Salve, mi chiamo MIchelle. Il mio problema è che io sto spesso sola (sempre a casa) e la cosa non mi da per niente fastidio dato che le mie due passioni si svolgono prevalentemente dentro casa (musica e cinema). Esco ovviamente per andare al cinema o assistere a dei concerti, e quando capita con le amiche (ma spesso non ne ho voglia). Mio fratello maggiore mi dice che non sono normale, e che probabilmente sono così per depressione, ma io non credo di essere triste, ho sofferto di bullismo fino a due anni fa ma ora ho riacquistato la mia autostima essendo felice con me stessa, so che i miei coetanei preferiscono uscire a ogni occasione che si presenta e ciò non lo trovo sbagliato, ma davvero è sbagliato non averne bisogno per essere felici?
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30 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 8 persone
Buonasera Michelle, io credo che, in assoluto, non sia sbagliata né una posizione (non aver bisogno di altri) né quella opposta (non posso stare da sola, ho bisogno di stare sempre in compagnia). Ciò che credo sia non funzionale è la possibilità di avere (o, meglio, crearsela attivamente, anche se inconsapevolmente...) poche scelte. Quando, come nel suo caso, si sta sempre da soli e si sta bene così, in realtà, questo (mi permetto di ipotizzare) sia più una confabulazione che ciò che realmente lei sente. Per confabulazione intendo che lei racconta e si auto-narra una storia sul fatto che sta bene da sola (per integrare meglio le informazioni della realtà, come, per es., delusioni nel confronto con l'esterno, non sentirsi all'altezza, percepire spesso un giudizio negativo su di Sé, etc.) e, man mano che se la racconta, piano piano comincia a crederci veramente, arrivando a percepirsi come una solitaria felice (ipotesi del suo caso). Sappiamo che la nostra identità, fin quando non viene organizzata attraverso un racconto e delle metafore su di Sé, rimane un pochino sfumata, sullo "sfondo". Appena cominciamo a raccontarci la nostra storia (e mentre creiamo un racconto, inevitabilmente, inventiamo qualcosa per poter renderlo credibile e "spendibile", sia ai nostri occhi che a quelli altrui) ecco che la nostra identità prende una forma più stabile, concreta e, per noi, più coerente. Per questo, io sono abbastanza convinto che lei sia certa di stare bene da sola, la invito solo a riflettere di...dubitare di se stessa, rispetto a questo punto. Per questo, credo anche, che un punto di vista esterno e professionale (uno psicologo o uno psicoterapeuta) potrebbe aiutarla ad acquisire dei racconti su di Sé alternativi che possano ampliare la sua possibilità di scelta (di cui le accennavo all'inizio) e potersi "permettere" di stare bene sia da sola sia in compagnia, senza alcuna rinuncia "apparentemente" facile da effettuare.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma
3 APR 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Cara Michelle,
saper stare bene da soli vuol dire saper stare bene con se stessi e non è affatto una cosa negativa soprattutto quando si sa come spendere il tempo in modo piacevole e gratificante.
Tuttavia, tu dici di essere stata vittima di bullismo fino a due anni fa e questo può averti condizionata nell'evitare le uscite e i rapporti sociali.
In tal caso è possibile che il tuo stare da sola in casa (tranne le uscite sporadiche al cinema o a concerti) sia una specie di rifugio ove ti senti sicura e inattaccabile anche se poi ti sei convinta, per un fenomeno psichico di correzione o riduzione della "dissonanza cognitiva", che questo è uno stile di vita che ti piace.
In realtà, dal mio punto di vista, è auspicabile essere in grado di stare bene da soli ma anche di stare bene con gli altri e quindi in compagnia sapendo di disporre di socievolezza e assertività.
Pertanto, per approfondire le ragioni della tua "preferenza" ed acquisire quelle competenze sociali e relazionali che ti mancano, ti suggerisco vivamente di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
31 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Michelle
a mio parere saper stare da soli per coltivare le proprie passioni e trovare "sprazzi" di felicità fuori dal frastuono che tanti giovani cercano, non è affatto insano o sbagliato.
Quello di cui devi essere certa è che lo stare da sola sia una scelta e non qualcosa che fai per non affrontare il mondo o per paura di qualcosa.
Quello che devi cercare di fare è trovare un equilibrio adatto a te tra uscire e stare sola.
Le due cose dovrebbero essere bilanciate come l'inspirazione (che corrisponde allo stare sola) e l'espirazione (che corrisponde al dare e al condividere).
In questo doppio movimento c'è l'armonia del vivere che ti porterà realizzazione nelle cose che ti piacciono e crescita esperienziale nello stare con gli altri e nel vivere contesti e rapporti umani e sociali.
Comunque sia a mio parere, e ripeto, stare da soli in modo costruttivo e sereno, non è affatto un male...a patto che non diventi un rifugio.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.
30 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Michelle,
non scrivi quanti anni hai.
Di per sé non c'è nulla di male nello stare a casa e coltivare le proprie passioni, non è detto che tutti debbano condividere gli stessi interessi e nessuno ha mai scritto che è necessario uscire per essere felici. E' importante essere soddisfatti di ciò che si fa.
Mi chiedo però se gli anni in cui sei stata vittima del bullismo non abbiano influito in qualche modo. Riacquistare la fiducia in se stessi è davvero positivo, ma davvero non senti l'esigenza di vedere altre persone? Il tuo isolamento, il tuo "bastare a te stessa" potrebbe anche nascondere una paura inconscia di tornare ad essere la vittima...da qui la scelta di interessi che puoi anche coltivare per conto tuo.
Il mio consiglio è di rivolgerti ad un terapeuta, per scoprire se la reticenza alla vita sociale sia una scelta, un tuo desiderio, o una paura nascosta.
A disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Fornari Daniela
29 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buongiorno Michelle, se lei si pone il problema è perché probabilmente qualcosa di ciò che sottolinea suo fratello la fa riflettere. Tutti ci confrontiamo con gli altri ed è lecito chiedersi se si è "normali"; non conosco la sua età ne che cosa fa nella vita dunque mi mancano informazioni molto importanti.
In ogni caso, ognuno ha le sue preferenze e le proprie passioni.. fondamentale è però la consapevolezza delle motivazioni per cui attuiamo una linea di comportamento piuttosto che un'altra!
Se il suo star a casa mentre gli altri escono non ha nulla a che spartire con le difficoltà insite nel relazionarsi con gli altri.. bene così!
A disposizione
Dott.ssa Moglie L.