Disturbo bipolare con schizofrenia è ereditario?

Inviata da Angelo · 19 ago 2020

Buongiorno a tutti.
Volevo chiederVi se una figlia di madre con disturbo bipolare e schizofrenia può essere a sua volta affetta da questa situazione.
La mia ragazza che ha 29 anni ha appunto la madre con queste patologie. E' possibile che anche lei ne soffra?
Mi è venuto il dubbio perchè ultimamente ha dei comportamenti "particolari".
Da quando la conosco, cioè da 4 anni, ha sempre dormito molto, può anche dormire 12-13 ore consecutive e fondamentalmente alla prima occasione si addormenta.
Dopo il lockdown si è molto chiusa in se stessa, non parlando più con nessuno.
Ultimamente ha visto un film che le è piaciuto e nell'arco di 10 giorni lo ha praticamente rivisto 7-8 sere.
L'altro giorno mi ha detto che è infelice perchè non ha amiche (lei non è molto socievole), non è contenta del suo aspetto fisico perchè è in sovrappeso (ma non si mette a dieta) e che non è contenta del suo lavoro (ma non cerca di cambiare occupazione).
In passato ha sofferto di attacchi di panico.
Non ha dei comportamenti di trascuratezza o altri che almeno a me sembrano "anormali" al di là di quelli indicati.
Volevo chiedere a Voi specialisti se possono essere aspetti che denuncino una situazione "particolare" o che possono rientrare nella "normalità"?
Il disturbo bipolare con schizofrenia è ereditario? Avendo la madre con questa patologia è probabile che anche lei ne soffra? Secondo Voi è consigliabile una visita specialistica?
Grazie

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Miglior risposta 26 AGO 2020

Buongiorno Angelo,
una visita specialistica può essere consigliabile.
Nei disturbi psichici può esserci una predisposizione - che non è l'eredità diretta di un certo tratto genetico, ma una maggiore suscettibilità - a sviluppare un problema analogo a quello di un genitore o ad avere meno difese contro quel disturbo. Il rischio stimato della schizofrenia è il 10% ( il 10% in più di una persona che non abbia un genitore psicotico).
Dobbiamo poi considerare che la sua fidanzata è stata cresciuta in quella famiglia che era/è intaccata dal disturbo bipolare su base psicotica, se ho ben capito, e che il nutrimento affettivo è stato alternante e a volte distorto. Con questo voglio dire che per la sua ragazza crescere e maturare è stato un percorso molto, molto più difficoltoso rispetto alle condizioni ideali ( se esistono) perché presumibilmente le risposte materne ai comportamenti della sua fidanzata quando era bambina e ragazza erano spesso di ostacolo anziché di aiuto. Infatti lei ci dice che la sua fidanzata non ha molta vita sociale, che tacita col sonno o col cibo qualche problema (ansia? depressione? non posso dirlo) e che si rifugia in un film... che è sempre lo stesso!
La domanda sulla possibilità che abbia ereditato il problema materno è giustificata, ma ce ne potremmo porre una più mirata: di che cosa sta soffrendo la sua ragazza che è cresciuta in un ambiente difficile e che ora mostra segni di sofferenza psicologica? il vantaggio di questa domanda è che non confina la giovane donna all'essere la copia di sua madre, ma si interessa al suo vissuto personale, ai suoi desideri, alle sue aspirazioni, ai suoi affetti, al suo modo di rapportarsi agli altri e alle possibilità di avere una vita soddisfacente in futuro.
il mio consiglio è di rivolgervi ad uno psicoterapeuta esperto che possa valutare la situazione e consigliarvi un percorso.
Le sarei grata se mi facesse sapere se il mio commento è stato utile per lei
dott.ssa Giuliana Gibellini, psicologa psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica

Dott.ssa Giuliana Gibellini Psicologo a Carpi

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20 AGO 2020

Buon pomeriggio, ancor di più in casi come quello della sua ragazza, in virtù della storia familiare di patologie psichiatriche, è consigliabile un colloquio specialistico con uno psicoterapeuta e/o con uno psichiatra.
Anche solo per precauzione
Dott. Masucci A

