Fallimento a 22 anni.

Inviata da Ellen · 27 mar 2020 Orientamento scolastico

Salve.

Da quando sono all’univerisità non mi sono mai sentita appagata. Ho alle spalle un anno di ingegneria (fatta solo perché non avevo idea di cosa fare nella vita) poi mi sono iscritta ad Economia e ho deciso di restare nella mia città natale nonostante tutti mi dicessero di non farlo.

Ora mi ritrovo ad 22 anni con soli 5 esami sostenuti, tutti con ottimi voti. Ma il fatto di essere terribilmente in ritardo mi ossessiona. Penso e vedo gli altri svolgere la loro vita perfettamente impilata mentre la mia non lo è affatto. Penso in continuazione a cosa possono pensare gli altri del mio percorso o del fatto che sicuramente andrò fuori corso, se un giorno troverò un lavoro a causa di questo ritardo e che possibilità ho di sopravvivere in questo mondo competitivo che corre più veloce della luce.

Non riesco più a relazionarmi con gli altri perché mi sento terribilmente in difetto. La notte difficilmente prendo sonno perché i più brutti pensieri si annidano nella mia mente.

Non mi riconosco più. Subito dopo aver dato un esame non mi sembra possibile che lo abbia fatto io.

Vorrei uscirne ma sembra un pozzo senza fine.

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Miglior risposta 1 APR 2020

Cara Ellen, il suo malessere è terribilmente comprensibile purtroppo. La vita ci mette davanti scalette, obiettivi, come se tutto fosse una gara e anche la cultura e il matura così diventa qualcosa di ingestibile e depauperante, soprattutto per chi per fortuna come lei, ha un animo più sensibile e profondo. Si è mai chiesta davvero, ma con infinita serietà e senza dover rispondersi immediatamente, "ma io, cosa voglio fare davvero?" " Cosa mi riempie l'anima?" . le persone profonde non possono fare un lavoro o uno studio a caso, solo perchè sembra il migliore, il più logico, quello voluto dalla famiglia o dal contesto sociale. Alcune persone nascono con il bisogno di darsi un senso, di fare cose che coincidono con l'essere, cose che non si possono scrivere su un curriculum e che non troverà mai in nessuna università. Sia onesta con sè stessa, forse sta solo crescendo e deve prendere in mano lei il volante della sua auto, inconsciamente guidata fino ad ora dalla società, dalla famiglia, dal buon senso o dal dovere.
Si dia tempo..e cerchi di essere indulgente e dolce con sè stessa, come se dovesse aiutare una bambina piccola. Se si arrabbia si bloccherà di più...con la dolcezza riuscirà a fare quella cosa che non le viene, o magari dirà semplicemente "sai Ellen, non mi piace questa cosa, per questo non voglio farla!"

In bocca al lupo di cuore...

Goffredo Bordese

Dott Goffredo Luigi Bordese Psicologo a Pavia

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30 MAR 2020

Gentile Ellen,
la scelta di un percorso universitario non è sempre è lineare e/o immediata. Sicuramente possiede abilità e risorse e lo testimoniano gli ottimi voti ottenuti. Non si paragoni ai tempi e agli esisti degli altri, perché corre il rischio di sentirsi inadeguata. Se completerà il percorso universitario fuori corso poco importa. E' invece importante mantenere alta la motivazione a proseguire gli studi ponendosi degli obiettivi.
In questo momento potrebbe essere utile un percorso psicologico che la aiuti a rinforzare la sua autostima e la svincoli dal timore del giudizio degli altri.
Coraggio!
Un caro saluto
Dott.ssa Vanda Braga

Dott.ssa Braga Vanda Psicologo a Rezzato

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30 MAR 2020

Cara Ellen,
per quanto in questo momento lei si senta sola e diversa, in confronto "alle vite perfettamente impilate" degli altri, vorrei innanzitutto dirle che il passaggio di vita che sta affrontando è un momento molto delicato, che mette tanti, come lei, alla prova.
Si tratta di un momento che sembra richiedere la presa di decisioni da cui non si potrà tornare indietro e che influenzeranno in modo indelebile il resto della nostra vita: primo, la scelta del percorso universitario. "E se scegliessi la facoltà sbagliata?" "Se mi accorgessi, ad un certo punto, che non è quello che voglio?".
Rispetto a questo ha già ampiamente dimostrato di saper cambiare, anche con buoni risultati: è passata a una diversa facoltà e sta sostenendo, anche se con tempi dilatati, esami con ottimi voti. Cambiare è sempre possibile, per quanto costi impegno e fatica e quello che c'è stato non è mai perso, ma ci sarà comunque utile in qualche modo, farà parte della nostra valigia di strumenti e sarà comunque utile in futuro, a volte in modalità inattese.
Mi sembra che in questo momento si stia focalizzando sulla convinzione di "essere un fallimento", con la conseguenza che il tempo passato a "ossessionarsi" (come dice lei) su questa idea, porta a ulteriori rallentamenti nello studio e quindi a rafforzare questa idea.
Innanzi tutto, un buon punto di partenza potrebbe essere quello di ridimensionare le convinzioni negative, concentrarsi sulle proprie risorse e ridefinire la situazione: è stata in grado di non intestardirsi su una scelta che riteneva per lei sbagliata e cambiare in corsa, per quanto tale decisione possa fare paura; riesce, pur appesantita da pensieri intrusivi e costanti, a sostenere prove con buoni risultati; si sta rendendo conto che questa modalità di affrontare la vita non le è di aiuto ma di ostacolo a perseguire sogni e desideri; sta iniziando a chiedere aiuto!
Il confronto costante con l'esterno ci porta spesso alla sensazione di essere in difetto e ci fa sentire "mancanti" rispetto a chi - pensiamo - se la stia cavando meglio di noi.
Tutto questo la sta esponendo al rischio si sperimentare uno stato depressivo.
Innanzi tutto si ricordi che le persone NON "sono dei fallimenti", ma, al massimo, subiscono dei fallimenti (e comunque non mi sembra questo il caso) e approfitti di questo momento in cui tutti sono costretti a rallentare per individuare una sua dimensione e pensare a chiedere aiuto a un professionista.
Le faccio un grande in bocca al lupo, un caro saluto

