Buongiorno,
dopo quante sedute a livello conoscitivo si può pensare di cominciare la terapia vera e propria? Mi sono rivolta ad una psicologa per gestire disturbi d'ansia sorti dopo un percorso salvavita per melanoma.
Mi è stato detto che le prime 3 sedute sarebbero state di conoscenza. Mi appresto a fare la sesta ma ancora a livello concreto non si è fatto nulla. E' lecito chiedersi se sia il caso di continuare considerando il costo delle sedute?
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4 FEB 2025
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Cara Eleonora,
La sua domanda è assolutamente lecita. Solitamente 2/3 incontri per raccogliere le informazioni preliminari per impostare un corretto percorso di trattamento sono più che sufficienti. Questo vale per tutti gli approcci considerati dalle ricerche scientifiche efficaci.
Che approccio segue il suo psicologo/a?
Ad ogni modo le consiglio di chiedere al professionista che la sta seguendo che tipo/tipi di approcci utilizzerà e quali sono le tempistiche di trattamento, anche se questo dovrebbe definirlo lui/lei nei primissimi colloqui.
Resto a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
4 FEB 2025
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Buongiorno Eleonora,
le prime sedute solitamente sono utili e necessarie per raccogliere i dati inerenti alla sua storia personale, così da poter costituire una base solida per la terapia.
Ricordo che lo spazio di terapia può e deve essere uno spazio sicuro esente da giudizio da parte del professionista e, per quanto possa risultare complicato un confronto diretto, ritengo che i suoi dubbi e perplessità rispetto al percorso potrebbero essere portati direttamente alla sua terapeuta.
Dott.ssa Federica Montagnoli
4 FEB 2025
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Gentile Eleonora,
Ogni terapeuta ha certamente il suo personale approccio terapeutico che tende a personalizzare a seconda del caso specifico e al suo modello di riferimento, la sua terapeuta credo stia certamente seguendo un metodo che ritiene opportuno e funzionale, ci tengo a dirle però che sicuramente sarebbe lieta nel sapere il suo punto di vista, perché oltre a favorire l'alleanza terapeutica, favorirebbe il suo percorso psicologico in quanto fornirebbe alla sua psicologa un dettaglio rilevante per poter intervenire nel modo più consono.
Le auguro una buona giornata
Dott.ssa Esterina Di Gioia
4 FEB 2025
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Gentile Eleonora, in genere le prime sedute sono dedicate alla definizione del problema con l’obiettivo o gli obiettivi da raggiungere e alla ricostruzione storica del percorso di vita e della storia sentimentale del paziente, ricostruzioni necessarie per comprendere come è arrivato al momento attuale di sofferenza. Il percorso è di conoscenza ma è già terapeutico e il paziente dovrebbe cominciare a percepire una maggiore consapevolezza di sé, dei propri vissuti e di avere iniziato un percorso che lo porterà
Le direi di esprimere le sue perplessità anche alla collega nella prossima seduta per discuterne direttamente con lei
Un cordiale saluto.
Dr. Patrizia Mattioli
3 FEB 2025
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Buongiorno,
È assolutamente lecito chiedersi se il percorso terapeutico stia procedendo nel modo giusto, soprattutto considerando l'investimento economico ed emotivo che comporta.
Quanto dura la fase conoscitiva?
In genere, la fase iniziale della terapia (detta assessment o valutazione) dura tra le 3 e le 5 sedute, durante le quali il terapeuta raccoglie informazioni sulla tua storia, sul problema per cui chiedi aiuto e sugli obiettivi terapeutici. In alcuni approcci, come quelli psicodinamici o psicoanalitici, questa fase può durare più a lungo, mentre in approcci più strutturati (come la terapia cognitivo-comportamentale) l'intervento pratico tende a iniziare prima.
Cosa fare se dopo 6 sedute non senti progressi?
Se sei arrivata alla sesta seduta e senti di non aver ancora fatto passi concreti, potrebbe essere utile:
1. Parlare apertamente con la psicologa → Puoi chiedere quali sono i passi successivi e quando inizierete a lavorare in modo più operativo sulla gestione dell’ansia. Potresti dire qualcosa come: "Mi chiedo a che punto siamo nel percorso e quando inizieremo a lavorare più concretamente sulle strategie per gestire l'ansia."
2. Chiedere un piano di lavoro → Ogni terapia dovrebbe avere una direzione chiara. Puoi chiedere quali tecniche o metodi verranno utilizzati per affrontare il problema.
3. Valutare se l'approccio è adatto a te → Se il percorso sembra troppo vago o non ti senti coinvolta, potrebbe essere utile riflettere se il metodo utilizzato è quello più efficace per le tue esigenze.
