Faccio terapia da quasi 6 anni per la precisione. I miei problemi sono legati a stati ansiosi. Ho conosciuto la mia terapeuta sei anni fa. Una donna estremamente affascinante e misteriosa. Agli inizi della terapia ero tranquilla, proseguivamo il nostro percorso terapeutico in modo molto spontaneo. Dopo circa due mesi ho iniziato a provato qualcosa. Qualcosa di molto forte nei suoi riguardi e prosegue fino a oggi. Ho detto una parte dei miei sentimenti, l altra che riguarda la mia cotta, no. Ma io credo che lei lo abbia già capito. Per me è difficile e non ho il coraggio di affrontare questo discorso. Ho paura che lei si allontani da me. E se lei si dovesse allontanare, il mio cuore si spezzerebbe! Io sono attratta da lei. Ci sono state continue discussioni, i miei pianti, ho rotto sedie ... la situazione sta toccando il limite! So di pretendere troppo, so che non potrò averla. Avevo deciso di dirle espressamente di troncare questo rapporto, per me è nocivo nonostante tutto quello che provo, credo sia giusto così anche se soffrirò parecchio. Cosa mi consigliate? Perché ho questi atteggiamenti?
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12 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Carla,
la psicoterapia dovrebbe aiutare le persone a vivere meglio imparando a (ri)conoscere le proprie fragilità e porvi rimedio.
Qui invece sembra che la relazione terapeutica, non solo sia arrivata a un punto morto, ma stia addirittura creando dei danni (lei stessa parla di rapporto diventato "nocivo").
Premesso che lei non è molto chiara sulla natura del suo interesse e cioè se si tratta di una dipendenza di tipo affettivo oppure erotico-sessuale, lei dice anche che la sua terapeuta ha capito e, nonostante ciò, nessuna delle due apre questo delicato tema per una auspicabile e doverosa analisi approfondita.
Mi viene da pensare che purtroppo questa situazione che dovrebbe essere terapeutica si trascini solo per reciproci "vantaggi secondari" e la cosa un pò mi sconcerta e un pò mi intristisce.
Lei poi parla di discussioni e sedie rotte : vorrei almeno sperare che queste cose non accadano nella stanza di terapia!
Il mio suggerimento è quello di chiudere finalmente la terapia che una volta tanto è durata anche troppo e che per altro mi sembra diventata inconsistente se non addirittura (come dice lei) dannosa.
Se proprio ha ancora bisogno le consiglio di rivolgersi ad altro psicoterapeuta.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
17 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Quello che spesso i pazienti non sanno è che i terapeuti sono "pronti" a questo genere di eventualità. Prima di dire che il percorso è da interrompere, prima di dire che è "troppo lungo", il mio consiglio è di portare questa emozione all'interno della terapia. Quella che a lei può sembrare una sorta di dichiarazione che possa far allontanare la sua terapeuta, può invece diventare uno strumento molto potente che le può permettere di progredire ulteriormente nel suo percorso personale. Certo, non è sempre facile per il professionista gestire situazioni del genere. Ma non sono nemmeno così inusuali, dato che il cosiddetto "transfert" può assumente molte forme ed andare in molte direzioni. Scappando non saprà mai cosa sia successo, ed è probabile che questa dinamica possa ripresentarsi nella sua vita sotto un'altra forma.
L'unica cosa che NON serve fare è rimanere nella condizione in cui è. Deve decidere lei quale strada percorrere. Il mio consiglio è di portare il tutto in terapia. Buona fortuna,
11 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Carla
sei anni di terapia mi sembrano un lungo percorso, ci saranno state varie tappe e stadi che sono stati attraversati.
Questo suo stato di "qualcosa di molto forte nei suoi riguardi" (come lei dice), cioè a riguardo della terapeuta, continua anche ora.
Lei ha deciso di non dirlo, ma nello stesso tempo mi sembra (anzi lei ci dice apertamente) che ne soffre molto e che, addirittura, le procura delle crisi più o meno di sconforto e di rabbia.
Credo che questo "non detto" (seppure la terapeuta certo avrà capito) sia qualcosa che blocca il percorso ad una fase "morta" e che può anche causare regressione.
Queste emozioni e sentimenti che lei non riesce a chiamare con un nome e ad esplicitare, devono, invece, essere detti ed esplicitati con molta calma e chiarezza alla terapeuta e devono diventare "oggeto" di riflessione psicoanalitica.
Solo così sarà possibile sbloccare il percorso e giungere a nuove ed importanti consapevolezze.
Quindi coraggio cara Carla, provi a sbloccare la situazione parlando di quello che sente e che prova.
Sarà un elemento di novità importante nella psicoterapia di cui la sua Dott.ssa non potrà non esserne sollevata avendo nuovi elementi di comprensione.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta
11 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Carla, Rogers diceva "nessuno sa meglio del paziente ciò che è bene per lui", e in questo caso, da quanto scrivi, tu sai perfettamente cosa è bene per te.
I rapporti, di qualunque genere e forma, dovrebbero essere "funzionali" non, cito testualmente, "nocivi". "Nocivo" implica uno stato di malessere, di mancata funzionalità.
La terapia nasce con lo scopo non di portare benessere, il benessere è relativo, è fugace, spesso risolto un malessere se ne presenta uhn altro con la stessa rapidità. Lo scopo della terapia, a mio avviso, è apportare un cambiamento al proprio modo di vivere gli eventi che giornalmente fanno parte della nostra vita.
Noi non siamo strumento, noi aiutiamo il paziente a cercare la strategia più utile per affrontare un'impasse.
Le auguro una buona vita..
11 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Carla,
da quanto dici pare che tu abbia già la risposta alla tua domanda. Nel momento in cui realizzi che questo rapporto è nocivo nonostante quello che provi, soprattutto se ci sono discussioni e sedie rotte, sembra che la terapia per il momento non stia giovando molto al tuo benessere. Credo sia opportuno parlarne chiaramente alla tua terapeuta dicendole tutto quello che provi e la decisione a cui sei arrivata.