Buongiorno, ho scoperto che il mio fidanzato ha questa patologia. È in cura da uno psichiatra, che vede spesso, e assume farmaci per l'epilessia. Non mi sembra che abbia personalità separate, anche se spesso ha cambi bruschi nei modi di fare. Non ha hobby, e non è interessato a niente. Se andiamo da qualche parte, o facciamo qualcosa, e solo perchè io insisto, costringendolo a vedere un film, o ad uscire. Se fosse per lui, non farebbe mai nulla, e starebbe tutto il giorno in casa senza vedersi o parlare con nessuno. Neanche lavora, e ha davvero problemi a comunicare con gli altri; nel senso che dice cose molto imbarazzanti, e manco se ne rende conto, usando anche un strano accento. La cosa assurda è che si è fissato che vuole avere figli anche se non lavora; ha basso titolo di studio, ed è pieno di debiti (fatti perché si è fatto truffare da molti galeotti, amici del padre, che è stato in prigione). Mi è impossibile fargli capire che non può mantenere nessun bambino, sopratutto considerando il suo stato psichico. Io sopporto, perché ho anch'io dei problemi, avendo un disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato, e so bene che un ragazzo "normale" non si metterebbe mai con un'autistica. Il problema è che alla fine la mia vita non è poi condizionata da questa problema, come lo è invece la sua. Io sono plurilaureata; mi sto laureando in medicina, e ho sempre trovare lavoro serio e ben retribuito, da quando avevo 18 anni; inoltre, ho anche degli amici, anche se non molti. È un bravo ragazzo, ma non so proprio come mi devo comportare. Ha continue assenze; è sempre ritontito, depresso, apatico e anaffettivo; oltre ad avere spesso pensieri devianti. Il brutto, è che non accetta la patologia diagnosticata, e pensa di stare bene, e come se non bastasse, insiste a dire che gli danno fastidio alcuni miei atteggiamenti da autistica, come l'ansia, e lo sguardo alcune volte sfuggente. Cosa devo fare?
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8 SET 2016
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Salve,
come dice il mio collega, non si può imporre l'aiuto a chi non lo vuole o non ritiene di averne bisogno e questo è il primo punto.
In realtà penso che lei debba invece affrontare la questione da un altro punto di vista. Il suo problema non è come aiutare il suo ragazzo o la forma di autismo che le è stata diagnosticata, quanto la conseguenza psicologica che questa diagnosi ha avuto sulla sua autostima.
Malgrado i fatti le dimostrino che il suo disturbo non ha interferito con le sue realizzazioni nello studio e nel perseguimento dei suoi obiettivi, si dice che deve "accontentarsi" perché: "chi vorrebbe stare con un'autistica?!" Credo sia questo il nocciolo della questione.
Se lei è profondamente innamorata del suo fidanzato per quello che lui è come persona, non perché ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, e se pensa di poter concretamente vivere una soddisfacente vita di coppia con lui, allora è libera di farlo, ma non certo perché difficilmente potrebbe trovare di meglio. Questa è una vera e propria autosvalutazione e lei non merita di trattarsi così!
Inoltre, per il fatto che studia medicina, presumo vorrà svolgere una professione d'aiuto, ma chi non sa aiutare se stesso, difficilmente saprà aiutare gli altri nel modo più corretto.
Sperando di aver stimolato in lei utili riflessioni, la saluto cordialmente
Anna Maria Deutsch psicologa psicoterapeuta a Sassari
5 SET 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Carissima,
instaurare una relazione con una persona profondamente disturbata sul piano delle relazioni umane e priva di coscienza di malattia (e non parlo della personalità doppia, ma di tutto il resto) non mi pare la soluzione al tuo problema a trovare un compagno.
Credo serva solo a darti l'illusione di non essere sola, ma stai solo aggiungendo un altro problema a quelli che hai.
Coraggio
2 SET 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Il problema fondamentale è che non si può aiutare chi non riconosce di aver bisogno di aiuto.
Il Tuo disturbo autistico della personalità mi sembra di moderata entità ed inoltre hai una struttura psichica ad alto livello di funzionamento. E spesso queste due caratteristiche si incontrano in persone di alto livello cognitivo e personale. Molti cosiddetti geni possiedono questa struttura osichica.
Quindi e' molto probabile che Tu sia destinata a grandi successi professionali ed anche personali.
Ciò detto, e per quanto ciò sia duro da affrontare, hai il dovere verso Te stessa di valorizzare e utilizzare al massimo i doni che Ti sono stati dati, e mi sembra difficile che Tu possa farlo accanto e prendendoti cura di una persona così seriamente disturbata. Forse solo la minaccia di lasciarlo, se non si cura, potrebbe spingerlo a farlo.
Scusami la franchezza ma, credo che la Vostra relazione potrebbe essere di grave ostacolo al pieno sviluppo per Te di una vita felice e ricca di soddisfazioni.
Sai, alle volte, è meglio parlare chiaro che girare timidamente intorno al problema.
Con simpatia e partecipazione. Dr. Marco Tartari
