Dubbi e confusione
Buongiorno, mi scuso in anticipo per lunghezza della mia storia. Ho 26 anni e da 10 sto insieme a un uomo più grande di me di 11 anni. Lui è praticamente il mio primo e unico fidanzato. Ci siamo conosciuti su internet, con lui mi trovo in profonda sintonia, quasi in simbiosi ormai, spesso ci intendiamo al volo senza neanche parlare. Tuttavia, vivendo molto lontani l'una dall'altro, io al nord e lui al sud, abbiamo portato avanti per un bel po' di anni una relazione essenzialmente a distanza, a parte sporadiche visite da parte sua quando riusciva a permetterselo. Io invece andavo ancora al liceo e non potevo andare fare viaggi così lunghi e dispendiosi, anche perché non avevo il coraggio di raccontare a mia madre (i miei genitori sono separati e io sto con lei) di questa relazione per paura che fosse contraria. Soltanto quando ho cominciato l'università sono riuscita ad andare io da lui quando tempo e soldi me lo permettevano, grazie anche alla maggiore indipendenza, poiché ero fuori sede. Finita la triennale ho comunicato a mia madre la volontà di non continuare l'università e "trasferirmi" per un po' dal mio ragazzo e cercare lavoro, sia perché la situazione in casa mia mi faceva stare sempre male (ho un pessimo rapporto con uno dei miei fratelli maggiori che vive con mia madre), sia perchè finalmente volevo recuperare un po' del tempo che avevamo perduto passandolo senza mai avere un'interazione fisica decente, un po' di privacy, insomma una relazione normale. Quindi mi sono trasferita al sud e qui occorre spiegare la situazione del mio ragazzo: lui vive ancora coi genitori (madre e padre si detestano e anche lui ha un rapporto molto difficile con loro, ma tutti continuano a stare insieme per quieto vivere e per convenienza), ha avuto svariati problemi con l'università che non ha finito, in seguito alla quale ha deciso di trovarsi un lavoro aprendo un'edicola. Poi il covid ne ha causato la cessazione nel 2021. In quello stesso anno io, che intanto non stavo trovando lavoro, e lui, che lo aveva perso, abbiamo deciso di ritornare all'università. E qui cominciano i problemi che riguardano la situazione di cui vi vorrei parlare: io sono sempre stata una persona molto chiusa e introversa, con difficoltà a instaurare rapporti di amicizia (ho solo un amico dai tempi del liceo) e ancora di più rapporti sentimentali, a causa della mia bassissima autostima e della paura che provo nell'uscire di casa e fare nuove esperienze, "darmi alla pazza gioia" insomma, quindi molte delle mie conoscenze, tra cui il mio ragazzo, le riuscivo a fare solo stando a casa al computer. Durante la triennale, poi, questo disagio si è fortemente acuito: gran parte del tempo la passavo sempre a letto, stavo da sola e avevo paura di uscire fuori la sera e quindi, come di consueto, tutte le sere le passavo su skype col mio ragazzo. Ora, invece, da quando ho cominciato la magistrale al sud mi sono ripromessa di darmi da fare per instaurare legami e fare esperienze, di superare le mie insicurezze e paure e vivere un po' più serenamente (seppur ancora con molta fatica). Questo atteggiamento però mi ha portato a riflettere profondamente sulla natura della mia relazione, a pormi dubbi sull'amore che provo per il mio ragazzo, se è ancora forte o no, se è sincero o no, se sto andando avanti per inerzia, seguendo una routine ormai consolidata da 10 anni, o no, ecc...Vivendo di più la vita universitaria sto provando attrazione per altri ragazzi, per uno in particolare, con cui mi sento ogni tanto ma solo per 2 chiacchiere innocue, ma in realtà io sento che ci vorrei flirtare. D'altro canto io col mio ragazzo sto bene, come detto, per me rappresenta un grande sostegno, abbiamo la stessa visione del mondo e stessa sensibilità per certe cose, forse dovuta al fatto che abbiamo due vissuti famigliari piuttosto simili, ma allo stesso tempo non siamo mai riusciti ad avere rapporti sessuali a causa di un mio problema ginecologico che ancora non riesco a inquadrare e che mi frustra profondamente (non tanto il mio ragazzo, perchè è già abbastanza soddisfatto di come stiamo ed è solo dispiaciuto per me) e che spesso mi pensare "se non posso fare sesso col mio fidanzato, figurati con altre persone che mi potrebbero piacere, quindi non ha senso flirtare con altri, non potrei combinarci niente". Tutto ciò fa sentire questa relazione incompleta e fa sentire me non sessualmente capace e attraente. In sostanza col mio ragazzo mi sembra di fare solo cose che si farebbero tranquillamente anche con un amico e quindi non sto trovando più un senso al nostro essere fidanzati. In più, sebbene io stia nella città dove ho l'università e lui sia rimasto a casa sua in provincia a pochi km di distanza, sono sempre io che nei fine settimana torno da lui e mai lui che ogni tanto viene da me per stare un po' da soli senza la presenza dei genitori e l'atmosfera spiacevole che si avverte in casa. Questo accade perchè purtroppo la madre non è ben disposta nei confronti di eventuali spostamenti di suo figlio, è questo è uno dei motivi del pessimo rapporto che lui ha con lei soprattutto. Il "guinzaglio" della madre che vincola me e il mio ragazzo sta pesando molto a entrambi, ma a me specialmente, perchè mi sto accorgendo sempre più chiaramente che ho passato 10 anni inconcludenti, senza un senso, col costante timore che le cose rimarranno sempre così senza cambiare mai. 10 anni in cui non ho potuto sperimentare la leggerezza dei flirt, delle storielle adolescenziali prima di maturare sentimentalmente e farmi un'idea chiara del tipo di relazione stabile che avrei voluto avere. Invece ho saltato questo step e mi sono catapultata fin da subito in una relazione che ora definirei quasi matrimoniale. Eppure tare con lui mi rassicura, mi dà certezze, ma allo stesso tempo mi lascia frustrata e insoddisfatta, piena di problemi che altri ci causano. Mi fa venire voglia di recuperare a quasi 30 anni quello che non sono riuscita a fare a 16, di sentirmi attraente per qualcun altro e provare nuove forme di eccitazione. Non so cosa fare.