È deontologicamente corretto "invitare" un'ex psicologa fuori dal contesto medico/terapico semplicemente per parlare in generale e non perdere del tutto i contatti? Se il paziente è già in terapia con un altro professionista con cui si trova a proprio agio è fattibile avviare una conoscenza in un altro ambito con il precedente psicologo?
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25 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buonasera Francesca, sinceramente, "sento odore" di transfert non risolto (ma la prenda solo come ipotesi, visti i pochi dati forniti). Quindi, se è ancora in contatto con il collega, potrebbe prendere qualche appuntamento clinico per capire se si tratti proprio di questo (evidentemente, se già non sia stato affrontato durante la terapia). In generale, se il precedente psicologo non riprenderà mai più il ruolo con la paziente in futuro, se anche lui ha dei sentimenti che non siano relati alla terapia svolta in precedenza, se lo stesso vale per la paziente, se quest'ultima ha chiaro (cognitivamente ed emotivamente) che il sentimento provato non sia strumentale a tenersi accanto un professionista della salute psichica, etc. etc.; poiché è già successo varie volte, non le potrei dire che, assolutamente, quello che chiede lei non si può fare. Tuttavia, come ha visto, sussistono molti "se" di cui tenere conto in quanto il loro effetto, nella relazione, può esercitarsi senza che nessuno dei due (ebbene sì, anche il professionista della mente...) se ne accorga ma condizionando fortemente e subdolamente la relazione stessa. Dunque, a meno di eccezioni affettive abbastanza improbabili, forse, sarebbe meglio che lei si orientasse verso qualunque altra persona tranne il suo ex terapeuta. Naturalmente, questo è una valutazione in base a quanto detto sopra, ma è solo lei che può sapere "cosa" sente, "perché" lo sente, "come" lo sente, e, soprattutto, "se" lo sente.
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma
2 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Francesca, se lei ha scelto un secondo psicologo, evidentemente ha considerato che col primo non era stata instaurata un'alleanza terapeutica, necessaria nelle prime sedute per poter avviare un percorso proficuo per il paziente. Non dice se ha cambiato psicologo dopo poche sedute o dopo un percorso già avviato e quali sin stati i motivi e se concordati ed esplicitati da ambo le parti. Premesso ciò, forse lei ha già la risposta sui motivi per i quali vorrebbe aprire un'amicizia con il /la precedente professionista. Perchè non ne parla col suo attuale psicoterapeuta ? potrebbe aiutarla a capire i motivi e se sia il caso o meno.
Buon lavoro
Dott,ssa Paola Federici. psicologa psicoteraeuta
Psicoterapie brevi e autogene - Ipnosi - T.A. - Cognitivo comportam. - EMDR -
Lavoro a Rapallo (Ge) e a Binasco (Mi)