Buongiorno, soffro di disturbo patanoide della personalità. Ho smesso di andare in terapia perché la psicologa mi faceva paura. Inoltre penso di aver sbagliato, e che forse sarei dovuta andare da uno psichiatra in realtà. Non mi fido, perché ho paura di non essere creduta. Questa è una brutta diagnosi, e alla fine è facile finire per essere etichettati come bugiardi. Io ho molti amici, e sono fidanzata, ma non penso che mi crederebbero. Non mi va di andare lì per sentirmi dire che mento, e che vivo in una favoletta. Non mi va di andare in terapia portando delle prove che dimostrato che non sto mentendo. Cosa dovrei fare? Degli antipsicotici potrebbero calare l'ansia che provo per la paura di essere aggredita verbalmente? Mi capita alcune volte ad avere problemi ad emettere la voce: parlo male; mi dimendico i vocaboli, e questi momenti aumenta ancora di più la paura di essere insultata e umiliata. Ho paura che gli altri mi vedano handicappata, e che per questo mi aggediscano per indurmi al suicidio. Provo molta rabbia e odio: vorrei uccidere queste persone; sottometterle e umiliarle. Non so più come fare, e sto perdendo le speranze di poterne uscire. Non trovo empatia negli psicologi: reagiscono con irritazione alle mie provocazioni, e questo mi spaventa.
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26 LUG 2018
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Salve,
Sono toltalmente d’accordo col mio collega dr Mordeglia. Perché una terapia funzioni non ci devono essere censure! Secondo il mio modo di vedere sarebbe utile andare ANCHE da uno psichiatra per unire alla terapia psicologica una terapia farmacologica. A risentirci,
Saluti
26 LUG 2018
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Buon giorno Nini, ho letto con attenzione la Tua toccante lettera. Vorrei dirti che la Tua "diagnosi" non mi sembra veramente aderente ai sintomi che descrivi. Inoltre non credo che si possa etichettare lo spirito di una persona con una "diagnosi". Ogni persona è un universo unico e irripetibile. Io sento che c'è molto nel Tuo profondo che è causa dei Tuoi umori, sintomi, del vivere emozioni sofferenti, disturbanti, nelle relazioni con gli altri.
Hai bisogno dell'aiuto di un vero, bravo psicoterapeuta/psicoanalista. Qualcuno che Ti possa aiutare a scendere nel profondo della Tua anima, della Tua psiche. Là dove si trovano le ragioni, le cause delle Tue sofferenze.
E vorrei anche dirTi che un vero analista/psicoterapeuta NON reagisce con irritazione a quelle che Tu chiami provocazioni. Ed è perchè lui sà che sono manifestazioni di qualcos'altro di più profondo, come si dice, inconscio. E gli sono utili per aiutarTi a capirTi meglio.
Mi spiace di non poter fare di più per Te in questa sede, ma resto a Tua disposizione e Ti saluto con sincera cordialità.
Dr. Marco Tartari, Roatto Asti
26 LUG 2018
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Salve
Dalle sue parole emerge una forte tensione e una profonda sofferenza individuale e soprattutto relazionale che sembrano bloccare la possibilità di qualsiasi iniziativa di cura. Volevo chiederle se si è affidata a qualcuno per la diagnosi di cui parla. La.psicoterapia potrebbe esserle davvero di aiuto partendo da una comprensione dei motivi per cui lei è fatta cosi e successivamente per lavorare ad un cambiamento.
Chiaramente fare un percorso significa prima di tutto entrare in relazione con il terapeuta e questa è la prima sostanziale difficoltà e contemporaneamente la chiave necessaria a tutto il lavoro. Mi creda si può fare! Deve cercare finché non trova la persona giusta. Io le consiglierei una psicoterapia dinamica a orientamento relazionale.
Un caro saluto
Alessia scipioni
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26 LUG 2018
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Buongiorno Nini,
ha parlato con la psicologa che la seguiva del fatto che aveva paura di lei? In questi casi è importantissimo che lei condivida queste sensazioni con il suo/a terapeuta, è l'unico modo per poterci lavorare sopra senza scappare dalla terapia.
E' importante che il terapeuta sappia quello che le passa per la testa e i suoi timori al riguardo, che siano fondati o meno è irrilevante. Quello che importa è condividerli e lavorarci sopra insieme.
Capisco le sue difficoltà e le sue preoccupazioni (non essere creduta, il giudizio, l'umiliazione ecc.) ma penso anche che queste problematiche, in quanto aspetti caratteristici della sua personalità e del suo mondo interno, vadano affrontati se intende davvero fare qualcosa per stare meglio.
La terapia farmacologica potrebbe esserle d'aiuto, ma le ricordo che va somministrata da un medico psichiatra in base alla diagnosi e al percorso psicoterapeutico che viene impostato.
Tenga presente che anche noi psicologi siamo persone, e spesso non è semplice lavorare con pazienti che portano questi vissuti così intensi a livello controtransferale.
Non è facile ma nemmeno impossibile! Cerchi di trovare uno psicoterapeuta che l'aiuti a lavorare su queste sue difficoltà.
Ovviamente lo stesso impegno è richiesto anche a lei, scappare dalla terapia, per quanto comprensibile vista l'entità delle sue difficoltà, non può essere una valida soluzione al suo disagio.
26 LUG 2018
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Buongiorno, mi permetto di consigliarle di ripartire da zero: cercare uno/una psicoterapeuta nella sua zona con cui quale instaurare un nuovo rapporto ed un/una psichiatra con cui impostare una terapia farmacologia che si associ al lavoro psicoterapeutico. Su, riprenda in mano la sua vita!
Saluti, Dott.ssa M.R.Palmigiano
25 LUG 2018
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Buongiorno Nini,
Capisco la situazione e non deve essere semplice gestirla. Non sempre il professionista al quale ci affidiamo è quello giusto, e non per le competenze, semplicemente perché ognuno ha la propria personalità e a volte non sono compatibili.
Provi ad iniziare un percorso psicologico, online se ha paura del giudizio o da un professionista della sua zona.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Alice Noseda