Filofobia
Buongiorno Dottore,
mi chiamo S., ho 26 anni e sono una ragazza di Torino.
Ho deciso di scriverle perchè ho bisogno di un parere esterno di qualcuno che sappia davvero di cosa sto parlando.
Ho conosciuto un ragazzo. Si chiama P., ha 29 anni. E' filofobico.
L'ho conosciuto due mesi fa su un sito di incontri. Ho capito questa sua condizione, da diverse frasi che pian piano si è lasciato scappare, parlando.. Mi ha detto che probabilmente, qualcosa è andato storto nella sua infanzia: non si è sentito amato; ha solo storie superficiali di sesso, le sue "relazioni" non sono mai andate oltre 3-6 mesi... dice di non essersi mai innamorato, perchè a lui questa cosa non scatta mai, e di non volere una relazione seria con una persona, perchè non è capace a legarsi: appena percepisce che qualcuno si stia affezionando a lui, si sente a disagio, scappa e sparisce.
Vuole stare da solo, nella vita. Si definisce disilluso, disincantato. Non crede a niente... specialmente all'amore vero, o ai rapporti di coppia.
All'inizio, ha provato a convincere anche me a diventare una delle sue mille storielle, perchè da parte sua c'era molta attrazione fisica.. le conversazioni erano principalmente a sfondo sessuale, ovviamente. Mi chiedeva costantemente di uscire con lui, andare a casa sua, portarmi fuori a cena e insisteva per avere mie foto nuda o per così dire, "osè", com'era abituato con tutte le altre. A tutto questo, io ho sempre risposto di no categoricamente. Non sono quel tipo di ragazza.. parlando con me, tra l'altro, ha scoperto che sono addirittura vergine. E inutile dirlo, dopo la sua incredulità iniziale, la sua fantasia principale ovviamente era diventata quella di "togliermi la verginità"... scherzando ma neanche troppo.
Però, dopo tutti i miei vari no ad ogni sua richiesta a sfondo sessuale, pian piano, ha iniziato ad andare oltre a questo: la conversazione ha cambiato stile. Ha cominciato ad interessarsi a me, credo, più come persona.. a chiedere di me, di cosa mi piace, della mia infanzia, della mia vita. Abbiamo parlato nottate intere, per ore. All'inizio lui era un po' chiuso, molto riservato, soprattutto quando si andava sul personale o si toccava l'argomento famiglia... Poi ci siamo aperti molto, l'un l'altro. Ci siamo confidati a vicenda cose molto personali del nostro passato, della nostra situazione familiare.. mi ha parlato di se stesso. Senza che io gli chiedessi nulla, ma quando voleva lui, in modo totalmente spontaneo... mi ha raccontato dei suoi genitori, e del rapporto che (non) ha con loro. E pur non dandolo a vedere, si percepisce che questo lo faccia soffrire molto...
A volte poi, ha persino fatto riferimento ad una possibile relazione tra noi due: varie scene di me e lui, conviventi o come coppia, che ha tirato fuori totalmente di testa sua... con mio grande stupore, ovviamente, sapendo appunto che lui non cerca e non vuole questo tipo di legame.
Pian piano, mi ha fatto capire che mi stima, che mi apprezza, che mi rispetta, e che mi considera una bella persona; mi ha detto che innocenza e dolcezza, sono le uniche qualità che lo colpiscono davvero in una persona, e che le vede in me.. mi ha detto che si è affezionato a me, e che di me si fiderebbe, nonostante lui non si fidi mai di nessuno.
Inutile a dirsi, parlando per ore e conoscendoci, pian piano anch'io l'ho apprezzato, come persona, nonostante tutti i suoi difetti e difficoltà... e mi sono ritrovata ad essere coinvolta. A provare qualcosa per lui...