dott.ssa Sara Kastl

Dott.ssa Sara Kastl Psicologo a Crema

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28 MAR 2020

Cara Elen, riuscire a trovare la propria strada è molto più complesso di quanto possa sembrare. Talvolta capita che le nostre scelte siano il risultato delle aspettative che altre persone, magari appartenenti alla nostra cerchia familiare, hanno investito su di noi ed inconsapevolmente, per non deluderli, ci ritroviamo ad aderire al loro volere, rinunciando a quelli che sono davvero i propri interessi. e le proprie aspirazioni. Non è detto che nel suo caso sia così, ma mi sembra di capire che da parte sua ci sia molta preoccupazione per il giudizio degli altri e molta paura del confronto. E' importante sottolineare che le persone non sono tutte uguali ed il fatto che possiamo avere dei ripensamenti o dei dubbi deve essere considerata una cosa positiva. Credo sarebbe utile che lei intraprendesse un percorso psicologico per aumentare la sua autostima e fare chiarezza su ciò che davvero le piace fare, in modo che possa ritrovare l'entusiasmo verso la vita. Le faccio tantissimi auguri.



Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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27 MAR 2020

Buonasera Ellen, mi colpiscono due cose della sua domanda qui al sito: una grande confusione e l'enorme importanza che da al giudizio esterno. Andiamo con ordine. La confusione la percepisco da un'attenzione, da parte sua, non focalizzata ad una cosa per volta (ad es., sarebbe utile che riuscisse a darsi delle priorità, capendo quali siano le cose più importanti per Sé, e desse attenzione ad esse una per volta). Questa confusione la porta a "combattere" (o percepire di farlo) con un nemico imprevedibile, molto potente e con cui è quasi impossibile vincere. Rispetto al giudizio esterno (afferma che pensa continuamente a cosa possano pensare gli altri del suo percorso), sembra che lei legga se stessa attraverso parametri esterni (giudizio, pensieri, comportamenti degli altri) dando poco o nessun valore ai parametri interni (emozioni, pensieri sensi di Sé, etc. che provengono dalla sua identità). Ma questo, è una mia ipotesi, le riesce automatico e spontaneo in quanto, forse, da una vita l'esterno ha più valore dell'interno.
In una situazione di questo tipo (se fosse così, non possiamo che trattarle come ipotesi), sarebbe utile farsi aiutare attraverso un sostegno per dare un senso, un ordine (il suo ordine, naturalmente) a ciò che sta sperimentando emotivamente. Essendo esseri emotivi, infatti, noi prima ci interfacciamo con il livello tacito ed immediato del nostro mondo emotivo e poi cerchiamo di dargli un senso con il pensiero. Ecco, un sostegno psicologico potrebbe aiutarla prima a vedere cosa stia succedendo al livello basico affettivo e poi quale sia il suo modo di dare un senso a ciò che la "colpisce", e se questo modo di dare senso le sia ancora utile oppure se sia il caso di "limare" e rendere flessibile qualcosa.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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27 MAR 2020

Buon pomeriggio Ellen, la scelta del percorso scolastico/ universitario non è mai semplice. Il ‘ cosa vorrei fare da grande’ sembra sempre molto lontano, allo stesso tempo ha stilato una lista di aspetti negativi della sua persona, sebbene abbia sostenuto gli esami universitari con ottimi voti. E se invece di pensare alle cose che non riesce a fare, facesse una lista delle cose in cui è riuscita, per le quali si è sentita appagata? Ognuno ha i suoi meriti, i suoi percorsi e tempi diversi per percorrerli, indipendentemente dai percorsi e scelte di vita altrui.

Dott.ssa Valentina Mosca Psicologo a Latina

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27 MAR 2020

Buongiorno Ellen, mi sento, innanzitutto, di rassicurlarLa rispetto al fatto che non è l'unica studentessa universitaria che si trova "immersa in una sorta di stato senza tempo", pieno di emozioni e pensieri faticosi e contrastanti. Credo che trovare il proprio equilibrio tra motivazioni intrinseche ed estrinseche, oggi più che mai, sia una sfida molto complessa che sono chiamati ad affrontare tutti i giovani e giovanissimi. Le auguro di riuscire a trovare risorse ed energie per orientarsi e gestire al meglio queste fatiche quotidiane e progettuali.

Anonimo-178573 Psicologo a Milano

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