Soffro di emetofobia da moltissimi anni, con attacchi d'ansia e fobia di vomitare in luoghi (ristoranti, luoghi al aperto) oppure con altre persone (casa mia con altre persone)
Questo non succede se sono a casa da solo oppure in un luogo che conosco ma comunque da solo, in quanto è come se fosse una sorta di protezione e nessuno mi può vedere e giudicare!
Quelle rare volte che vado al ristorante mi si chiude lo stomaco e non riesco a mangiare con ansia tachicardia e sudore freddo.
stessa cosa mi succede quando devo mangiare e poi uscire, inizio ad avere ansia conotati di vomito.
Sono consapevole che tutte queste cose non sono nella logica, sono consapevole di tutto.Ma nonostante questo è come avere un TRAUMA un pensiero fisso un meccanismo automatico (che anche non volendo) si attiva in molte situazioni.
ho provato con 2 psicoterapeuti, sicuramente non sono stato bravo io, ma non è andata bene.
vorrei riprovare però utilizzando qualche strategia e aiuto concreto.
è possibile affrontare questi tipi di traumi con delle sedute in remoto?
grazie
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
23 AGO 2020
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Antonino,
l'ansia può essere scaricata su diversi organi ed apparati tra cui, frequentemente, quello gastro-enterico.
Pertanto è possibile che la prima volta che lei ha vomitato le sia rimasta per qualche motivo (es. presenza di altre persone) particolarmente impressa nella memoria, motivo per cui si è instaurata poi la paura di vomitare cioè l'emetofobia.
La soluzione sta nel rimuovere le cause originarie dell'ansia e nell'utilizzo di tecniche di esposizione e per questo è consigliabile un percorso di psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale di durata adeguata accompagnato eventualmente anche da tecniche EMDR.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
24 AGO 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Antonino,
per questa problematica resistente credo sia opportuno si rivolga a terapeuti esperti nell’elaborazione del trauma. Occorre andare all’origine del trauma e rimuovere le cause persistenti.
Le consiglio una terapia in presenza per questa situazione,
resto a disposizione
cordialmente
dr.ssa Costa
24 AGO 2020
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Antonino,
l'ansia e l’emetofobia sono solo il sintomo di un profondo disagio emotivo. Sarebbe opportuno indagarne la natura per capire da cosa è generato e ripercorrerne la storia per attribuirgli il giusto significato.
Potrebbe essere utile un approccio psicoterapico di natura cognitiva che si può svolgere anche da remoto, considerando la situazione di emergenza sanitaria.
Un caro saluto
Dottoressa Tiziana Fanti, Psicologa psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo interpersonale
22 AGO 2020
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno,
lei scrive che il suo problema è come avere un trauma, parola che scrive tutta maiuscola, e penso he in questo stia la chiave del suo problema. Il trauma però non è tanto l'emetofobia ( che è il sintomo); il trauma è ciò che l'ha generata. Per esempio una paura giusta o eccessiva di qualcosa che lei teme più o meno consciamente.
Sembra che anche i precedenti terapeuti siano stati 'vomitati' e che per lei sia stato impossibile 'tenere dentro' quello che dicevano o 'buttare fuori' i suoi pensieri e le use emozioni.
SE è così, se il problema è simbolico, a poco servirebbero dei consigli pratici per placare l'ansia; si deve dissolvere la paura che la genera.
Dottt. Giuliana Gibellini, psicologa psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica
22 AGO 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Antonino,
queste difficoltà si possono affrontare in psicoterapia, volendo anche a distanza.
Sarebbe in ogni caso utile capire perché nelle psicoterapie precedenti non è andata bene. Il cambiamento desiderato dipende da diversi fattori e tra questi c'è anche il tempo necessario prima di vedere i risultati. Se la terapia è stata interrotta troppo presto e se si è trovato bene con qualcuno dei professionisti incontrati, forse potrebbe provare a tornarci, riprendere dove vi siete fermati.
Le strategie e l'aiuto concreto fanno parte del percorso. All'inizio è necessario raccogliere diverse informazioni, inquadrare con cura il problema, anche Lei ha bisogno di capire cosa e perché Le succede. Dopo si può iniziare ad affrontare il problema.
Le faccio un grande in bocca al lupo!
Dott.ssa Katarina Faggionato