Dopo 3 anni dalla fine terapia sogno ancora lo psicoterapeuta
Buongiorno gentili dottori, ho già chiesto consulti per mia mamma ma questa volta voglio parlare di me. Sono una donna di 42 anni con due figli maggiorenni. Per farla molto breve vengo da una famiglia totalmente anafettiva ( non si poteva ridere piangere abbraccirsi tanto meno baciarsi ) , sono stata all'età di 10 anni molestata da mio nonno materno a cui volevo molto bene. Il tutto è stato messo subito a tacere da mia madre la quale mi ha chiesto cosa era successo per poi non proferire mai più parola. Crescendo ho sempre cercato attenzioni da parte dell'altro sesso usando il mio corpo nella speranza di ricevere amore in cambio. All'età di 20 anni mi innamoro di un uomo di 40 single senza ex mogli ne figli. Lui è molto dolce e premuroso , rimango incinta e decidiamo di costruirci una famiglia. Poco dopo lui.però si ammala di due importanti patologie ed i ruoli si ribaltano. Sono io che devo sostenerlo e convincerlo a curarsi. Dopo 10 anni finalmente si convince ed arriva anche un trapianto che gli ridona la vita. Nel frattempo io sviluppo ( ma erano già latenti fin da piccola ) pensieri intrusivi. Ho paura di "contaminare " la gente. Ho paura di fare involontariamente del male a qualcuno. All'apice di questo disturbo ( che tengo tutto per me tant'è che nessuno intorno a me ne coglie qualcosa ) mi rivolgo ad uno psicoterapeuta. E qui inziamo i guai. Prima reazione forse scontata mi "innamoro " dello psi. Gliene parlo. Trovo dall'altra parte una grossa rigidità che mi fa pensare di aver provato qualcosa di " brutto ". Per tutta la durata della psicoterapia, 2 anni, mi sento ridicola ,sbagliata, inappropriata e invadente (per i sentimenti ) e mantengo una distanza sempre più ampia esattamente come vedo fare lui. Per 2 anni non verso una lacrima, faccio la brava paziente che non rompe le scatole non fa capricci e non fa richieste : praticamente tutto quello che mi è stato inculcato fin da piccola. Eppure un giorno mi " accusa "di fare richieste di coccole che lui non può soddisfare. Io rimango basita, non capisco da cosa lo percepisca ma so che è vero. Così le volte dopo sto attenta a quello che dico , non voglio che si senta infastidito. Per concludere arrivo ad dover interrompere le sedute per motivi economici ( per tirare avanti avevo chiesto anche un finanziamento ma più di così non riuscivo a fare ) e vengo serenamente accompagna alla porta. Io sorrido, ringrazio e me ne vado col mio.fardello e tanta amarezza. Ad oggi lo sogno ancora in diverse circostanze . Mi chiedo e vi chiedo se è forse perché il percorso non si è concluso ma interrotto con gli ultimi soldi del finanziamento. O se ci può essere una altra ipotesi. Grazie e cordiali saluti.