Inviata da Giovanni Brandi · 12 giu 2020Psicoterapia
Buongiorno, sono ai primi colloqui con uno psicoterapeuta. E sembra che lui non ricordi le cose da me dette la volta precedente. È successo più volte. Durante i colloqui non prende appunti. Vorrei sapere se è mancanza di attenzione e disinteresse, o se può essere un modo per testare la mia coerenza. La cosa mi ha comunque infastidito. Cosa mi consigliate di fare?
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15 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Giovanni,
non credo si tratti di mancanza di attenzione o disinteresse e nemmeno un modo per testare la sua coerenza.
Ritengo sia semplicemente un modo per restare sui temi che emergono volta per volta allo scopo di non spendere eccessivo tempo per ogni seduta.
Personalmente concordo col paziente di registrare le sedute oppure faccio un resoconto scritto di ogni seduta ma solo dopo la fine della stessa in modo da non ridurre l'attenzione e il contatto oculare dal paziente.
Ovviamente questa modalità operativa comporta un lavoro aggiuntivo che non tutti i terapeuti sono disposti a fare ma a mio parere è l'unico modo per seguire bene il paziente nel percorso terapeutico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
24 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Giovanni,
se io fossi al posto del collega sarei interessato a quello che lei prova durante le sedute di psicoterapia. Affrontare quello che si sente nella relazione terapeutica può essere di grande svolta per la terapia stessa.
Spero di esserle stata utile.
Dottoressa Gilda Chiaromonte.
16 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buonasera, i primissimi colloqui sono fondamentali per l'instaurarsi di una buona relazione terapeutica, senza la quale, la terapia è un insieme di tecniche e di "ti dico io cosa fare e dove hai sbagliato"...vado al parossismo per passare chiaramente il concetto. È vero che un terapeuta, a sua discrezione clinica, possa utilizzare dei "test relazionali" per creare discrepanza in un sistema emotivo, quello del paziente che, altrimenti, utilizzerebbe sempre le solite difese, strategie, etc. Tuttavia, quello che ci indica nel collega non è uno di questi test di cui parlo. Inoltre, la fiducia è un pilastro per entrambi (terapeuta e paziente), dunque, la invito a condividere con lui queste sue perplessità. Le ricordo che lui è lì per aiutarla e lei ha il diritto/dovere di chiedere come mai non ricorda le cose. Nel caso la situazione si dovesse protrarre o la risposta non dovesse soddisfarla, ancora non è arrivato, secondo me, il momento di "sbarazzarsi" del collega. Questo perché non è tanto importante (anche se un po' si) che il clinico ricordi quasi tutto di ciò che lei racconta (le rammento che, se il collega ha una certa esperienza, avrà anche svariati pazienti di cui ricordare tante informazioni importanti), quanto il modus operandi della vostra relazione. Ora le domando: meglio andare in terapia da un collega che, talvolta, dimentica qualcosa ma con cui, nei momenti emotivamente rilevanti, sente che le faccia fare uno scatto comprensivo su di Sé o un collega molto preciso, rigoroso, con memoria alla Pico della Mirandola ma affettivamente un po' coartato o, comunque, che non le faccia fare un salto evolutivo nella comprensione di Sé? Certo, avere tutte le qualità sarebbe l'ideale, ma è molto difficile trovare un Essere Umano toticomprensivo...Lei ha sempre l'ultima parola, ma cerchi di concentrarsi piu sui suoi vissuti personali in terapia, se si sente protetto, non giudicato, che le viene facile parlare di cose intime e private con lui, etc. Queste, a mio parere, sono le caratteristiche da declinare su di Sé...nel caso non le dovesse trovare o, meglio, vivere sulla sua pelle, allora questo sito o quello dell'Ordine Nazionale degli Pdicologi è pieno di professionisti che potranno darle un aiuto.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista/Postrazionalista Roma
16 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno
Non tutti i terapeuti prendono appunti.
E tenga conto che non è disattenzione non ricordare i particolari già raccontato. Nei primi incontri anche il terapeuta deve entrare nella storia della persona che ha di fronte. È normale che possa chiedere di nuovo alcune informazioni.
Spero di averla rassicurata
Claudia Corti
13 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Giovanni. Le sedute di psicoterapia sono momenti liberi da qualsiasi giudizio, ma finalizzati unicamente ad aiutare il paziente nella ricerca di ciò che può aiutarlo e nel comprendere il suo funzionamento ed il suo malessere. Se ha avuto queste impressioni sul lavoro del clinico il mio consiglio è quello di affrontare l'argomento con lui, per evitare che questa sua idea iniziale possa condizionare la relazione terapeutica ed i risultati della lavoro che andrete a fare.
Un augurio.
Dott.ssa Ferraro Francesca
12 GIU 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Giovanni, difficilmente uno psicoterapeuta vorrà "testarLa" e "metterLa alla prova". Ognuno ha i suoi metodi e non ce ne sono di migliori, ma è possibile che alcuni pazienti non si sentano a proprio agio con alcuni di questi. Il consiglio, in questo caso, è essere molto aperto nei confronti del professionista e spiegargli i dubbi che ha e come si sente. In questo modo, potrete apertamente parlare di ciò che La infastidisce e fare un passo avanti importante nella costruzione di quella relazione di fiducia che è fondamentale per il buon esito di una psicoterapia. Laddove questo non avvenga anche dopo il confronto, infine, valuti la possibilità di rivolgersi a un altro professionista. A disposizione, cordialità. Laddove questo non avvenga anche dopo il confronto, infine, valuti la possibilità di rivolgersi a un altro professionista. A disposizione, cordialità.DP