domanda da melissa

Inviata da meli · 26 nov 2021

Salve a tutti, vado in terapia da poco, ho iniziato il 30 settembre oggi è il 25 novembre. 1 volta a settimana di giovedì. La psicoterapeuta mi ha identificata come nevrotica dai tratti ansiosi, ossessivi. Ora io mi chiedo nella mia ignoranza, lo scopo di uno psicoterapeuta quale è? farmi riflettere e basta? perché io mi sento quasi accusata in terapia, come se lei mi stesse rimproverando per alcuni miei comportamenti. non sono tenuti a darmi consigli concreti? su come effettivamente migliorare?
grazie buona giornata

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Miglior risposta 27 NOV 2021

Cara Melissa,
ne hai parlato apertamente e francamente con la tua terapeuta?
Credo sia questa la prima cosa che devi fare per trarre vantaggio da qualsiasi terapia, che sicuramente non ha lo scopo di farti sentire accusata, pur mettendo in rilievo le possibili incongruenze, ma aiutarti a sentirti meglio.
Credimi, parlane chiaramente con la tua terapeuta, falle capire come ti senti e vedrai che le cose cambieranno.
Se ti serve , resto a tua disposizione per un colloquio online
Angelo

Dott. Angelomaria Alessio Psicologo a Castelfranco Veneto

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29 NOV 2021

Buongiorno Meli

La psicoterapia da sola può fare ben poco per aiutarla a risolvere il suo problema radicato nel profondo.

Le consiglio a livello risolutivo sedute di psicoterapia associate ad ipnosi in quanto lavorano a livello inconscio , le danno a breve le risposte che cerca a livello consapevole e risolutivo.
Nel caso abbia bisogno resto a disposizione
Cordiali saluti
Dott Paola Von Korsich Giardini

Dott Paola Von Korsich Giardini Psicologo a Monza

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29 NOV 2021

Salve Melissa, Mi spiace molto per la situazione che descrive poi che posso comprendere il disagio connesso. Ritengo importante che lei possa avere con la sua terapeuta un dialogo schietto e sincero nel quale condividere pensieri e vissuti emotivi relati alla diagnosi.
In terapia Bisognerebbe a mio parere elaborare cosa impedisce il cambiamento e quali siano i fattori di mantenimento della sintomatologia in atto Al fine di trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Cerchi di cogliere anche cosa questa diagnosi possa aver scatenato dentro di lei, ne tragga utili informazioni per conoscersi più a fondo.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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29 NOV 2021

Buongiorno Melissa.
Al di là del fatto che trovo non particolarmente edificante che la collega abbia già avanzato una diagnosi dopo appena 7 sedute, il problema che pone alla nostra attenzione è importante.
Come dico sempre ai miei pazienti, andare da uno psicologo è un po' come andare da un fisioterapista: ci sono delle volte in cui esci dalla stanza d'analisi che stai meglio, altre volte invece in cui sei tutto rotto, ma entro due giorni si sta meglio per forza. Affrontare un percorso di questo tipo, in tutti i casi, porta un piccolo terremoto nella nostra mente, dato che si deve andare a eliminare quell'equilibrio disfunzionale che aveva trovato la nostra psiche per reggere alle pressioni dell'esterno. Lei, per esempio, pare aver risposto alle difficoltà del quotidiano con ansie e ossessioni, e anche se non sembra, questa condizione è per lei una forma di equilibrio, disfunzionale per l'appunto, ma che dev'essere eliminato e sostituito da un equilibrio migliore, più "sano".
Quindi si, ci sta che in questo momento lei abbia tante resistenze.

Sulla questione dell'accusa, è più delicato. Magari è una sua percezione, oppure è la collega che sta facendo leva su alcuni punti che magari per lei sono ancora molto sensibili da affrontare. La cosa in assoluto migliore da fare è quella di parlargliene liberamente. Si ricordi sempre che noi lavoriamo per i pazienti, e se il paziente ha un problema non solo è tenuto a parlarne, ma è anche invitato a farlo. Quindi io non avrei dubbi: giovedì gliene parli, e tutto ciò andrà col tempo a instaurare un rapporto di fiducia reciproca, di inestimabile valore per la buona riuscita della terapia.

Infine, per quanto riguarda i "consigli concreti": no, non funziona così. Una delle prime regole della psicologia è quello di non dare consigli "direttivi", e quindi dire cosa fare. Questo perchè sarebbe come sostituirsi a lei, e prendere decisioni al suo posto. Invece lei deve sempre rimanere al comando del timone, e vivere la vita in prima persona, senza demandare le sue scelte ad altri, tantomeno ad un terapeuta.
Inoltre, i consigli direttivi li danno gli amici e i morosi, che possono senz'altro fare bene, ma che non hanno gli strumenti per poter curare. Ciò che lei sta affrontando è una relazione di cura, non è una chiacchierata al pub davanti ad una birra. E non si danno consigli, ma l'obiettivo della terapia è quello di modificare la propria ottica, per andare a rinsaldare i comportamenti funzionali ed eliminare quelli disfunzionali.
Rinnovo il mio consiglio: parli con la professionista di questi suoi bisogni. Non potrà che fare bene al trattamento.
Nel caso in cui, dopo qualche seduta da che gliene ha parlato, non dovesse cambiare nulla, allora nel suo interesse le consiglierò di cambiare la dottoressa, ma al momento è necessario essere molto trasparenti, parlare di tutto, ed avere ancora un po' di pazienza.

