Dubbi, insicurezza ed ansia: come fare la scelta giusta?
Buongiorno,
ringrazio per il tempo dedicato.
cercherò di essere concisa nonostante la complessità della situazione in cui mi trovo. Mi chiamo Stefania, ho 33 anni, una relazione con un compagno con il quale ho sempre avuto un rapporto controverso, fatto di grande amore e liti violente, passioni comuni, esperienze forti, nel bene e nel male. Tuttavia negli ultimi 3 anni la nostra storia è andata progressivamente degenerando. Da due anni conviviamo: scelta fatta "di slancio" e per quanto mi riguarda, con il tentativo di riparare una situazione già difficile tra noi. Abbiamo avuto per anni un rapporto a distanza e pensavo che condividere finalmente le nostre vite fosse un modo per trovare una soluzione a tante piccole cose che non funzionavano. La scelta si è dimostrata sbagliata...ho cambiato città, passando da un centro grosso ad uno più piccolo. Certo, lo sapevo, tuttavia la quotidianità non potevo conoscerla. E non mi piace: troppo piccola, claustrofobica, priva di stimoli. Ho cambiato lavoro (sono libera professionista): anche qui totale insoddisfazione , sia per la tipologia di lavoro, sia perchè dopo pochi mesi dal trasloco ho completamente perso l'entusiasmo per la nuova avventura lavorativa.
Ma il dramma più forte è stato quello sentimentale: da quando è cominciata la convivenza, le cose stanno peggiorando giorno per giorno, tranne alcuni periodi di "stasi" in cui credo semplicemente che entrambi non pensiamo ai problemi che abbiamo. Io ho perso completamente la passione, gli stimoli, mi sento insoddisfatta sotto ogni punto di vista, non riesco nemmeno a dare affetto al mio compagno. Non riesco a comunicare e soffro nel vedere che sono incapace di rendere felice una persona a cui sono legata visceralmente. Mi chiedo come ho fatto ad arrivare a questa situazione, e i motivi, in parte ci sono: il mio compagno si è dimostrato egoista da quando vivo con lui, nel senso che è stato poco disponibile a comprendere la mia difficoltà, le mie necessità, piccole o grandi che fossero. E' mancata la progettualità sotto qualsiasi punto di vista, e lui giustifica questa mancanza con il fatto che io sono totalmente assente nei suoi confronti. E' un acne che si mangia la coda, ci accusiamo vicendevolmente, e benchè io conosca le mie lacune pesantissime, credo in fondo al mio cuore, che sia per causa sua se sono ridotta cosi. E' una persona estremamente sensibile ma a volte incapace di mettersi nei panni degli altri. Tutto ciò ha causato in me una tristezza che va a giorni alterni (passo da disperazione ad euforia), totale disinteresse per le cose che faccio, ricerca di alterazione mentale e ricerca continua di una risposta a domande come: lo lascio?vado via?e il futuro?posso vivere senza di lui?e mille domande simili che ormai sono diventate un'ossessione che non mi lascia nemmeno dormire. Non so che fare, non so che scelta prendere. E più mi pongo domande, più mi sento nel baratro profondo. Ho paura di scegliere, di restare sola, di fallire, del futuro e mi sento letteralmente paralizzata e finta con me stessa. Non so più cosa fare. Aggiungo a questo che non ho più rapporti sessuali o intimi con il mio compagno. Provo tristemente un senso si repulsione, e la cosa mi distrugge emotivamente.
In poche righe è difficile esprimere la disperazione in cui verso per non saper scegliere o fare la cosa giusta per me stessa, ma sento che devo agire prima di crollare definitivamente.Grazie della disponibilità, saluti.