Ma.. nel momento in cui gli ho confidato questo mio interesse, e gli ho detto che mi sarebbe piaciuto provare a frequentarci, lui ha iniziato a fare marcia indietro: lentamente, ha preso le distanze, dicendomi che lui non vuole l'impegno, non vuole una relazione, che lui non va bene per me, che per me sarebbe troppo importante e non se la sentirebbe, (soprattutto sull'argomento sesso, dato che per me sarebbe la prima volta.. se prima scherzava sul fatto di "sverginarmi", è arrivato a dire che non avrebbe mai il coraggio di fare l'amore con me per primo.) che lui cerca solo storie di sesso perchè non ha la forza mentale di cercare altro, e che invece sa che io non sono così, che sono una di sentimenti, com'è giusto che sia... ed è per questo che tra noi non può essere. Mi ha detto che, nonostante anche a lui piacerebbe frequentarmi, perchè sa già che gli paccio anche come persona, dovrei farmi prima una storia con qualcun altro di più serio, di più presente per me.. perchè sa già che lui non ne sarebbe in grado e che con lui non durerebbe, perchè non è capace a legarsi, sparirebbe, ed è per questo che è inutile iniziare qualcosa che farebbe male ad entrambi... perchè non vuole ferirmi; poichè questo ferirebbe anche lui.
Sentendolo parlare così, mi sono allontanata anch'io, per un periodo.. l'ho sentito molto confuso e allora, ho preferito lasciargli i suoi spazi e non mettergli troppa pressione.
Quando dopo tre settimane (in cui lui non mi ha mai cercata...) mi sono riavvicinata a lui però, è stato persino peggio: ha iniziato ad ignorarmi, a respingermi, a tagliare corto... a sganciarmi in modo molto chiaro. A quel punto, mi sono sentita rifiutata... come se di me, infondo, non gliene fosse importato mai nulla. Allora gli ho detto che avevo capito: gli ho ribadito che a me lui piaceva sinceramente, come persona, e che è per questo che ero disposta a darci una possibilità.. ma che se per lui al massimo sarei solo una delle tante, da portarsi a letto per un po' e poi da scaricare per la prossima, questo io non posso accettarlo, perchè non lo merito. Ma so che io non posso cambiare... e lui non può cambiare.
Gli ho detto che non lo avrei cercato più... e di non cercarmi più.
Inutile a dirsi, penso ancora a lui... e adesso non so cosa fare.
Da una parte, vorrei riavvicinarmi a lui... per aiutarlo e basta. Per fargli bene.. anche mettendo da parte i miei sentimenti ed essendogli solo amica, se necessario. Vorrei stargli vicino.. perchè mi importa di lui. Non so perchè...
Ma adesso, dopo averlo respinto anch'io, non so se sia giusto riavvicinarmi ancora... non so in che modo dovrei farlo, come dovrei comportarmi, e non so come potrebbe sentirsi o reagire lui. Credo che avendolo ferito anch'io, e respinto, le sue barriere si siano alzate ancora di più: mi respingerebbe di nuovo e mi terrebbe a distanza, e probabilmente sarebbe diffidente per autodifesa, nonostante prima di me sembrava iniziare a fidarsi...
E soprattutto, non so se dovrei davvero essere io a cercarlo, o aspettare che mai lo faccia lui: non voglio rischiare di risultare io quella che continua ad inseguirlo e a rincorrerlo, a stargli addosso per cosí dire, perchè questo oltre che farlo sentire come se fossi ossessionata da lui, inevitabilmente mi farebbe sembrare anche scontata ai suoi occhi...
A me di lui importa davvero. Ma.. non so neanche cosa provi davvero lui, nei miei confronti. Se provi qualcosa, .. o non provi davvero nulla.
Come si fa a stare vicino ad una persona così?
Qual è il modo giusto per fargli capire, senza che si allontani, si spaventi o mi respinga, che a lui ci tengo come persona, a prescindere da tutto, e che vorrei solo stargli vicino e poterlo aiutare? Fargli del bene..
Come posso avvicinarmi a lui, senza fare mosse sbagliate?
E soprattutto... dovrei farlo?
Sarebbe giusto? O sono solo io, quella che rischia di farsi male e di farsi male seriamente?
Qual è il modo migliore di stare vicino ad una persona che ha questa chiusura... Come bisogna comportarsi?
Ed è davvero possibile tentare di fare qualcosa, per queste persone, .. o sono insalvabili? ..
Una persona così, prova sentimenti?
Potrà mai "guarire"... innamorarsi?
.. Spero davvero in una sua risposta. In un suo consiglio.
Grazie infinite per aver letto la mia mail.
--Sara