Buongiorno,
nel 2016 ho iniziato la mia psicoterapia in seguito ad un forte malessere dovuto alla fine di una relazione. Inizialmente avevo molta confusione, la mia vita era totalizzata sulla questione, facendone derivare annullamento, pensieri rimuginanti e forti emozioni di paura e disorientamento.
Negli anni sono riuscita a capire tutti i meccanismi (a livello razionale) che mi portano ad avere vissuti abbandonici dove nella realtà con il mio attuale partner non ce ne sono, l'incapacità a mettermi al primo posto. Vuoto, iper controllo, paura che mi lasci quando nella realtà ho una persona che mi ama molto, tutto ciò che sottende un disturbo borderline di personalità.
Ho avuto modo di comprendere tutte le dinamiche familiari che mi hanno portato a questo, madre iper ansiosa e padre anaffettivo/assente e quando presente molto autoritario e imprevedibile. A livello razionale so cosa dovrei fare ma vivo un blocco totalizzante. Dopo che la mia terapia è finita ad aprile (il mio terapeuta mi ha detto di essere pronta -pensavo anch'io- e che ci rivediamo a dicembre), la mia vita ad oggi è come se fosse tornata al 2016. So cosa devo fare ma non trovo lo strumento, sicuramente di carattere emotivo, per dare un taglio netto a queste sensazioni abbandoniche che prendono il sopravvento. So di doverle accogliere ma non so come si fa e vivo in una nebbia di paura. In più, più penso di essere nuovamente al punto di partenza, più mi dispero. Avrei bisogno di sentirmi dire che non è così. Che non sono destinata a questo.
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 49€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
30 AGO 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Francescam, le consiglio di ricontattare il suo terapeuta per, eventualmente, riprendere il percorso interrotto.
Un saluto,
Dott. Alessandro D'Agostini, Centro Meta
30 AGO 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Francesca. In ciò che scrive traspare una grande consapevolezza sulla sua situazione e questo rappresenta un’ottima risorsa con la quale lavorare per ritrovare serenità nella relazione e, più generalmente, in ogni suo ambito di vita.
La diagnosi che lei porta non la definisce comunque come persona, ma piuttosto dà delle linee guida su come lavorare per aiutarla a trovare sollievo. Il consiglio che mi sento di darle è di chiedere alla sua (ex) terapeuta nuovi colloqui, tenendo come base di partenza le sensazioni che sente ora: saranno dati molto importanti dai quali partire per un percorso mirato. Inoltre esplorare la sua storia famigliare e relazionale potrebbe portare alla luce dei meccanismi ad ora nascosti che la portano a vivere questo malessere. Per un consulto più approfondito e volto in questa direzione mi rendo disponibile anche online.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.
30 AGO 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno, parla di aver capito, di razionalità...purtroppo non è sufficiente per risolvere la situazione. La metabolizzazione emotiva che porta al cambiamento e a trovare e costruire le proprie strategie per gestire e affrontare tutte le sue fragilità passa non per la razionalità ma per "la pancia" non può esser fatto solo a livello cognitivo, non è risolutivo.
Non so che tipo di terapia ha fatto spero psicodinamica. Ne parli con il.suo terapeuta per trovare la strada giusta. Un caro saluto
Dott.ssa Belinda Doria
28 AGO 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Francesca,
Seguo con attenzione la tua richiesta.
Ti do ' la conferma positiva, non è così, andrà meglio.
Anche se hai gli strumenti utili e necessari questo non basta, devi trovare la tua armonia e benessere dentro di te.
Pertanto ti consiglierei di intraprendere un percorso psicologico per ritrovarlo.
Cordiali saluti.
28 AGO 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Francesca,
il suo disturbo non la definisce in quanto persona. Da cosa leggo mi sembra che lei abbia tutte le risorse per gestire le sue problematiche.
Nessuno può dirle che sia facile o che sia una passeggiata, anzi è un percorso fatto di alti e bassi, di emozioni negative, di confusione e di smarrimento. Ma imparare a gestire i propri modelli di pensiero e di comportamento, a cui si è sempre fatto riferimento, con modelli nuovi è davvero un processo lungo e complicato (lo saprà meglio di me!).
Si fidi di lei e anche della sua terapeuta: se avete deciso insieme che lei era pronta per sperimentarsi da sola nel mondo con questi nuovi modelli, può davvero fare in modo che sia così. È normale sentirsi spaesati, ci vuole del tempo anche per vedere dei risultati.
Magari può esserle utile condividere questi suoi stati d’animo con persone che hanno o che stanno affrontando quello sta passando lei. Non è sola.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Elena Floris
28 AGO 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno, come ha detto anche lei la paura dell’abbandono è una paura molto comune ed è da ricercare nell’infanzia. Come suggerimento penso che sia importante comprendere cosa sta succedendo nella relazione e del perchè di questi pensieri costanti. Il primo passo è nel qui ed ora, affinché certe modalità relazionali non si riattivino costantemente, cambiando il modo di agire nelle relazioni e andare ad individuare quali dinamiche relazionali si attivano. È importante seppur con difficoltà, sperimentare nuove modalità comportamentali, qualcosa di alternativo a ciò che automaticamente si ha la tendenza a mettere in atto.
28 AGO 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Francesca,
La incoraggio a rivolgersi al suo terapeuta esponendo proprio i bisogni che ha scritto su questa piattaforma.
Sono certa che, conoscendo la sua storia clinica, potrà supportarla con maggiore efficacia.
Le auguro il meglio e resto a disposizione
Dott.ssa Oriana Parisi