Dovrei rinunciare a qualcosa che mi cambierebbe la vita per il lavoro?

Inviata da Luna99 · 14 set 2022 Autorealizzazione e orientamento personale

Ho 23 anni, lavoro in questa azienda da un anno ormai e mi trovo benissimo, sia lavorativamente che per le relazioni con alcuni colleghi che sono addirittura diventati amici. Mi è stato fatto anche un contratto a tempo indeterminato.
Tuttavia però, gli inizi di questa nuova esperienza lavorativa, non mi hanno portato molta fortuna. Tra una brutta influenza e una quarantena per positività di mia sorella ho già fatto le mie prime assenze, e non sono state poche. Certo non l’ho voluto io, ma ho avuto degli incredibili sensi di colpa nei confronti del mio datore di lavoro, che comunque ha accettato di darmi un’opportunità nella sua azienda in un periodo buio per i giovani che cercano lavoro come me, e sensi di colpa anche verso i miei colleghi che avrebbero avuto più lavoro da fare senza il mio aiuto.
Quando non sono a lavoro mi vengono spesso attacchi d’ansia, perché non sono a fare il mio dovere e mi sento in colpa, e perché ho la costante paura di essere giudicata male da capo e colleghi, a maggior ragione essendo giovane (per via della famosa frase “i giovani non hanno voglia di lavorare”).
Comunque, terminata la quarantena di mia sorella, sono rientrata a lavoro e sfiga vuole che quella stessa sera, una volta rientrata a casa, mi accorgo di avere una brutta gastroenterite che mi ha costretta a rimanere a casa. Ho scritto al mio capo la notte stessa, chiedendo scusa infinite volte, ma stavolta non ho ricevuto risposta. Torno al lavoro lo stesso il giorno dopo, dopo aver preso quasi una confezione intera di imodium e fermenti lattici a manetta non essendo ancora guarita. Oltre ad alcuni colleghi che mi chiesero come stessi con tono di scherno ecco che il mio capo mi chiama in ufficio chiedendomi se la cosa era curabile perché avevo già fatto tante assenze e perché altrimenti non saprebbe se mi avrebbe rinnovato il contratto o meno. Gli ho spiegato molto timidamente la situazione, che comunque non è che scelgo io di stare male o dei malanni di mia sorella, e gli ho promesso che non avrei più fatto assenze.
Qualche giorno dopo, purtroppo, sono venuta a conoscenza del fatto che sia lui (capo) che alcuni colleghi si prendevano gioco di me e delle mie assenze. La persona che me l’ha riferito con me è sempre stata sincera fin dall’inizio e molto protettiva nei miei confronti, non vedo perché non avrei dovuto credergli..ma purtroppo questo mi demoralizzò tantissimo e ne sento ancora il peso.
Passano i mesi e non faccio più neanche un’assenza, tranne un giorno per una dismenorrea, che riferisco per correttezza al capo, anche se so che non dovrei dire per forza il motivo della mia assenza. Ebbene, quando torno il giorno dopo tutti sapevano della mia dismenorrea perché parlandone in giro (lui) ha fatto in modo (magari anche non intenzionalmente) che si spargesse la voce! La cosa mi diede molto fastidio ma feci finta di niente, d’altronde non posso andare contro il mio capo.
Ora siamo appena rientrati dalle ferie…ed ecco che dopo soli tre giorni di lavoro sono in malattia per una laringotracheite. Sono dieci giorni ormai, ma non passa…il medico mi ha prolungato la malattia fino alla prossima settimana cambiandomi addirittura antibiotico.
Nessuno ha detto niente a quanto pare, ma ho sempre quest’ansia costante che mi parlano dietro e che pensino che io sia una fannullona. Io non credo proprio di esserlo, mi piace il mio lavoro, mi sento demoralizzata quando non ci vado addirittura in ferie mi è mancato!!! Odio farmi passare per quella che non sono!!
Inoltre ho da poco fatto una visita chirurgica per un intervento plastico che mi cambierebbe la vita, in quanto ho perso molto peso in due anni e ho molta pelle in eccesso sulle gambe…ero intenzionata a prenotare l’operazione a dicembre in modo da non perdere giorni di lavoro avendo delle ferie di mezzo (perché chiaramente dopo l’operazione serve un periodo di convalescenza, non posso farlo oltre il 2023 in quanto nelle cliniche alzeranno i prezzi per via dei costi insostenibili dell’energia), ma non sono più tanto convinta a farla per il fattore lavoro!! Dicembre è troppo vicino a settembre e sono ancora a casa in malattia. Rientro la prossima settimana, è vero, ma ho comunque fatto due settimane a casa, dopo neanche tre mesi dovrò fare un altro mese a casa per un intervento plastico. Cosa penseranno di me? Non mi prenderanno più sul serio..è questa la mia paura. Ho un contratto indeterminato, non ho neanche la paura di essere licenziata, ma ho paura di una reazione negativa da parte del mio capo a questo intervento e alla convalescenza che lo seguirà. Ho paura che si spargano voci tra i miei colleghi…
I miei genitori dicono che devo sbattermene, che nel lavoro siamo tutti numeri, che comunque essendo giustificata da medico nessuno può contestare nulla. Che devo pensare a me e la mia salute fisica e mentale, il che non è sbagliato in fondo. Stessa cosa la pensa il mio ragazzo. Ma io non riesco mai a fregarmene…come dovrei comportarmi??
Chiedo scusa per la lunghezza del post, è stato uno sfogo diciamo, ho bisogno di pareri da più persone, magari più mature di me. Mi sento tanto insicura, inutile e tesa.
Grazie a chi mi risponderà…