Se dopo aver parlato con la terapeuta continui a non sentirti soddisfatta, potresti considerare un altro professionista o un approccio più pratico, come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), che tende a essere più strutturata e focalizzata su strategie concrete fin dalle prime sedute.
È importante che tu ti senta a tuo agio nel percorso terapeutico e che percepisca un senso di progresso. Se non lo senti, hai tutto il diritto di mettere in discussione la direzione del percorso e prendere una decisione consapevole.
Rimango a completa disposizione
Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
3 FEB 2025
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Le prime sedute di psicoterapia sono fondamentali per la costruzione della relazione terapeutica e per la comprensione del quadro clinico del paziente. Durante queste sedute, lo psicologo raccoglie informazioni sulla storia personale, sulle difficoltà attuali e sugli obiettivi che il paziente desidera raggiungere attraverso la terapia.
Generalmente, dopo 3-4 sedute, se il terapeuta ha raccolto sufficienti informazioni, si può iniziare a lavorare più specificamente sui problemi presentati. Questo non significa che nelle prime sedute non si faccia nulla di concreto: si pongono le basi per il lavoro successivo.
È normale sentirsi persi all'inizio? Sì, è assolutamente normale sentirsi un po' persi o dubbiosi all'inizio di un percorso terapeutico, soprattutto se si tratta della prima esperienza. Ci vuole tempo per instaurare la fiducia con il terapeuta e per comprendere il suo approccio.
Se dopo sei sedute senti che non si è fatto alcun passo avanti, è legittimo esprimere i tuoi dubbi alla psicologa. Chiedi chiarimenti sul tipo di approccio che sta utilizzando, sugli obiettivi che vi siete dati e su come pensa di aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.
Ti consiglio di affrontare la conversazione con la psicologa in modo aperto e onesto, esprimendo le tue preoccupazioni in modo costruttivo. Puoi dirle che ti senti un po' persa e che vorresti capire meglio come si svilupperà il percorso terapeutico.
3 FEB 2025
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Buongiorno Eleonora,
Io ne parlerei con la sua terapeuta, definendo aspettative, obiettivi e conoscenza dell'approccio alla base del vostro percorso insieme.
2 FEB 2025
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Buongiorno Eleonora,
credo che sia importante chiedersi cosa ti fa pensare che non si sia ancora fatto nulla. Cosa ti aspetti dal percorso? Cosa ti aspetti che si faccia quando si "inizia a fare qualcosa"?
Potrebbe essere utile mettere in dialogo questo ragionamento con la tua psicologa, indagare anche le tue aspettative rispetto al percorso. Anche questo fa parte del percorso.
2 FEB 2025
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Gentilissima Eleonora, grazie per la condivisione. Talvolta potrebbe essere difficile rispondere alla tua domanda, in quanto la terapia stessa potrebbe già essere cominciata, ipoteticamente in una modalità che non avevi previsto o considerato. Le nostre aspettative rispetto a come dovrebbe essere un percorso terapeutico potrebbero essere disattese o diverse da quelle prefigurate; per questo, il mio invito è quello di parlare direttamente con il suo terapeuta, in modo da discutere insieme le modalità e l'approccio che state utilizzando.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV
2 FEB 2025
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Buongiorno,
I primi tre colloqui sono di assesment; raccolta di dati anamnestici, somministrazione di eventuali test diagnostici e colloqui di inquadramento del caso al fine di concettualizzare il trattamento insieme al cliente, ovvero condividere un percorso insieme. In terapia, la fase di assesment può durare fino alla quinta seduta, ma il percorso non è solo l'applicazione di un protocollo rigido ma si valuta in base al paziente e serve a cogliere le aree di disagio patito, le risorse a disposizione del paziente ed a strutturare un percorso di trattamento, nel suo caso, probabilmente la terapeuta sto indagando la correlazione tra il disturbo d'ansia ed il precedente evento traumatico connesso alla sua salute.
Nel rapporto terapeutico è importante portare i propri dubbi e le proprie perplessità in modo da stabilizzare la relazione e rendere efficace il trattamento stesso.
Resto a disposizione per qualsiasi integrazione e/o chiarimento.
Cordialmente Dott.ssa Federica Zunino
2 FEB 2025
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Gentile Eleonora,
come potrà immaginare non c'è, per numerose ragioni, un numero standard di sedute di conoscenza, tuttavia ragionevolmente si può ipotizzare che una, due o forse tre sedute possano essere sufficienti per conoscere la persona, farsi conoscere e, soprattutto, inquadrare il problema e la via da seguire. Bisogna però precisare che tali definizioni sono per certi versi accademiche, nel senso che la psicoterapia inizia (o dovrebbe iniziare) già dal primo incontro. Detto ciò i disturbi d'ansia, per quel che so io, si curano ottimamente con precise tecniche quali il Training Autogeno. Con l'utilizzo di tale tecnica già dalla seconda seduta si inizia il cammino.
