Forti dubbi sul comportamento del mio psicoterapeuta

Inviata da V205 · 6 giu 2018 Psicologia risorse umane e lavoro

Salve
sono nove mesi che porto avanti un percorso di psicoterapia sistemico relazionale. Sono più consapevole delle dinamiche familiari disfunzionali all'origine dei miei problemi ma non ho fatto altro che peggiorare. Ho 26 anni, 2/3 amicizie, mai avuto rapporti sentimentali, ho studiato cose che odio, ho avuto attacchi di panico e l'inizio della depressione quando ho iniziato a lavorare nel campo legato ai miei odiosi studi. Ancora oggi se ne sento solo parlare mi sento male, ho preso psicofarmaci per 3 anni per poi smettere da sola. Sono peggiorata nove mesi fa quando mio padre ha tentato di riportarmi in quel mondo lavorativo. Ora mi ritrovo a non aver costruito nient'altro perché non sono riuscita a ribellarmi e iniziare altro. Dopo saltuarie esperienze lavorative, mi ritrovo ad aver lasciato il mio precedente lavoro da AEC con ragazzi disabili che svolgevo con passione e ad essere una persona vuota , frustata dal fatto di non essere mai riuscita a inscriversi all'università che desidera per il muro soffocante di mio padre che mi sta distruggendo e con l'angoscia di finire da un momento all'altro nell'ex lavoro di mio padre. Lui é andato in pensione molto presto l'anno della mia maturità e da lì mi ha distrutto e portato allo sbaraglio, tentando di attuare i suoi piani e organizzarmi la vita. Insieme a mia madre, sua succube, hanno quasi fatto i debiti e si sono sbrigati ad acquistare l'appartamento al piano di sopra al nostro per evitare che possa mai allontanarmi. Hanno deciso che farò il lavoro di mio padre basato su ciò che mi ha scatenato attacchi di panico e depressione e vivrò sopra di loro, senza privacy e constantemente disponibile ad aiutare loro che sono anziani. Dicono che dopo tutto quello che faccio passare loro per i miei comportamenti malati il minimo é dover badare a loro.
Per quanto riguarda il rapporto con il mio terapeuta, gli ho parlato chiaramente dei miei sintomi invalidanti, della mia maturata mancanza di fiducia in lui ma nulla. Ogni volta che esco da una seduta sto sempre peggio. Il mio desiderio di farla finita aumenta perché mi sento sola. Non sento più emozioni positive da anni e prevale l'angoscia. Ho un filtro che appiattisce tutto. Non riesco a lavorare, piango e rimetto spesso. Pratico autolesionismo da mesi per sfogare l'odio e tentare di stare calma e ancorata alla realtà. Sono perennemente distrutta, la testa mi pulsa. La sua superficialità mi distrugge. Sono mesi che gli chiedo se non sia il caso di rivolgersi ad un medico ma mi dice di aspettare e vedere mentre io mi contorco sempre più in me stessa. Sto affrontando sintomi devastanti da sola. Ogni volta che mi dice che qualsiasi cosa dipende da me e lui non può farci nulla crollo. Da sola non ce la faccio anche perché devo nascondere i mie sintomi a casa.
Vi chiedo gentilmente di chiarirmi le idee su alcuni suoi comportamenti.

1non sono mai stati fissati obiettivi e ogni volta si parla a seduta di quel che capita nonostante avessi detto più volte i miei problemi. Mi risponde che gli obiettivi non sono fissi e cambiano con il tempo in Base a cosa dico. Inoltre non mi può dire neanche in linea di massima quante sedute e quanto tempo occorre ma parla di anni.

2con fatica sono riuscita a portare i miei genitori a tre sedute. Lui non ha fatto altro che rafforzarli facendo loro i complimenti perché li capisce in quanto genitore anche lui. Ha inserito in maniera vaga e indiretta l'idea di un mio probabile percorso universitario. Mi ha poi ripetuto che lui non dirà mai nulla ai miei genitori del loro comportamento disfunzionale perché non è il suo compito

3 mi ha detto che non ci può fare niente se non provo fiducia. Lui in me la prova ma io no ed è un problema che devo risolvere da sola perché nessuno potrà mai aiutarmi. Mi sono fatta aspettative eccessive dalla psicoterapia perché lui può solo provare lentamente a riflettere su eventuali mie risorse interiori. Pensa che io cerchi un padre che mi risolva i problemi mentre io tento solo di trovare qualcuno che mi orienti. So bene che devo essere io a passare all'azione.
Mi ha detto tante volte che se un paziente sceglie di suicidarsi a lui non interessa perché singifica che ha fatto la sua scelta e hanno vinto le resistenze. Il paziente non ce l'ha fatta ma il problema é suo, lui non può fare nulla.

Vi prego, ditemi che la psicologia non è questo e che ho speranza di trovare un esperto che sia concretamente interessato a migliorare la salute del paziente e che lo possa orientare, nei momenti più bui e pericolosi per la sua salute, in eventuali soluzioni che ovviamente sarà il paziente a dover scegliere e praticare.

Vi ringrazio per l'attenzione e spero possiate chiarire i mie dubbi sul suo comportamento.

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Miglior risposta 10 GIU 2018

Cara V205, quanta solitudine...sembra che tu urli disperatamente ma nessuno ti riesce a sentire. Non potendo conoscere direttamente l'operato di questo collega non posso essere oggettiva, ma da quello che scrivi probabilmente non è la persona giusta per te. Parla con lui di queste tue difficoltà, e anche delle cose che dice che a te non tornano...e poi nulla ti vieta di cambiare terapeuta. Per fare un buon percorso è fondamentale trovarsi in sintonia e, forse, questo collega non risuona nel modo giusto con te.
Ti faccio un grosso in bocca al lupo per la tua vita, Dott.ssa Daniela Cannistrà.

Daniela Cannistrà Psicologo a Seregno

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13 MAG 2024

Salve, il terapeuta come il medico devono essere persone con le quali essere a proprio agio e soprattutto fidarsi del loro operato. Non tutti i medici sono adatti a tutti i pazienti non tutti i terapeuti sono adatti a tutti i pazienti a prescindere dalla loro bravura. Un medico può essere efficace con un paziente e con un'altro no. L'importante è la sintonia tra terapeuta e paziente e la fiducia che il paziente nutre nei confronti del terapeuta. Dalle sue parole riferite sia alla sua famiglia, al suo lavoro e alla terapia si comprende perfettamente che lei sa cosa vuole, sa cosa fare, sa cosa sente ma nega spazio a sé stessa per darlo agli altri. Sarebbe utile per lei capire perché. Sono a disposizione x una consulenza on line o in studio. Cordialmente. Dott.ssa Rosa Genovese

Anonimo-195951 Psicologo a Roma

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6 NOV 2021

Buongiorno. Dopo aver letto il suo messaggio ritengo che per lei sarebbe molto utile un assetto di lavoro esclusivamente individuale e con la copertura del segreto professionale anche nei confronti dei genitori. Se fosse interessata ad intraprendere un percorso psicoanalitico, le do la mia disponibilità (anche online).

Anonimo-184183 Psicologo a Brescia

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7 GIU 2018

Gentile Utente,

le consiglio in primis di confrontarsi apertamente con il suo psicoterapeuta. Tenga presente comunque che qualora non si sentisse più a suo agio può sempre scegliere di cambiare e di rivolgersi ad un altro professionista.

Cordialmente,

Dott.ssa Silvia Picazio

Dott.ssa Silvia Picazio Psicologo a Roma

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