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Miglior risposta 16 SET 2022

Cara Luna99, capisco la situazione che descrivi, e mi dispiace per le sofferenze e fatiche che riporti. Sicuramente affrontare tutto ciò non è semplice, soprattutto quando compare anche la sintomatologia ansiosa. Hai pensato ad iniziare un percorso di terapia? poterne parlare con uno specialista ti potrebbe aiutare ad esplorare ed elaborare le motivazioni sottostanti a questi bisogni e difficoltà, in modo da poterli comprendere e gestire al meglio.
Resto a disposizione
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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15 SET 2022

Cara Luna, da ciò che racconta si percepisce il suo disagio, sia da un punto di vista fisico che psicologico.
Credo sia importante che si prenda cura del suo corpo, appoggiandosi al medico di base per escludere problematiche di tipo organico.
Alcune manifestazioni fisiche potrebbero avere anche un’origine psicosomatica e andrebbero esplorate insieme al suo vissuto di inadeguatezza, in cui lei si sente “inutile” , all’interno di un percorso psicologico.
Sono disponibile nel caso in cui volesse contattarmi.
Un caro saluto.
Ilaria Oregio Catelan

Dr.ssa Ilaria Oregio Catelan Psicologo a Torino

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15 SET 2022

Buongiorno Luna,
grazie per aver condiviso le tue preoccupazioni.
Ti fa onore avere la preoccupazione di fare troppe assenze per malattia verso chi ti ha dato fiducia e crede nel tuo lavoro.
L'importante è però che queste tue preoccupazioni vengano esternate, condivise e chiarite con il tuo responsabile diretto o datore di lavoro. Anche l'ipotesi del futuro intervento di chirurgia plastica. Credo che parlandone direttamente , senza parlare tra colleghi e senza alimentare tue supposizioni, si possano chiarire le diverse posizioni ed eventuali opinioni (non certe) su di te.
E daresti anche al ddl la possibilità di pianificare meglio il lavoro durante la tua assenza. Non è l'assenza in se che crea difficoltà, ma la situazione di emergenza da affrontare che destabilizza una organizzazione (capo e colleghi).
A livello personale Ti consiglio di intraprendere un percorso terapeutico per lavorare sui sensi di colpa e sulle manifestazioni fisiche che si sono verificate proprio durante il tuo primo anno di lavoro che potrebbero anche dipendere da un aumentato carico di stress.
Se hai altre domande rimango a disposizione.
Buona giornata
D.ssa Barbara Montagnini

Dott.ssa Barbara Montagnini Psicologo a Treviso

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15 SET 2022

Buongiorno Luna, grazie per aver condiviso i tuoi timori e i tuoi vissuti d'insicurezza e tensione.
La risposta al "come dovrei comportarmi" è difficile da formulare, proprio perché, come tu stessa sottolinei, di consigli comportamentali ne hai già ricevuti ma tu sei tu e "non riesci mai a fregartene".
Forse varrebbe la pena, prima di decidere come comportarti, offrire uno sguardo più attento a tutti questi sensi di colpa che ti bussano continuamente alla porta, magari andando ad approfondire cosa abbia significato per te iniziare questo lavoro, mantenerlo con le difficoltà di salute, accompagnata dall'idea di essere quasi una privilegiata e al contempo sostenere sulle spalle l'idea di dover disconfermare uno stereotipo della giovane fannullona.

Ti saluto cordialmente, Marta Lanfranco

Dott.ssa Marta Lanfranco Psicologo a Torino

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