Dopo un figlio è tutto crollato...

Inviata da Utente_anonima_ · 5 giu 2020 Terapia di coppia

Salve, io e il mio compagno stiamo insieme da 4 anni e da 7 mesi abbiamo una bimba stupenda. Non è mai stato un coccolone, ma da quando è nata lei è addirittura peggiorato: esiste solo per la piccola, è davvero raro che mi guardi, mi baci o mi dedichi qualche attenzione. Abbiamo parlato molto nel corso di questi mesi, ma lui afferma di star bene così, che per lui la coppia non esiste più, che siamo solo un trio ora. I primi tempi mi disperavo, ora mi sento sempre più lontana e se lui prova a farmi una carezza addirittura mi infastidisco. Che succede? È possibile che non lo ami più? Grazie se vorrete rispondermi..

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Miglior risposta 5 GIU 2020

Cara Rossella, le dinamiche della coppia si modificano dopo la nascita di un figlio e c'è un tempo fisiologico nel quale le attenzioni si dirigono in modo differente al partner. Tuttavia, la coppia non scompare nè deve essere una vittima sacrificale sull'altare della famiglia: la complicità, il desiderio e l'attrazione non sono incompatibili con essa! Lei ha già fatto quello che tutti Le avrebbero consigliato, ovvero, affrontare apertamente la situazione con il compagno. Purtroppo, questo non sembra aver migliorato la situazione. Per comprendere cosa sia avvenuto, sia nella dinamica di coppia sia nello specifico della sua attuale reazione, e necessario aprire alcuni contesti, tra cui la progettualità personale e di coppia quando avete cominciato a frequentarvi, e quando è nata la piccola. Inoltre, è importante comprendere quale situazione esistenziale Lei sta vivendo in questo momento e quali significati attribuisce a queste attenzioni che ora la infastidiscono. A seconda di quello che emerge è possibile pensare a un percorso di coppia (sempre ammesso che questa possibilità sia accettabile per entrambi i membri) oppure a un suo percorso individuale per capire quale tipo di futuro sia per le identitario alla luce della situazione attuale. Comprendere cosa la mette in difficoltà il infastidisce è però preliminare al fine di capire Quali possibilità d'azione è opportuno aprire e quali scelte dovranno essere compiute. Ha valutato di contattare un terapeuta? Con l'analisi dell'esperienza quotidiana, degli episodi significativi, e dei significati che lei associa ad essi, potrà dare un senso a quanto è avvenuto nella dinamica di coppia e a quanto sta avvenendo a lei personalmente. In bocca al lupo, cordialmente. DP

Dott. Daniel Michael Portolani Psicologo a Brescia

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12 GIU 2020

Gentile Rossella, mi sembra importante che lei si stia innanzitutto interrogando su questi cambiamenti dentro di lei e nella relazione. Certamente è vero che da coppia siete passati adesso ad essere una famiglia con rapporti triadici come dice il suo compagno. È anche vero che però pian piano dovreste valorizzare anche degli spazi vostri e che non perdiate la dimensione della vostra intimità. Probabilmente la reazione di fastidio alle carezze del suo partner dipende dal fatto che si è sentita trascurata, messa da parte e rappresenta una difesa per controllare il disagio che questo le ha provocato in questi mesi.
Potrebbe essere utile per lei valutare una consulenza o terapia individuale per ripercorrere i vissuti della maternità e come questi si intrecciano con il suo essere donna e partner. A quel punto sarà lo stesso professionista a valutare se non sia poi più indicata una terapia per la coppia.
Resto a disposizione per informazioni o approfondimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Mavilia

