Buongiorno, sono una ragazza di 27 anni e da qualche anno credo di essere entrata in un circolo vizioso da disturbo psico-somatico.
Ho l'ansia di dover andare in bagno quando sono fuori casa (o comunque in un luogo in cui un bagno non è facilmente accessibile) e il provare quest'ansia mi provoca lo stimolo ad andare in bagno. Non ne esco più.
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6 OTT 2020
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Buongiorno. Non si tratta di un disturbo psicosomatico in senso stretto quanto, piuttosto, di ansia, che agisce sul sistema gastrointestinale. La sensazione di allarme connessa, se non correttamente riconfigurata, non può essere inserita in storia di vita in modo identitario e Lei ne perde il senso. L'aumentata enterocezione, cui ormai è abituata, si sgancia dal significato della situazione e reitera di per se, creando un circolo vizioso. Contatti uno psicoterapeuta. Cordialità, DP
8 OTT 2020
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Buongiorno,
Immagino le venga meno il desiderio di uscire...per non incorrere nella paura, che aumenta lo stimolo.
Quando siamo di fronte ad una paura che inibisce un’azione -un’azione necessaria e non pericolosa- è necessario comprendere il conflitto inconscio che si cela dietro il sintomo.
Il consiglio è di intraprendere una psicoterapia di tipo psicoanalitico che la aiuterà a risolvere radicalmente evitando che il problema Si ripresenti in futuro sotto altra forma.
Dottoressa Giuliana Gibellini
7 OTT 2020
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Buonasera, in realtà possiamo parlare di ansia più che disturbo psicosomatico. Potrebbe essere utile lavorare focalizzandoci sugli aspetti cognitivi, emotivi e comportamenti che mantengono vivo tale circolo. Inoltre sarebbe utile lavorare insegnandole delle strategie di gestione dell'ansia e di gestione dei pensieri disfunzionali
7 OTT 2020
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Buongiorno Lux,
dal suo racconto mi pare di capire che questo pensiero del dover andare in bagno sia diventata una fissazione. Noi siamo un Io-Corpo, non c'è corpo senza pensiero del corpo. Dunque spesso quello che pensiamo ci porta ad avere dei sintomi. E' sempre psico-fisico. Sarebbe opportuno capire l'origine di questo problema attraverso un lavoro di analisi con un professionista. Rielaborando la sua storia personale potrà lavorare per superare questo disturbo.
Rimango a disposizione.
7 OTT 2020
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Cara Lux,
anche nel tuo messaggio, nelle tue parole, si coglie l'urgenza e la preoccupazione che ti stanno schiacciando. Innanzitutto dai pochi dati che descrivi questo non sembra un disturbo psico-somatico in senso stresso (che sarebbe la "traduzione" di una difficoltà psicologica in un sintomo di tipo fisico). Quello che descrive sembra più una fobia. Essa infatti si focalizza su un unico argomento di per sé non preoccupante, ma fisiologico, rendendolo ossessivo, spaventoso e incontrollabile. Benché lei sappia razionalmente che non si tratta di uno stimolo "reale" ad urinare, ne è coinvolta, al punto da evitare certe situazioni che percepisce pericolose. Il rischio è quello di protrarre questo circolo vizioso e di compromettere la sua qualità di vita.
Quello che le consiglio è di rivolgersi ad un professionista che possa aiutarla nel comprendere meglio il suo disturbo, individuarne le cause e le motivazioni, e che possa sostenerla nella creazione di strategie più efficaci per fronteggiare l'ansia e per uscire da questo circolo vizioso!
Resto a disposizione,
Dott.ssa Noemi Taddio
7 OTT 2020
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Buongiono cara Lux,
quello da lei descritto è un problema che si affronta quotidianamente in ambito psicologico con pochi incontri mirati all'estinzione della problematica.
Si tratta di un comportamento che ha le sue radici nella PAURA in cui la persona teme di non poter accedere, nel suo caso al bagno e più pensa questo più la necessità del bagno diventa impellente fino al punto di non voler più uscire di casa per paura di non trovare l'agognato bagno.
Credo ragionevolmente, mi corregga se sbaglio, di poter affermare che lei sia anche molto giovane e che quindi voglia necessariamente uscire da questa situazione per vivere una vita piena e intensa come merita.
SOno a sua completa disposizione.
Dr.ssa D'Amico Maria-Francesca
7 OTT 2020
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Salve Lux.
Credo che la sua preoccupazione e la sua ansia, in merito sicuramente ad un evento seppur ora le possa sembrare ignoto, si ripercuotano sull'intestino, che da sempre é il nostro 2 cervello.
Sarebbe utile indagare i motivi per lui lei é così affranta e preoccupata dei suoi disturbi gastrointestinali. Contatti una specialista.
Per qualsiasi informazione resto a disposizione.
Dott.ssa Maria Cristina Gentile
7 OTT 2020
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Buongiorno. Da ciò che brevemente scrive non sembra trattarsi di un disturbo psicosomatico ma di una risposta fisica dell' ansia a livello gastrointestinale. Sembra essersi innescato in lei un ciclo di ansia anticipatoria, ovvero di " paura che possa accadere", che è essa stessa modalità di attivazione dello stimolo. Bisognerebbe capire meglio il quadro generale, ovvero indagare meglio da quanto, quando è iniziato il problema, cosa lo mantiene, come limita o abbassa la qualità della sua vita, quali sono i comportamenti che possono essersi innescati a causa di ciò, e molto altro ancora. Sarebbe molto funzionale nel suo caso iniziare un percorso terapeutico che vada a lavorare in primo luogo ed in modo diretto sul sintomo ansia, cogliendo gli elementi del circolo vizioso cosi da imparare a gestirlo al meglio. Non si scoraggi e prenda in mano il problema insieme ad un professionista, vedrà che ne potrà trarre molti benefici. Rimango a disposizione anche in privato per ulteriori chiarimenti anche rispetto ad un possibile percorso. Le auguro una buona giornata, dott.ssa Laura Paniccià.