Dott. Armando Masucci Psicologo a Avellino

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20 AGO 2020

Buongiorno Angelo,
avere un parente di primo grado affetto dalle patologie da Lei menzionate è considerato un fattore di rischio. La componente genetica da sola non è sufficiente perché si manifesti il disturbo. Se si nota un cambiamento importante rispetto alla modalità del funzionamento abituale, questo merita un'attenzione particolare. Può trattarsi per esempio di un comportamento o delle abitudini diverse rispetto al solito. Un cambiamento non vuol dire necessariamente che siamo di fronte all'esordio di una psicopatologia. Dopo un evento stressante, come può essere stato il lockdown, molte persone hanno percepito un cambiamento in diversi ambiti della loro vita.
Nel dubbio ci si può consultare con il proprio medico di base e successivamente, o in alternativa, chiedere una visita specialistica dal medico-psichiatra. Il medico deve essere informato rispetto all'anamnesi familiare. Nel caso di queste patologie, ma vale anche per molte altre, un intervento precoce permette di ricevere le cure adeguate.
Cordialmente,
dott.ssa Katarina Faggionato

Dr.ssa Katarina Faggionato Psicologo a Vicenza

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20 AGO 2020

Gentile Angelo,
pone delle domande molto delicate e certamente non sarebbe possibile fornire delle risposte semplicistiche. Le patologie psichiatriche hanno origini multifattoriali che includono sia fattori genetici che ambientali. Anche se non è detto che i figli di pazienti psichiatrici soffrano loro stessi della patalogia, possiamo facilmente presumere che l'interazione tra di loro sia stata profondamente segnata dalla condizione causando nei figli probabili situazioni di forte disagio e gravi difficoltà a livello relazionale. Da quello che descrive, la sua ragazza indipendentemente dalle ipotesi diagnostiche, manifesta una situazione di malessere e insodisfazione che sicuramente meriterebbe di essere esplorato da un professionista competente. La sua ragazza ha mai avuto contatti con qualche professionista della salute mentale? Forse potrebbe invitarla ad accettare un consulto (anche online) con uno psicoterapeuta che potrà eventualmente valutare la situazione e, se del caso, valutare la necessità di ricorrere in seguito a un consulto psichiatrico.
Cordialmente,
Dott.ssa Valentina Zanon

Dott.ssa Valentina Zanon - Psicoterapia Online Psicologo a Trento

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20 AGO 2020

Buongiorno Angelo.
E’ vero che esiste una componente genetica ed ereditaria nell’insorgere di un disturbo bipolare e di una schizofrenia, ma è assolutamente necessario chiarificare quanto segue per non creare fantasmi o falsi allarmismi: ciò che si eredita non è il disturbo in sé, quanto una sorta di vulnerabilità nei confronti dei fattori di rischio che possono esacerbarlo.
Mi spiego meglio: ciò che fa realmente la differenza, come del resto in qualsiasi altra situazione, è l’ambiente in cui si è inseriti. Se il nostro ambiente è pregno di fattori protettivi, come ad esempio una buona famiglia o degli amici, un buon supporto sociale, una buona comunicazione affettiva etc, l’individuo è assolutamente in grado di esprimere il meglio di sé indipendentemente dalla propria vulnerabilità o predisposizione genetica.
Se invece occorrono nella vita eventi di crisi particolarmente stressanti e non sono presenti elementi protettivi costanti o abbastanza significativi, la persona potrebbe rivelarsi più vulnerabile all'insorgenza di un disturbo.
Questo innanzitutto solo per fare magari un po’ più chiarezza clinica circa la sua domanda.

Riguardo alla sua ragazza, non ci è possibile fare alcun tipo di diagnosi o ipotesi che sia verosimile, in quanto è praticamente impossibile (oltre che sconsiderato da parte nostra) applicare ipotesi diagnostiche su persone che non abbiamo visto direttamente.
Da quel poco che ci racconta, posso dirle che alcune delle caratteristiche che ha elencato sono comuni alla maggior parte di noi.
La motivazione di un supporto psicologico in questo caso potrebbe partire non tanto dalla richiesta di capire se si sta sviluppando o meno un dato disturbo, quanto per aiutare ed accompagnare magari la sua ragazza attraverso un percorso che la aiuti a riprendere in mano la propria vita, il proprio potere personale e la propria autostima, se questi fattori le creano disagio.

Riguardo invece a lei Angelo, mi arriva comunque la preoccupazione che prova nei confronti della salute della sua ragazza. E comunicare al proprio partner i propri dubbi, timori e preoccupazioni (ma anche vicinanza e supporto) fa sempre parte di un normale e sano rapporto di coppia.

Spero di esserle stata utile,
le auguro di riuscire a dissipare i suoi timori.

Dott.ssa Caterina Berti

Dott.ssa Caterina Berti Psicologo a Torino

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