Dott.ssa Valeria Mavilia Psicologo a Spadafora

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7 GIU 2020

Buonasera Rossella, talvolta capita di incontrare persone che, per motivi legati alla loro storia personale (e che, qualche volta, neanche ne sono coscienti), abbiano bisogno di raggiungere un traguardo "umano". Cosa intendo? Un traguardo come (in ordine sparso e non di importanza) fare un figlio ed essere madre o padre, riuscire a laurearsi, sposarsi, riuscire a sistemare i figli per il futuro, sentirsi realizzati di ciò che si è fatto in passato e di una pensione buona con altrettanto buona qualità di vita, essere dei genitori sufficientemente bravi, etc. Quando si realizzano questi traguardi, l'altro con il quale si sono realizzati (se è capitato durante il tragitto di vita con un'altra persona), cambia l'immagine dentro di loro, perdendo, molto repentinamente, la centralità avuta fino ad allora. Non so se questo sia il caso del suo compagno, bisognerebbe analizzare la vostra relazione di coppia in un setting clinico. Tuttavia, ipotizzando fosse questa una delle varie spiegazioni, sentendosi, probabilmente, rifiutata e non più valorizzata, il suo mondo emotivo ha attivato le difese necessarie per preservare un'immagine di Sé abbastanza buona (parlo in termini emotivi, non di quello che lei pensa di stessa). Dunque, credo che la sua sia una reazione alla sofferenza, evolutiva ed egoisticamente funzionale per poter andare avanti in qualche modo. Ecco, poiché nella nostra società abbiamo gli strumenti per poter NON andare avanti in qualche modo ma per aspirare ad una qualità di vita più che sufficiente, la inviterei a cercare un/a collega per un incontro di coppia e, se il suo compagno non dovesse accettare, per iniziare un percorso individuale. Tale percorso, le potrebbe essere utile per comprendere aspetti di Sé legati alla storia col suo compagno (come sia nata e si sia mantenuta nel tempo), la sua attuale reazione su cosa si basi (sempre in termini emotivi), quali siano i suoi bisogni, personali ed all'interno di una relazione, e tanto altro. Lei ci chiede se lo ama ancora ma, a parte che non potremmo risponderle su questo, ma è davvero la sua priorità in questo momento? Sapere se sia ancora innamorata di lui? E, sia che la risposta sia positiva o negativa, cosa le cambierebbe in termini di percezione e vissuti di Sé? Forse, è talmente legata all'esterno che, quando questo si allontana affettivamente, lei si sente persa, sola, abbandonata? E se fosse così, sarebbe funzionale o utile per lei dipendere tanto dall'esterno? Ecco, credo che tutti questi interrogativi abbiano bisogno del giusto spazio per poter essere evidenziati, analizzati e poter darsi significati e risposte più utili e costruttive rispetto a quelle che, ipotizzo, si sia data finora. Ripeto, uno spazio clinico dove lei possa sentirsi ascoltata protetta, non giudicata e dove trovare aspetti di Sé che, finora non pensava di avere e dando ulteriori significati agli aspetti che, invece, conosce da anni.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Costruttivista/Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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6 GIU 2020

Buongiorno Rossella.
La nascita di un figlio è uno degli eventi che porta i maggiori cambiamenti all'interno delle dinamiche duali e nel singolo stesso e che può causare una profonda crisi della coppia. Si innescano emozioni nuove e diverse e si generano nuove dinamiche relative al trio. La coppia diviene coppia genitoriale e i neo genitori possono avere aspettative e desideri diversi che possono destabilizzare e creare incomprensioni col partner. Il genitore si trova di fronte ad un nuovo adattamento e a ridefinire la propria identità. Nonostante la ristrutturazione della relazione e dei ruoli, è necessario che la coppia ritrovi un suo equilibrio che integri questi cambiamenti. Le consiglio, se possibile, di ricorrere ad un aiuto che vi permetta di comprendere maggiormente i nuovi ruoli e vi permetta nuovamente di "funzionare" come coppia.
Un augurio.
Saluti, Dott.ssa Ferraro Francesca

Dott.ssa Francesca Ferraro Psicologo a Pontassieve

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6 GIU 2020

Buongiorno Rossana,
la nascita di un figlio comporta sempre anche un cambiamento personale e perciò anche di coppia. Per poterla aiutare avrei bisogno di ulteriori elementi, della sua vita e della relazione con il suo compagno. Il mio consiglio, al fine di stare meglio e dar risposta ad alcune sue domande, di intraprendere un percorso psicologico, online o da un professionista della sua zona.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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5 GIU 2020

Salve Rossella,
La nascita di un figlio è una fase delicata del ciclo vitale, in cui è necessario ristrutturare la propria visuale sulla realtà quotidiana e anche la propria identità per integrare il ruolo genitoriale. Tuttavia ciò non implica la scomparsa della dimensione di coppia, assolutamente no. Essa va preservata e non è accettabile ridurre la complessità della vostra realtà ad un trio. Perché c’è molto di più in una famiglia che la somma delle sue parti... comprendo il suo bisogno di continuare a nutrire la relazione di coppia e al contempo anche i suoi sentimenti di dispiacere e, in parte, forse anche un po’ di rabbia nei confronti del suo partner, che ad oggi pare molto distante... provi a parlarne con lui in modo più approfondito, spiegando l’importanza che lei attribuisce al rapporto ed alla necessità di ritagliarsi un proprio spazio che includa la genitorialità ma non venga sostituito da essa. Potreste beneficiare di consulenze da affrontare congiuntamente per capire cosa ha determinato questo cambiamento nella vostra relazione, con la nuova nascita.
Dottoressa Comi Gabriella.

Dott.ssa Gabriella Comi Psicologo a Reggio Calabria

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