Buongiorno, è un aggiornamento dalla domanda "gelosa della psicologa del fidanzato" del 5 aprile 2023. Sono più tranquilla e sono in terapia, in cui ho ampiamente affrontato la questione della gelosia per 1. L'attaccamento del mio fidanzato per la sua psicologa, 2. Il fatto che lei sembri incoraggiare un rapporto più personale e non abbia fatto nulla per evitare quella che a me sembra dipendenza emotiva (dopo 5 anni di terapia, lui le telefonava ogni volta che era agitato e lei si faceva chiamare a tutte le ore, anche quando era in ferie, anche se non erano emergenze, gratuitamente). Al momento sto cercando di esprimere i miei dubbi in modo più tranquillo rispetto a due anni fa, e voglio chiedere a voi perché la risposta del mio fidanzato è che quel che dico non ha senso, che è tutto normale, ecc. Vi chiedo, è normale che lui la chiamasse tra una seduta e l'altra amche solo per dirle cose che gli venivano in mente "per non dimenticarle" (detto da lui), gratuitamente? E che anche ora che non sta andando in terapia perché è a corto di fondi, ogni tanto la chiami? Lui dice che sono chiamate brevi e quindi non valgono come seduta ed è normale che non le paghi. Poi, è normale che lui sappia molti dettagli della vita personale di lei? Lui dice che avevano scopo terapeutico, ma lui sa cose tipo il nome dei suoi cani, che mestiere fa il vompagno e i suoi hobby, che ha venduto la casa dei nonni e cose così (e queste sono alcune di quelle che so io per caso, quindi è presumibile che ne sappia altre). Altro dettaglio, la ragazza che lui frequentava prima di me aveva la stessa gelosia e gli stessi dubbi. Lui inoltre dice che la terapia andrà avanti per sempre, che anche se non sente il bisogno di cure psicologiche ci tornerà appena può economicamente anche solo per parlare. Lui tende a cercare ragazze appena più grandi di lui per sentirsi coccolato (tutte le sue ex ragazze e anche io abbiamo 2-4 anni più di lui, e anche la psicologa. Aveva detto che era contento di averla "aiutata a fare esperienza" visto che quando ha iniziato lei aveva 29 anni e non aveva ancora finito la scuola di psicoterapia). Qualunque parere professionale sarebbe molto utile, per capire se mi sto sognando le cose o se quello che sento e penso ha un senso. Grazie a tutti.
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
6 GIU 2025
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno Marty, per poter darti una risposta esauriente bisognerebbe conoscere o avere qualche notizia in più sul tuo fidanzato e la psicologa. In realtà penso ognuno di noi svolge il suo lavoro, osservando delle regole basilari ma la gestione del paziente rimane soggettiva. Penso che la psicologa sia cresciuta lavorativamente insieme al suo fidanzato, per cui è più accudente e disponibile. Capita anche a me con certi pazienti di rispondere fuori orario, di dargli qualche consiglio gratuitamente . Non ci trovo nulla di male. Anche il raccontare di sé è un tipo di approccio che molti usano in terapia. Poi bisognerebbe conoscere entrambi per poter essere più esauriente. L’alleanza terapeutica tra analista e paziente crea un legame profondo che molte volte può essere frainteso. Quindi non è così semplice dare un ‘opinione .Resto a disposizione per qualunque perplessità Dott. Beatrice Canino
7 GIU 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Marty,
Non possiamo giudicare il lavoro di una collega senza conoscerla e senza conoscere bene cosa succede nella relazione terapeutica. Le consiglio di affrontare il suo compagno se in due anni ha ancora tutti questi dubbi
Cordiali saluti
6 GIU 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Marty 88,
le consiglierei di parlarne e condividere con il suo ragazzo le emozioni, pensieri e dubbi come ha fatto con noi.
È molto importante in quanto valideresti a te stessa le tue emozioni e timori, inoltre ( altrettanto importante) lo faresti per la coppia.
Prova a non giudicare il suo comportamento ma a dirgli cosa provi, che emozioni provi e come mai.
Ti faccio riflettere..la tua potrebbe essere gelosia che possa tradirti oppure invidia che lui si confidi con lei anziché con te in quanto sei la partner?
Questa riflessione è importante per te cercare di capire cosa provi e come mai.
Per quanto riguarda il tuo ragazzo potrebbe trattarsi di una dipendenza da terapia o innamoramento della figura della terapeuta che è accudente ma non di lei come ragazza.
Resto disponibile se vorrai approfondire tale tematica.
6 GIU 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao Marty
È difficile giudicare l’operato di un/a collega attraverso il racconto di terzi.
In primo luogo: è normale che in terapia ci sia una iniziale fase di “dipendenza”, è necessaria un’alleanza affinché il paziente possa affidarsi. Potrebbe anche essere normale che il tuo compagno abbia sviluppato un transfert erotico nei confronti della professionista in questione.
