Distimia, perdita di peso e problemi sentimentali
Salve,
Sono una ragazza di 26 anni. Mi trovo in una situazione molto complessa, perché vivo da 7 anni una relazione con un uomo molto più grande di me; da circa un anno però ci sono stati diversi episodi che hanno non solo alterato, ma anche minato la percezione che ho della mia persona, con conseguenti episodi depressivi e involontari cali di peso (da 55 kg sono arrivata a 47, non appare una diminuzione drastica, però ho sempre troppo poco appetito e mi sento ). Nonostante i successi (almeno, credo che lo siano) che ho ottenuto, in parecchie circostanze vengo criticata pesantemente e gli sforzi che ho fatto per ottenere certi risultati mi appaiono inconsistenti. Mi viene spesso detto che sono disumana perché non conduco una vita sociale attiva e che mi sopravvaluto perché, appena conclusi i miei studi universitari, avevo tentato di propormi per un dottorato (dottorato per cui fui selezionata, ma a cui rinunciai a causa di pesanti pressioni). Ricevo anche forti critiche per il fatto che, essendo di costituzione fragile e di salute cagionevole, “non sono capace di tollerare il dolore”, sentendomi dire che mi lamento appositamente per attirare l’attenzione altrui. Tutte queste dinamiche mi hanno lacerata psicologicamente e sto soffrendo molto. Non mi sento libera di esprimere disappunto o lamentarmi quando ne sento il bisogno perché vengo offesa, e non mi sento neanche libera di parlare di quel che vorrei fare nel mio futuro lavorativo perché i miei interessi vengono giudicati inutili. Vorrei tanto liberarmi da questa pesante situazione ma temo di soffrirne troppo, di sofferenza ne vivo già a sufficienza e desidererei solo un po’ di pace. I miei familiari non sono molto d’aiuto in queste circostanze, e ho sempre cercato di risolvere i problemi che mi riguardano da sola per evitare di coinvolgerli. Ho pensato di pormi come obiettivo esclusivo il proseguimento dei miei studi, così da realizzarmi e nello stesso tempo sviluppare le mie capacità dimostrando la mia tenacia. Sarei anche “distratta” dallo studio, cosa utile per ignorare un ambiente che trovo opprimente (anche se presumo sia più un palliativo che una soluzione). Che consigli potreste darmi?
Ringrazio