Forse la sua terapeuta ha in realtà già iniziato un proprio personale approccio alle sue difficoltà, magari sarebbe dovuta essere più chiara a proposito del senso dell'espressione "colloquio conoscitivo".
Cordiali saluti, dott. Antonello Mosso
1 FEB 2025
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Gentilissima, ogni professionista ha il suo modo di lavorare. Solitamente i primi incontri servono a individuare il problema e a capire se e come si possa essere di aiuto. Ma il confine tra gli incontri 'conoscitivi' e il percorso vero e proprio non è 'netto', e per vedere un miglioramento concreto sei sedute mi sembrano poche. Se ha fiducia nella persona che ha scelto continui il suo percorso, ci vorrà del tempo ma pian piano troverà le risposte e i benefici che stava cercando. Si dia del tempo e lo dia anche al suo percorso, con un po' di pazienza inizierà a guardare al futuro in modo più sereno.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
1 FEB 2025
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Buon pomeriggio Eleonora,
Grazie per aver condiviso qui i suoi dubbi; mi spiace molto per quello che ha vissuto.
C’è da dire che ogni orientamento ha delle modalità differenti, per alcuni ad esempio ci sono degli incontri stabili più di consulenza, che prevedono una fase esplorativa e il numero di sedute varia in base proprio all’approccio. Per altri, ad esempio il mio, certamente i primi sono più esplorativi e consulenziali ma molto dipende dalla posizione che assume il paziente: questa permette che il processo psicoterapico parta.
La sensazione che ho dalle righe che scrive Eleonora che da parte sua ci sia l’esigenza di strumenti più “concreti”, per utilizzare un suo termine. Certamente questi spazi possono dare molti strumenti, ma prima di tutto è uno spazio emotivo e per iniziare a lavorare su alcuni temi profondi c’è bisogno di tempo, oltre alla necessità di stare in un certo modo.
In qualche modo sento il suo bisogno, chissà, di velocizzare un percorso che forse però più che velocizzarlo, la mantiene più ferma perché mentre pensa a ciò di più che concreto che desidera si allontana dalla possibilità di accedere ai suoi vissuti emotivi. Però credo sia importante evidenziare un elemento: probabilmente questa è una sua resistenza e le resistenze ci parlano moltissimo di noi stessi, le abbiamo tutte. Quindi ne parli con la professionista che la segue, vedrà che sarà molto utile e farà emergere qualcosa di importante.
Spero di averle dato uno spunto, qualora avesse bisogno di parlare sarei lieta di aiutarla.
Dott.ssa Giorgia Tanda
1 FEB 2025
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Salve Eleonora,
ogni terapia è costruita ad hoc sul paziente e, solitamente, alla fine dei colloqui conoscitivi - che servono appunto a farsi un'idea della problematiche, degli obiettivi e quindi del tipo di lavoro che si andrà a svolgere - c'è un colloqui di restituzione dove il terapeuta illustra gli elementi emersi nel corso delle sedute e condivide con il paziente quali potrebbero essere gli obiettivi realistici della terapia, la frequenza degli incontri ecc. Ha svolto questo colloquio? se non l'ha fatto, ha posto i suoi dubbi alla professionista a cui si è rivolta?
Altra domanda che le pongo, si è rivolta ad una psicologa o ad una psicoterapeuta? Poiché cambia di molto il tipo di intervento che questi due professionisti possono svolgere: sei sedute sono poche in una psicoterapia, praticamente una conoscenza iniziale che permette di definire il futuro lavoro da svolgere insieme; mentre potrebbero essere sufficienti per un percorso di supporto psicologico.
Le consiglio di portare questi dubbi alla professionista che la segue, per capire se c'è qualcosa che non sta funzionando.
Dr.ssa Alessia Foronchi
1 FEB 2025
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Buongiorno Eleonora,
comprendo la sua preoccupazione e il desiderio di vedere dei progressi concreti nel percorso terapeutico. È naturale chiedersi quando si entrerà nel vivo della terapia, soprattutto quando si cerca un cambiamento o un sollievo da una difficoltà.
Ogni terapeuta ha un proprio approccio: alcuni dedicano le prime sedute all'esplorazione della storia personale e alla costruzione dell'alleanza terapeutica, elementi fondamentali affinché il lavoro successivo sia efficace e profondo. Tuttavia, è altrettanto importante che lei si senta coinvolta e percepisca che il percorso sta prendendo una direzione utile per lei.