Questo non significa che ci sia in atto un “tradimento” anzi, l’obiettivo della terapia è proprio quello di aiutare il paziente a rendersi autonomo, auto-sostenendosi. Per cui, un terapeuta è “allenato” a lavorare con il transfert e controtransfert per rendere visibili e comprensibili cose di cui il paziente non è ancora consapevole. Anche la condivisione di esperienze personali non è da condannare, dipende in che modo e in che contesto sono state dette, con quale intento. Per il resto, non entro nel merito, ognuno ha la propria modalità di gestione del percorso terapeutico, tenendo a mente che devono esistere dei limiti e confine da rispettare per entrambi (paziente e terapeuta). Il punto è come mai questa situazione ti è così insostenibile. Ho la sensazione che ci sia una competizione con questa donna o che tu non ti senta importante per lui quanto lo è lei. In tal senso, approfondirei questi aspetti in terapia, visto che sei già seguita.
6 GIU 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Le comunicazioni tra paziente e terapeuta fuori seduta devono essere solo per motivi veramente importanti urgenti altrimenti si rischiava
Il fatto è che il suo fidanzato è informi la sua terapeuta, anche di cose minime per telefono per paura di dimenticarsene è un comportamento può provocare dipendenza dalla terapia
Il fatto che il suo ragazzo affermi che la terapia durerà per sempre e ci continuerà ad andare, anche se non avrà bisogno di cure, può essere un segnale che è entrato in una dipendenza dalla terapia
È opportuno che lei parli col suo fidanzato e affronti concretamente il problema con la dovuta sensibilità senza farlo sentire giudicato
Per ulteriori informazioni, mi contatti le risponderà compiacere
6 GIU 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Marty88,
Quella che racconta è una situazione complessa, che merita ulteriore approfondimento per poter dare una risposta il quanto più possibile esaustiva.
Comprendo che possa essere difficile per lei convivere con questi dubbi e domande. Il fatto che abbia iniziato un percorso di psicoterapia, e che rispetto a due anni fa stia affrontando la situazione con più serenità, è un segnale positivo di crescita personale e consapevolezza.
Condividere qualche informazione personale con i pazienti può essere, in certi casi, una scelta consapevole da parte di noi psicologi, se ha un preciso scopo clinico. Tuttavia, come professionisti siamo tenuti a rispettare dei confini deontologici, che dovrebbero essere chiariti fin dall’inizio del percorso terapeutico e mantenuti nel tempo.
Anche le comunicazioni fuori dalle sedute possono avere senso in alcuni momenti, ma solo se concordate e gestite in modo strutturato e nel rispetto del setting.
Ciò che lei sente ha sicuramente valore e significato. È comprensibile che provi disagio se percepisce che questi confini non siano del tutto chiari o vengano oltrepassati, ed è estremamente difficile non dare seguito a questi pensieri, soprattutto quando condivisi anche dalla precedente partner del suo ragazzo.
Quando il paziente sente il bisogno di restare in terapia "per sempre", anche in assenza di una reale esigenza clinica, e si crea un legame così personale con il/la terapeuta, è lecito domandarsi se il percorso abbia ancora una funzione trasformativa o se sia diventato una forma di attaccamento.
Ha provato a confrontarsi nuovamente con il suo ragazzo su questi aspetti, cercando di esprimere le sue preoccupazioni non solo rispetto al legame con la psicologa, ma anche rispetto a ciò che desidera e ha bisogno nella vostra relazione?
Spesso, portare alla luce questi vissuti può aiutare a rafforzare il legame di coppia e a prevenire eventuali incomprensioni o tensioni che rischiano di diventare nodi irrisolti nel tempo. Si dia il permesso di esplorare fino in fondo ciò che prova, senza il bisogno di etichettarsi come "troppo gelosa" o "irrazionale". A volte, ciò che sentiamo ci sta semplicemente segnalando che ci sono aspetti della relazione che meritano attenzione, confronto e cura.
Le auguro di continuare il suo percorso con fiducia e serenità.
6 GIU 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Marty. Sicuramente è stato utile per lei, da quel leggo nel suo racconto, affrontare la sua gelosia in terapia, permettendole di dialogare con il suo fidanzato in maniera piu tranquilla.
In merito alla relazione tra il suo fidanzato e la sua psicologa, ci sono informazioni a metà. Mi spiego. A seconda dell'approccio, un professionista può raccontare di sé, ma può succedere anche nel corso del tempo, in 5 anni può darsi che qualche informazione sia uscita, anche bonariamente. Le chiamate tra una seduta e l'altra che il suo fidanzato fa potrebbero essere giudicate inopportune, ma dalla psicologa. Se lei ritiene di avere cosi modo di mantenere i confini della relazione terapeutica è una questione che potrà affrontare in supervisione.
Capisco le sue perplessità, e reputo che il suo spazio in terapia possa essere importante, anche per sviluppare per sé un modello di relazione terapeutica diversa con cui confrontarsi con il suo fidanzato. Nel caso non si riesca a trovare un dialogo costruttivo, potete valutare se affrontare il tema in un altro spazio, come una terapia di coppia.
Un caro saluto,
Dott. Virginia Sassi