Fatica ad accettare la gravidanza

Inviata da chiara · 22 ago 2016 Crisi esistenziale

Buongiorno, mi chiamo Chiara ho 18 anni e sono incinta da 18 settimane.
La gravidanza non era assolutamente cercata, quindi quando l'ho scoperto è stato un fulmine a ciel sereno. Devo ancora fare l'ultimo anno di liceo e fino a pochi mesi fa ero un'atleta di ginnastica ad alto livello. Sono insieme al mio ragazzo da un anno, durante il quale lui ha perso entrambi i genitori. Io non ero (e non sono) ancora del tutto pronta ad affrontare la mia futura vita, tanto da voler abortire. Tuttavia non ho interrotto la gravidanza per amore del mio ragazzo che non riusciva ad accettare di perdere un'altra vita, e perché avevo e ho paura di avere i sensi di colpa.
Ad oggi però non mi sento davvero felice, e sento che qualcosa mi blocca. Mi vergogno e mi imbarazzo a dire di essere incinta, perché inevitabilmente tutti mostrano facce turbate e dubbiose, cosa che non aiuta il mio stato incerto e ansioso. Ho molta paura di non riuscire a farcela, di accettare il cambiamento del mio corpo e soprattutto ho molta paura di cambiare la mia vita.
Di ciò non ne ho parlato ne con il mio ragazzo ne con la mia famiglia per non creare pesi e non dare ulteriori preoccupazioni. Non riesco a capire ne a giustificare questo mio stato.

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Miglior risposta 24 AGO 2016

Gentile Chiara,
è evidente che mettere al mondo un figlio dovrebbe essere un atto responsabile e desiderato da entrambi i partners esistendo tanti mezzi per evitare una gravidanza indesiderata o inaspettata.
Ciò porta a pensare che a volte, almeno da parte di uno dei due componenti la coppia, esiste un desiderio inconscio di genitorialità che porta a trascurare la contraccezione.
Ora è comprensibile la tua impreparazione e la tua ansia ma mi sembra che hai fatto una scelta d'amore con cui dovresti essere coerente perchè altrimenti avresti potuto rinunciare sia alla gravidanza che forse anche al tuo ragazzo.
Personalmente posso dirti che approvo la tua scelta e che ho visto più volte in terapia giovani donne all'inizio disperate e dopo felicemente mamme orgogliose del loro bambino.
Tuttavia sarebbe bene che tu parlassi non solo col tuo ragazzo e con la tua famiglia per avere tutto l'aiuto pratico possibile ma che parlassi anche in psicoterapia per avere il sostegno psicologico necessario a farti vivere senza vergogna ma con gioia questa tua condizione.
Cordiali saluti ed auguri.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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26 AGO 2016

Gentile Chiara,
non posso suggerirti cosa sia meglio fare riguardo al tenere o non tenere il bambino, questa è una decisione che spetta a te e al tuo ragazzo. Dici che per ora hai tenuto il bambino per amor suo e perché lui non voleva perdere un'altra vita, ma ti invito anche a tenere presente come ti senti tu e quello che vorresti fare tu. Prima di prendere una decisione definitiva, ti invito a capire quali possibilitá di sostentamento avrá tuo figlio, se deciderai di metterlo al mondo: i genitori tuoi o del tuo ragazzo vi daranno una mano? Siete disposti a fare del vostro meglio per dare tutto il necessario al bambino?
Parla di questi tuoi dubbi e timori con il tuo ragazzo e con la tua famiglia.
Il corpo inevitabilmente durante la gravidanza cambia, ma conosco molte persone che, soprattutto se giovani, dopo il parto recuperano la stessa forma fisica di prima ed anche l'attivitá sportiva. Esistono poi persone che diventano genitori giovani ma non per questo sono genitori peggiori di altri. Le facce stranite e perplesse intorno a voi sono comprensibili, se si pensa che oggi l'etá media in cui avviene la prima gravidanza è andata avanti ed è intorno ai 30 anni, le loro facce perplesse sono anche legate al fatto che avete anticipato i tempi medi, comunque col tempo le persone intorno a voi si abitueranno all'idea.
Se tu decidessi di non portare avanti la gravidanza, il senso di colpa probabilmente per un periodo ci sará.
Interessante la tua ultima frase: "Non riesco a capire né giustificare il mio stato". Significa forse che in cuor tuo sai giá qual è la decisione migliore da prendere e questi sono sentimenti di dubbio momentanei? oppure il non capire e non giustificare il tuo stato richiama la necessitá di prestare piú attenzione a te stessa, alle tue esigenze, senza andare sempre necessariamente incontro agli altri?
Per sciogliere i tuoi dubbi in ogni caso ti invito intanto a parlarne col tuo ragazzo e con la tua famiglia e poi a confrontarti con uno/a psicologo/a della tua zona, eventualmente anche in consultorio, per valutare meglio il da farsi.
Ti auguro tutto il meglio.

Un caro saluto,

dott.ssa Elisa Canossa, psicologa psicoterapeuta, Sustinente (Mantova)

Dott.ssa Elisa Canossa Psicologo a Sustinente

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22 AGO 2016

Buongiorno Chiara, evidentemente non non possiamo suggerirle (almeno io) cosa sia meglio o peggio (sempre che ci sia un meglio o un peggio, in situazioni di questo tipo). Tuttavia una cosa mi sento di dirgliela: da come ha descritto questa situazione, sembra che lei persegua più la felicità o il pensiero dell'Altro (significativo) piuttosto che quello personale. Chiaramente, è difficile, anche cercare di mantenere le proprie posizioni, soprattutto se si percepisce l'esterno come "unito" rispetto ad un pensiero che è diametralmente opposto al suo. Credo che la decisione finale, pur ascoltando le ragioni di tutti, sia solo la sua e dovrebbe pensare molto attentamente a ciò che deciderà. In assoluto, non esiste una decisione migliore di un'altra. Tuttavia l'ultima frase del suo post è molto descrittiva: "Non riesco a capire nè giustificare questo mio stato". sembra quasi che lei si stia condannando (o lo abbia già fatto) rispetto alla sua sfera emotiva (sente qualcosa di diverso da quello che sentono chi le è intorno) e questo può essere un problema, per lei, in generale. Sia per questa occasione ma sia anche per le occasioni future. Cosa farà, terrà sempre in considerazione prima ciò che sentono e dicono gli altri a discapito di ciò che sente lei? E quanto potrà durare questa situazione? Quindi, proprio perchè questo è un momento tanto importante, la inviterei a chiarire il suo pensiero e le sue emozioni sia ai suoi genitori che al suo partner, anche per cercare e trovare quel sostegno che, almeno per ora, sente di non avere, nel decidere cosa fare.
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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