Se ha la sensazione di essere ferma in una fase iniziale senza comprendere dove si stia andando, le consiglio di parlarne apertamente con il suo terapeuta. Può essere un momento prezioso per chiarire le reciproche aspettative e capire insieme il senso di quanto sta accadendo.
La terapia è un processo collaborativo, e il suo sentire ha un valore centrale: se dopo questo confronto dovesse percepire che il percorso non risponde alle sue esigenze, potrebbe essere utile valutare un altro professionista con un approccio più in linea con le sue necessità.
1 FEB 2025
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Buongiorno Eleonora, capisco la sua perplessità in merito al prosieguo del percorso terapeutico. Innanzitutto il primo consiglio che mi sento di darle è di esternare con pacatezza al suo terapeuta i dubbi che risiedono nelle aspettative che lei legittimamente si è fatta in merito al percorso.
Durante lo stesso, è fondamentale condividere tra terapeuta e paziente come il percorso andrà ad articolarsi, definendone obiettivi, costi e durata. Quest'ultima può non essere di facile definizione e spesso degli step sempre indicativi vengono raggiunti tardivamente. Potrebbe semplicemente essere ad esempio, che il/la collega stia ancora definendo l'anamnesi e gli obiettivi terapeutici e questo potrebbe apparirle come una stasi prolungata.
Diverso è se lei non sente di potersi fidare e affidare al terapeuta che ha scelto, anche questo può capitare per le ragioni più disparate, ad esempio se lei si è posta delle aspettative di celere guarigione dalla sintomatologia derivante dall'ansia e questa tarda ad arrivare.
Quando si inizia un percorso è importante avere fiducia e pazienza, anche se possono sopraggiungere momenti come quello che lei descrive.
Restando a sua disposizione, le faccio i miei più sinceri auguri per il suo percorso.
1 FEB 2025
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In primis mi dispiace per il problema di salute che le ha avuto. Le voglio precisare che direi che le prime tre sedute sono conoscitive non vuole dire che la terapia non sia iniziata. Il percorso non è immediato, occorre tempo, ogni volta cercate di risolvere la problematica in poco. In psicologia non esiste il poco o il molto, ma esiste il giusto tempo e questo inconsciamente lo gestisce lei. Saluti
1 FEB 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
è assolutamente lecito chiedersi se il percorso intrapreso stia rispondendo alle sue aspettative, soprattutto considerando il costo delle sedute. Generalmente, le prime sedute (di solito 3-4) sono dedicate all’inquadramento del problema, alla raccolta della storia di vita e alla definizione degli obiettivi terapeutici. Tuttavia, dopo la quinta o sesta seduta, è ragionevole aspettarsi un inizio più concreto della terapia.
Se ha la sensazione che il percorso sia ancora troppo esplorativo e poco operativo, può parlarne apertamente con la psicologa. Chiedere quali siano i passi successivi e quando si inizierà a lavorare più attivamente sulle strategie di gestione dell’ansia è del tutto legittimo. Un buon terapeuta dovrebbe essere trasparente rispetto al metodo e ai tempi del trattamento.
Se dopo questo confronto dovesse continuare a percepire che il percorso non sta andando nella direzione che desidera, potrebbe valutare un cambio di approccio o di professionista. La terapia deve essere utile e farla sentire ascoltata e supportata, non in attesa indefinita.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti, resto a disposizione! | antondigiorgio@gmail.com
1 FEB 2025
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Salve Eleonora, credo che la cosa migliore sia chiedere alla psicoterapeuta un chiarimento anche per capire come volete procedere e riallinearsi con la sua richiesta. Questo chiarirà meglio anche il kavoti che state dicendo.
Un caro saluto e rimango a disposizione
SC
1 FEB 2025
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Salve Eleonora,
Si trova bene con il terapeuta? Cosa si aspettava da questo percorso? Spesso si hanno delle aspettative che non sempre si concretizzano in realtà perché ogni terapeuta ed ogni persona è “unica”, così come la relazione terapeutica lo è: l’aver cura e la pazienza del tempo sono un po’ gli ingredienti del percorso . A volte porre domande, “conoscersi”, può esser il percorso psicoterapeutico in atto e già efficace, in base a quel che il terapeuta ha osservato di lei e su cui si è fatto ipotesi. La psicoterapia non “fa effetto subito” e 6 sedute sono l’inizio di un percorso, ma credo che se ne ha già svolte 6, ci sia una buona intesa tra lei e il professionista. Ad ogni modo, la invito a parlarne con il terapeuta.
Saluti