Rimango a disposizione per qualsiasi necessità di chiarimento, anche in privato.
Per il momento, le auguro il meglio.
I miei saluti.

Dott. Luca Dominianni
Modena

Dr. Luca Dominianni Psicologo a Modena

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28 NOV 2021

Salve Meli,
le suggerisco di esprimere questi pensieri, e sentimenti che li accompagnano, alla sua terapeuta. Essere arrabbiati, delusi, ecc. col terapeuta è una cosa che può succedere, ma è molto importante poterlo esprimere, per poi poterlo affrontare, altrimenti si corre il rischio di non fidarsi più del terapeuta e di abbandonare la terapia.
Per quanto riguarda i consigli, solitamente, il terapeuta aiuta il paziente a trovare le risposte migliori dentro di se: queste sono le vere risposte, solo noi possiamo capire cosa ci va bene e cosa no. Seguire consigli ci impedirebbe di riflettere su cosa fare e ci solleverebbe dalla responsabilità della scelta ("ho fatto come mi hai detto ma per colpa tua è andato tutto male!"), e senza tutto ciò non impareremmo nulla.
Buona continuazione.

Dott. Renato Banino Psicologo a Padova

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27 NOV 2021

Cara Melissa,
seppur in terapia ci possono essere vissuti e sentimenti contrastanti verso il terapeuta, che possono andare incontro anche a grandi oscillazioni, molto può dipendere dall’approccio che il collega segue. Ce ne sono vari. La domanda è cosa si aspetta lei dalla terapia? Se ha bisogno di una terapia più direttiva, più concreta e più operativa, potrebbe orientarsi verso un terapeuta cognitivo comportamentale ad esempio. Ma ci sono due cose da tener presente:
- uno psicologo non può dare consigli su come comportarsi, cosa scegliere ecc., ma solo dare indicazioni terapeutiche più o meno direttive (secondo l’approccio);
- è sempre bene portare i propri pensieri e le proprie emozioni in seduta e parlarne con il terapeuta per provare a chiarire la situazione o comprendere il perché di quanto accade.
Salutandola le auguro il meglio e resto a sua disposizione qualora avesse bisogno di maggiori informazioni.
Buona giornata,
Dr.ssa Annalisa Signorelli (sedute anche online)

Dott.ssa Annalisa Signorelli Psicologo a Belvedere Marittimo

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27 NOV 2021

Salve.
Lo scopo della psicoterapia varia da persona va persona in base al vissuto personale e agli aspetti specifici sui quali si vuole lavorare e quindi migliorare.
Generalmente non si fanno "consigli" perché sarebbe riduttivo e, secondo me, pericoloso perché si perde il senso del lavoro clinico. Ciò che è utile in terapia è il confronto interattivo tra paziente be terapeuta, ovvero il fatto che lei riporta i propri pensieri, stati emotivi, aspettative e preoccupazioni, e il terapeuta quando ritiene opportuno le fornisce un feedback su cui riflettere insieme e ampliare sempre più il campo di auto-riflessione e rielaborazione. Se si sente accusata le suggerisco di farlo presente alla sua terapeuta e capire insieme quali aspetti hanno provocato la sua frustrante sensazione. Abbia fiducia nel valore del dialogo terapeutico, anche quando i temi che emergono non le fanno piacere.
Le auguro il meglio.
Un caro saluto

Dott. Gabriele Fichera Psicologo a Torino

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27 NOV 2021

Buongiorno Meli,
lo scopo della terapia è dare una diagnosi per capire il tuo funzionamento.
Poi però bisogna cercare di non focalizzarsi solo ed esclusivamente sul tuo funzionamento ma cercare di modificare per il tuo benessere il tuo modo di pensare e di conseguenza il tuo comportamento.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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27 NOV 2021

Salve Melissa, il processo psicoterapeutico è fatto di molteplici emozioni. Ci sono i momenti in cui avrà rabbia per il terapeuta ma questo sarà funzionale se la mette in gioco durante il percorso. Inoltre ci saranno momenti di forte idealizzazione, fino ad arrivare alla chiusura e poter camminare con le proprie forze, senza l'aiuto di qualcuno. Cerchi di affidarsi alla terapeuta, immagino non sia semplice ma si sforzi a farlo.
Le auguro il meglio
A disposizione
Dott.ssa Fabiana Marra

Dott.ssa Fabiana Marra Psicologo a Lecce

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27 NOV 2021

Buongiorno meli,
certamente lo scopo della terapia non è quello di fermarsi ad una diagnosi, ma di aiutare il paziente a uscirne nei tempi che saranno necessari al processo.
Le consiglio di parlarne chiaramente con la collega, manifestandole il disagio di sentirsi giudicata e poco aiutata. Questo potrebbe aiutarla a comprendere quali dei suoi atteggiamenti hanno elicitato questo suo percepito e quindi correggersi.
Le auguro il meglio e resto a disposizione
Dott.ssa Oriana Parisi

Dott.ssa Oriana Parisi Psicologo a Bari

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