Ho 55 anni e ho, da 10 anni, un rapporto con una mia coetanea che è stata sposata e ha un figlio di 18 anni, non viviamo insieme ma a 387 km. Nell'ultimo anno si è rifatto vivo l'ex marito, che si è separato anche dalla moglie per cui l'aveva lasciata. Preciso che per ben 12 anni non si è occupato del figlio, passava gli alimenti, ma non lo prendeva con lui nemmeno sotto insistenza della ex moglie. Ora alla mia compagna è stato suggerito, penso dallo psicologo da cui andava o va non so, che gli incontri tra figlio e padre è meglio che avvengano in casa dove il bambino è sempre vissuto. Io sarò anche ignorante, ma forse questa cosa valeva subito dopo la separazione non 12 anni dopo, se ci sono stati dei traumi per il bambino sono già avvenuti. Il problema è che a me da molto fastidio che lui si presenti in casa come se niente fosse accaduto e la mia compagna lo accoglie per il motivo di cui sopra. Preciso che non sa della nostra relazione e so per certo che, perlomeno, all'inizio, ci ha riprovato. Ho provato a parlarne con la mia compagna, ma praticamente mi ha risposto che se questa cosa, come le è stato suggerito potrebbe far star bene il figlio io devo arrangiarmi e sopportare. Secondo voi è vero quello che è stato detto, dopo 12 anni gli incontri sono necessari in casa o è uguale se avvengono in altri luoghi purchè avvengano? Unica cosa che ho ottenuto è di non averlo fra i piedi quelle poche volte che vado a casa sua. Dice di amarmi e ci credo , ma non sa quanto male mi fa sentirla parlare dell'ex marito come se non l'avesse tradita e se ne fosse fregato del figlio per così tanti anni. In attesa di una Vostra gentile risposta Vi porgo cordiali saluti
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23 GIU 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Susi, la tua situazione sicuramente è per te fonte di mille interrogativi. Il rapporto della tua compagna con il suo ex è un rapporto, che, proprio per la presenza di un figlio comune, continuerà ad esistere. Tu chiedi se sia normale la scelta di vedere il ragazzo in un luogo "faniliare", probabilmente è la scelta migliore per lui, poiché, anche se sono passati molti anni, il tempo psicologico è assai diverso da quello cronologico.
Ci sono un sacco di difficoltà in un rapporto omessessuale che per certi versi differiscono da uno eterossessuale, ma per altri non ne sono troppo distanti: la tua compagna ha un figlio e lo ha avuto con un uomo, dal quale ha scelto per un qualche motivo di allontanarsi, ricostruendo la sua vita con te. Entrambe avete un passato, che come ben sai non si può cancellare, ma che sicuramente potete usare per costruire un presente più felice. Il nostro consiglio è di concentrarti sulla tua felicità, sui tuoi bisogni e di affrontare le tue paure. Se la tua compagna dice di amarti cercate di lavorare sulla reciproca fiducia e sul vostro rapporto, tutto il resto esiste a prescindere. Un caro abbraccio.
29 GIU 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Susi...inutile discutere se la decisione dle giudice sia giusta o no....è discutere di aria fritta, tanto le cose non cambiano.
Piuttosto...come mai hai paura di essere sostituita solo perché l'ex del tuo compagno viene a casa?
Qui il problema è tuo.
Sotto sotto, è probabile che l'idea " non sono all'altezza e potrei essere sostituita", ci sta...e questo, dipende dal tuo carattere.
Coraggio, si supera questo ed altro
25 GIU 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Susi,
forse il consiglio dato da quella collega psicologa di far avvenire gli incontri dell'ex marito della sua compagna a casa di lei non è risolutivo ma è comunque una "facilitazione" per quel rapporto padre-figlio ed è comunque approvato dalla sua compagna a cui sta a cuore soprattutto il benessere del figlio.
A parte ciò, è evidente che lei ha un problema di insicurezza che dovrebbe affrontare e risolvere (magari con aiuto psicologico) anche perchè, vivendo così lontano dalla sua compagna con poca possibilità di frequentazione, la gelosia può essere per lei fonte di notevole disagio e malessere.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
23 GIU 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Susi
diciamo che la proposta della psicologa punta ad annullare il tempo passato e il divario creatosi trai due (padre e figlio) attraverso lo "spazio casa" che rappresenta per il ragazzo una continuità e che costituirebbe una sorta di trait-d'union tra i due.
È un tentativo, diciamo così, di colmare un vuoto.
Potrebbe riuscire come non riuscire; a mio parere dovrebbero essere altri i parametri su cui fondare la "ricostruzione" di una relazione ad es. il sincero interesse del padre verso il ragazzo, il condividere qualche interesse , il trovare spazi e tempi comuni per fare qualcosa insieme.
Se devo essere sincera trovo un poco (forse) "opportunista" il riavvicinamento del padre in questo momento...guarda caso, proprio un momento in cui si è trovato da solo.
Invece per quanto riguarda lei comprendo che soffra e che viva la presenza di quest'uomo come una minaccia alla sua relazione.
Ma questo è tutto un altro argomento che, credo, debba affrontare con la sua compagna e con se stessa nel comprendere bene i motivi di questa sua insicurezza che le fa sentire come una minaccia la presenza di quest'uomo.
Sarebbe da approfondire con l'aiuto di uno psicoterapeuta.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologo Psicoterapeuta