una donna di 52 anni, sono in terapia da quasi 3 anni ed ho la sensazione di "non andare avanti". Faccio piccoli progressi poi torno indietro. E' frustrante ed avvilente e mi accorgo che la mia terapeuta è frustrata quanto me. Quando non "procedo bene" percepisco il suo innervosirsi, palesato dal fatto che mette le mani nei capelli come per grattarsi la testa. Gliel'ho fatto notare e cerca di trattenersi, ma spesso non riesce.
Recentemente ho fatto un ennesimo "errore": mi sono rimessa con un uomo che avevo faticosamente lasciato 6 mesi fa ma che non amo. Ometto i dettagli perché non servono, ma credo sia importante dire che lui ha lasciato un'altra per me ed anche ammettere che è stata la sua nuova relazione a rispingermi verso di lui. Credo che in me coabitino una dipendente affettiva ed una narcisista.
Ho subito capito di aver fatto un errore e sono consapevole della gravità di questo atteggiamento stupido, superficiale ed infantile, ma quando ero sola ho spesso pensato al suicidio e stavo malissimo per il "vuoto" che è poi il mio problema da curare.
Durante l'ultimo incontro la terapeuta ha fortemente sottolineato la mia incapacità di rendermi responsabile delle mie azioni e la palese mancanza di rispetto verso il prossimo dimostrata dalle mie azioni. Tutto vero, lo so, ma ora io mi trovo a confrontarmi anche col senso di colpa nei confronti di questa persona: so di doverlo nuovamente lasciare e non so come fare. Adesso non solo ho il terrore del vuoto ma anche il senso di responsabilità per il fatto che, ovviamente, starà di nuovo male a causa mia.
Mi sento uno schifo. Da quando ho fatto questa cosa sbagliata non farei altro che dormire per sfuggire alle mie responsabilità, ma credo che chi non ha avuto a che fare col "vuoto" ed i pensieri che genera non possa capire quali cavolate immani si possano fare sotto la sua spinta.
Vorrei che la terapeuta mi assolvesse per questo errore e mi aiutasse ad uscire da questa situazione e nel contempo capisco che se non ricevo una "lezione sonora" rifarò sempre gli stessi errori. Nel mentre però rimango qui piantata e con l'ansia per la prossima seduta, nell'attesa della quale sento che dovrei agire, ma non riesco a fare assolutamente nulla.
E così mi vengono i dubbi sul rapporto con lei, pur consapevole - mentre scrivo - della correttezza di tutto ciò dice.
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29 GIU 2021
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Cara Annarosa,
Posso comprendere la sua frustrazione . Per rispondere al suo dubbio, premesso che è libera di interrompere la terapia quando desidera , le consiglierei di parlare con la sua terapeuta di quanto ha notato e come non si senta accettata da lei . In questo modo potrete decidere il da farsi assieme .
Resto a disposizione
Dott.ssa Maria Chiara Paladini
29 GIU 2021
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Cara Annarosa, dalla sua lettera emergono molto conflitti all’apparenza insanabili ma è proprio lasciandosi attraversare dalle contraddizioni e riconoscendole come sta facendo che troverà il modo di uscirne.
Un caro saluto
Dott.ssa Elisa Rossetti
29 GIU 2021
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Buongiorno Annarosa, credo che sia importante far emergere tutte le sue frustrazioni con la sua terapeuta perchè è fondamentale, in qualsiasi rapporto con l'altro, sentirsi liberi di esprimere il proprio punto di vista sulla realtà, sulle sue emozioni, sensazioni e vissuti. Sono convinta che la sua terapeuta saprà farne buon uso delle sue perplessità o sensazioni. Con i miei pazienti uso questa metafora per far capire come dovrebbe essere per me la terapia: io, terapeuta, sono come una bussola, non ti dirò mai a vai a nord, ma se non sai dov'è il nord non puoi andare a sud." Ognuno è libero di scegliere qual è la direzione che sente giusta per qualsiasi motivo, nel momento in cui si sceglie però si deve anche essere consapevoli che qualcosa si lascia.
Un abbraccio
Chiara Tonucci
29 GIU 2021
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Cara Annarosa,
il percorso terapeutico spesso ha alti e bassi ed a volte ci si può sentire non in sintonia con il proprio terapeuta o pensare di aver deluso le sue aspettative ma se dentro di lei è nato un disagio talmente grande che la fa sentire in colpa nei confronti della sua terapeuta cercando la sua assoluzione, forse è il caso di cambiare terapeuta perchè in questi tre anni si è sviluppato un rapporto che l'ha sicuramente aiutata nel gestire il vuoto che sente ma attualmente la imprigiona con sensi di colpa, frustrazione, inadeguatezza che sente proprio come nella relazione sentimentale ripresa con il suo ex. Il desiderio, anche in questo caso, mi sembra quello di interrompere ma la paura del vuoto le impedisce una decisione di questo tipo, provi a contattare un altro specialista, magari un orientamento diverso potrebbe aiutarla maggiormente.
Resto a disposizione,
cordiali saluti,
Dott.ssa Elena Cutillo
29 GIU 2021
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Buongiorno Annarosa,
in un percorso terapeutico, le ricadute, sono sempre dietro l'angolo, ma non bisogna sentirsi sconfitti o demotivati anche se la paura e la frustrazione di non riuscire è tanta. Sono sicuro, che con la terapeuta avete fatto un lavoro eccellente, ma probabilmente, se continui a sentire questo senso di "vuoto" e di malessere, forse è il caso di rivedere gli obiettivi e rivedere il percorso. La terapeuta, non può assolverti da colpe, ma può aiutarti nel cambiare il modo di agire e di vedere il mondo. Se questo periodo dovesse continuare, potresti valutare anche la possibilità di farti seguire da un altro terapeuta con un approccio diverso.
Spero di esserti stato utile, resto a disposizione per qualsiasi informazione.
Dr. Mario De Rose
29 GIU 2021
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Gemtile Annarosa, capisco la frustrazione.
Le suggerisco di parlare con la sua terapeuta altrimenti, visto che parla di dipendenza affettiva, il rischio è che la terapeuta possa diventare l'ennesima persona a cui sente di dover rendere conto.
29 GIU 2021
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Buongiorno Annarosa,
capisco il suo disagio emotivo e il forte desiderio che avverte di voler cancellare i giudizi negativi sulla sua persona. La sua terapeuta certamente non la giudica e desidera quanto lei farla arrivare ad uno stato di benessere ed equilibrio necessari per sentirsi felici. Non ha certamente il ruolo di assolvere dalle colpe, anche perché in terapia non si parla di colpe. Si lavora per compiere azioni efficaci rispetto agli obiettivi, mettendo in conto che il percorso di aiuto non è una retta, ma è più simile ad un percorso di un fiume che si fa strada tra i limiti che tutti abbiamo.
Le auguro di poter presto riappropriarsi del benessere interiore che tanto desidera.
Un caro saluto
Dott.ssa Oriana Parisi