Salve, ho 32 anni e sto studiando Medicina. Da tempo, però, avverto un senso di rifiuto all idea di aiutare chi soffre. Ho intrapreso un percorso psicologico che mi ha portato a supporre che la scomparsa prematura di mio padre (avevo 18 anni) possa aver influito molto in tal senso.
Di fatto è come se mi sentissi saturo di miei problemi, al punto da non poter occuparmi degli altri. Eppure non riesco a trovare un modo per uscire da questa situazione di stallo emotivo.
Scrivo, quindi, in cerca di suggerimenti a riguardo. Non tanto per Medicina, quanto piuttosto per la vita.
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24 LUG 2020
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Gent.le Riccardo,
mi colpisce la sua scelta di studiare Medicina, che fa pensare ad una forte inclinazione all’aiuto, e la sua sensazione di non potersi più occupare degli altri, perché saturo di problemi. Mi arriva un forte disagio per questa confusione che sta attraversando. Credo, però, che lei abbia già fatto un passo molto importante nel decidere di iniziare un percorso psicologico e la invito ad avere fiducia in questo precorso e nelle capacità che lei ha dentro di sé e che ora, a causa della situazione difficile in cui si trova, forse ha difficoltà a riconoscere. Le auguro di uscire da questo periodo buio e di trovare la sua strada, sia essa quella di diventare un medico o qualsiasi altra che la renda felice.
Dott.ssa Fabiana Salis
24 LUG 2020
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Buongiorno Riccardo, sarebbe utile comprendere da quanto tempo emerge questa sensazione, quali siano i problemi di cui parla, quanto la scelta della facoltà universitaria sia per Lei identitaria, in quali altre situazioni emerge questa difficoltà e come si declina in termini di esempi pratici. Ha provato a riprendere il percorso psicologico? Potrebbe essere utile a mettere a fuoco i significati che in questo momento Lei non coglie, motivo per cui resta in stallo e non riesce a dare un senso a questa sensazione di "distacco emotivo". In bocca al lupo, DP