Buonasera sono un ragazzo di 26 anni..da circa 2 anni sono ossesionato dal fatto che un giorno no ci saro' piu'.. In concomitanza con l'inizio di questa fobia ho avuto un cambiamento importante della mia vita. Sono andato a convivere con la mia ragazza.. anche se ho sofferto molto il fatto che non vivo piu' con la mia famiglia!! Premetto che questa scelta l'ho fortemente voluta..Un anno fa mi sono rivolto a uno psicologo che ha attribuito questa mia paura al distacco con la mia famiglia..Tutt'ora persiste qusto mio problema nonostante la mia ragazza sia incinta e stiamo vivendo con gioia questa novità. Grazie
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27 MAR 2014
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Buongiorno Carlo
Semplice e condensata la sua lettera fornisce però gli elementi per una qualche ipotesi.
Le dico la mia: io credo che questo suo continuo pensiero della morte accompagnato dalla paura sia in sostanza una espressione della paura nell'affrontare la vita; la vita adulta intendo.
Diciamo che lei nell'essersi sganciato dalla sua famiglia d'origine per costruire una sua personale situazione con una compagna e tra poco con un figlio, ha sentito molto a livello inconscio la pressione di nuove responsabilità che, se pur accettate, la spaventano.
Il tutto potrebbe essere comprensibile perché lei, rispetto agli standard di vita attuale (in famiglia fino e oltre i 40anni) si è reso autonomo presto e tante cose saranno cambiate e tante cose nuove saranno state per lei da affrontare.
Ecco la mia ipotesi che sposta il problema dalla morte alla vita!
Penso che lei sia una persona molto in gamba e con idee molto chiare. Ammiro la sua capacità di fare scelte precise e ritengo pure che la sua età sia giusta !!! Questa immaturità dei più e il desiderio di continuare ad essere protetti in famiglia mi sembra eccessivo se pur spesso sono scelte obbligate da fattori sociali che certo ostacolano processi evolutivi migliori.
Tornando a lei, credo che il sostegno psicologico possa essere utile per dare "avanzamento" alle sue emozioni che in fondo sono solo rimaste un passo indietro rispetto alla ragione e alle scelte fatte.
Anche il fatto di parlare con la sua compagna serenamente di suoi dubbi e incertezze penso sia utile.Ricordi non occorre mostrarsi sempre tutti d'un pezzo!
Penso inoltre che la nascita di suo figlio possa auitarlo molto a sbloccare la situazione ..con un "piccolo" infatti spesso ci si accorge di essere travolti in un processo vitale che rinnova e da nuova forza. E' la natura stessa che provvede a rafforzare i genitori in capacità nuove di affrontare tutto nella vita!
Augurissimi alla sua famiglia!
Affettuosi saluti
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologa/Psicoterapeuta in Ravenna
Ci sono anche via skype.
27 MAR 2014
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Risposta
Caro Carlo,
l'interpretazione data dal tuo psicologo è ovviamente azzeccata in quanto i sintomi e le 'fantasmatizzazioni' sono pressochè sempre le stesse. Soltanto che, il problema non si risolve con una interpretazione, ma con un 'lavoro' che ha i suoi costi e non mi riferisco a quelli economici, in quanto esistono Centri convenzionati. Continua la tua terapia e vedrai che , anche grazie al al tuo attuale contesto affettivo, potrai vedere risultati insperati. Rimango , comunque a tua disposizione.
27 MAR 2014
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Gentile Carlo, non è possibile dare una risposta efficace, senza conoscere in modo più approfondito la sua storia. Ci sarebbe da comprendere cosa signfica per lei il distacco dalla sua famiglia e l’inizio di una vita in condivisione, in coppia, da adulto. La paura della morte è connaturata all’essere umano, tutti cerchiamo di non pensarci, di impegnarci in altro, come hanno detto molti filosofi, di distrarci. Ora però, se la paura della morte diventa una fobia o un’ossessione, allora ci sono da considerare non più solo le fantasie ed emozioni che apppartengono all’umanità, ma anche quelle inerenti la sua storia personale. Con la morte muore il corpo, ma anche la psiche. Anche il cambiamento è una piccola morte: si lasciano alcune cose, se ne conquistano altre. Che cosa ha lasciato là nella casa dei suoi genitori? Una parte di sé? La fanciullezza? L’adolescenza? Un bimbo è in arrivo e questo le dà una gioia immensa. Credo che possa essere ancora più felice se prova a recuperare ancora qualcos’altro. Ne parli con il collega. Saluti e auguri!
27 MAR 2014
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Gentile Carlo
Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta che la possa aiutare a capire e delineare il suo concetto di morte, probabilmente la spaventa il fatto di lasciare le persone care ( familiari moglie e figlio), non avere più la possibilità distare insieme a loro. Ritengo sia necessario lavorare su questi aspetti .
27 MAR 2014
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Buonasera , grazie delle Vostre risposte. Tengo a precisare che ho avuto una sola seduta..visto che lo psicologo non ne riteneva necessarie altre. Inoltre mio figlio deve ancora nascere..E' stato fortemente voluto anche con la speranza che mi possa portare una forte distrazione da questa mia fobia. Grazie
Carlo
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27 MAR 2014
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Gentile Carlo,
dovrebbe riprendere il trattamento con il Collega, perché non sembra aver risolto le sue difficoltà. Ogni separazione implica l'elaborazione di un lutto e la possibilità ridefinire se stessi e le proprie relazioni affettive.
Quante sedute ha fatto?
Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe Del Signore - Psicologo, Psicoterapeuta Viterbo
27 MAR 2014
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lo psicologo ha detto una cosa prevalentemente giusta, solo che lei, come ogni altro essere umano, è condizionato anche dalle emozioni che le vengono dall'inconscio. Per questo in molti casi è necessaria la psicoanalisi, la tecnica ideata da Freud che permette di portare alla coscienza i sentimenti e le pulsioni che sono nell'inconscio e che da lì dirigono la nostra vita senza che noi possiamo controllarle. Questa operazione è tanto complessa quanto efficace e duratura. La sua paura è una fobia proprio perché lei, nella sua parte cosciente di vita non può averne il controllo. La sola notizia, datale da uno psicologo, è assolutamente insufficiente: è corretta ma parziale. In effetti il distacco dall'ambiente che fino ad ora ha sostenuto il suo sviluppo può essere un fattore schioccante ma ci sono diverse variabili che vanno considerate con precisione e con la tecnica più corretta. Devo insistere perché si rivolga ad uno psicoanalista se vuole estirpare la causa
26 MAR 2014
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Salve Carlo,
dal suo messaggio percepisco l'angoscia del tutto comprensibile.
E' uno dei momenti più significativi per lei e non riesce a viverli a pieno.
Quello può fare è riprendere un percorso con un professionista. Le consiglio qualcuno che sappia da una parte lavorare con lei sul problema, ma dall'altra le offra un sostegno per vivere in maniera meno angosciosa questo momento.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Frandi Claudia
26 MAR 2014
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Gentile Carlo,
è possibile che l'interpretazione proposta dal collega (la paura di lasciare la famiglia che si sposta sulla morte) sia sensata. Tuttavia non ho compreso quanto sia durato il percorso che ha intrapreso con il terapeuta. Talvolta sono necessarie più di qualche seduta per risolvere i problemi.
Inoltre lo stress (la nascita di un figlio è un evento speciale ma questo non significa che non sia stressante) può aver contribuito ad acuire il problema.