È uno sfogo
Vi racconto in breve la mia storia. Ho molti scheletri nell'armadio che forse non sono riuscita a superare.
Se guardo indietro nella mia vita non riesco a trovare un periodo in cui sono stata davvero felice.
Nell'infanzia ho sofferto di epilessia e questo mi ha portato a girovagare per anni in ospedali diversi e di conseguenza ad essere giudicata, sia dagli insegnanti che dai compagni, come una persona che "aveva qualche handicap". Quando sono guarita i miei genitori si sono separati. Mia madre diceva che la causa era che mio padre era alcolizzato e violento con noi (e a confermare ciò ho anche alcuni ricordi) e a sentire mio padre diceva che lei lo tradiva (e ho anche ricordi di questo in cui mio padre alla tenera età di 9 anni mi faceva leggere conversazioni spinte di mia madre con il suo amante).. ma tra tutte le storie ricordo che quella che mi maltrattava di più era mia madre. A 11 anni mi trasferisco con lei e inzia la mia lenta depressione. Mio fratello maggiore mi picchiava ogni giorno, avevo sulle spalle la responsabilità della scuola e della casa.. e di mio fratello. Se mia madre tornava e vedeva o che piangevo o che la casa era leggermente in disordine mi picchiava. All'età di 14 anni, ormai ero diventata insofferente, mi drogavo e pensavo al suicidio tutti i giorni. L'unico che mi ha salvato è stato mio padre, con la sua chiamata quotidiana. Ma mia madre mi metteva contro di lui, lo denunciava per mille motivi e mi vietava di vederlo. Diventata insofferente me ne sono andata di casa e piano piano ho iniziato a riprendermi. Vivevo con mio padre dove avevo ancora più responsabilità. Dovevo essere completamente autonoma, dato che molte volte lui mancava a casa per settimane, per stare in campagna con la sua compagna. A 15 anni ricevetti la notizia che mio padre aveva il cancro e gli rimanevano pochi mesi di vita. Da qui iniziano i miei incubi che a tutt'ora che ho 21 anni continuano. Ma sono incubi strani, perché nonostante mi inquietano, non mi fanno paura. Fortunatamente mio padre visse per altri anni. E a 19 anni mi diplomai con buoni voti. Gli dissi che volevo prendere l'università ma lui non credeva in me. Mi diceva che non lo poteva pagare, quindi io iniziai ad accusarlo di tutto il suo menefreghismo nei miei confronti. Quindi decido di andarmene di casa. Andai a vivere in diversi luoghi e poi mi trasferii a Londra. Le ultime settimane li furono un inferno. Io ero inquieta e non capivo il perchè. Il 2 marzo del 2019 decisi di tornare a casa. Quel giorno mio padre morì. Mi ero talmente immaginata la sua morte che quel giorno non piansi. A dire il vero non piansi per molto tempo. A giugno rimasi incinta del mio ex ma lui non ne volle sapere nulla, e io per molte altre cause abortì. Ma l'aborto non andò a buon fine e dopo una settimana mi ritrovai il feto sull'assorbente, nella casa dove viveva mio padre. Durante la mia gravidanza venni molestata dal mio capo e dopo l'aborto il mio ragazzo mi mise le mani addosso per un insulsa incomprensione. Io lo perdonai e tra alti e bassi abbiamo continuato a stare insieme. Dopo un periodo di depressione ne sono uscita e ho iniziato ad aprire gli occhi anche sui miei amici. Quindi ho iniziato a tagliare tutti e ora mi trovo da sola. Senza famiglia. Senza amici. Senza ragazzo.
Ora la mia domanda è: ho capito che purtroppo io non potrò fare molto della mia vita, che tanto andrà sempre tutto male, anche se sono sempre stata una ragazza ambiziosa. Ma mi chiedevo se in tutto ciò che mi é capitato, è stato per colpa mia oppure no. Sapete, quando capitano tutte queste cose viene da chiedersi spontaneamente "perchè a me".. ho cercato di darmi sempre la solita risposta "forse devi soffrire perchè il futuro ti riserva cose grandiose, d'altronde tutti i più grandi hanno sofferto tanto nella loro vita", ma da una parte so che in realtà non è così. Forse ho sviluppato una leggera forma di pazzia, o bipolarismo. E non so come guarire.