartenenza tramite la richiesta del medico di base.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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22 FEB 2019

Gentile Sara,
penso che i tuoi genitori parlino con la voce delle loro paure (di fallimento? rovina? insoddisfazione?) che poi fanno ricadere su di te.
Quindi per prima cosa prova a mettere una distanza tra ciò che dicono e quello che sei perché non ti riguarda del tutto ma solo in piccola parte.
In secondo luogo, porta alla luce questo meccanismo facendo notare ai tuoi genitori che quello che dicono è il risultato delle loro paure non di quello che sei veramente.
Infine, raccontagli come sei tu veramente, quello che pensi dell'esame non andato, della facoltà che hai scelto e dei tuoi progetti. Aiutali a conoscerti per come sei senza il filtro delle loro proiezioni.
I figli non possono essere la risposta alle aspettative dei genitori ma sono i genitori che imparano ad accettare la libertà di essere se stessi dei propri figli.
E forse trai i due fratelli sei più fortunata te ad avere questa possibilità.
Sull'argomento ti consiglio la lettura di un romanzo "La figlia sbagliata" di Raffaella Romagnolo. e' un libro di facile lettura che potrà aiutarti a capire meglio le dinamiche di cui ti sto parlando.
Un caro saluto, dr Katjuscia Manganiello

Dr.ssa Katjuscia Manganiello Psicologo a Pesaro

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22 FEB 2019

Cara Sara, non ti dirò che hai bisogno di uno/a di noi, però sicuramente hai bisogno di un supporto umano, ci sono varie alternative, come i gruppi di auto-aiuto, oppure il SSN. Insomma è chiaro che la tua famiglia non ti sostiene molto. La cosa importante è valutare perché l'esame è andato male: pensavi di essere ben preparata? Oppure sai di avere grosse difficoltà con la matematica? Ad esempio io mi ero iscritto ad una facoltà scientifica, ma ho concluso che era troppo difficile per me. Ti consiglio vivamente di confrontare la tua preparazione o con un compagno/a molto bravi, o meglio ancora di prendere qualche ripetizione, ed anche di rivolgerti all'assistente del professore, se disponibile. In genere l'impegno dello studente, anche se non è brillante, viene premiato. Se invece ci si presenta agli esami senza mai cercare un colloquio con i docenti, in genere la valutazione è più severa. Bisogna insomma imparare quelle accortezze per vivere bene in Università! Mi dispiace molto per la severità dei tuoi, però bisogna anche pensare che non è uno scherzo pagare l'Università ai figli. Ai miei tempi molti lavoricchiavano, magari durante l'estate. Auguri!
dr. Leopoldo Tacchini

Dott. Leopoldo Tacchini Psicologo a Firenze

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