Dipendenza dalla slot machine
Ho 42 anni, non so come né perché, ma da maggio dell'anno scorso ho cominciato per caso a giocare alle slot. Dapprima a quelle del bar: 2/5€ al massimo, poi sono diventati 20, poi 50, poi 200 fino a portarmi nelle sale slot vlt. E da settembre a oggi è successo il finimondo: i 200 euro sono diventati 3/4000, in una sera, anzi in pochi minuti. Una specie di estasi drogante, una sorta di trance da cui non so uscire. Vado da una psichiatra e psicoterapeuta, mi ha detto dapprima di uscire con pochi soldi (perfettamente inutile, tanto prelevo o torno a casa a prenderli) poi di cedere il bancomat a qualcuno (altrettanto inutile, vado allo sportello), poi di andare al
Sert (ugualmente inutile, dico sempre sì sì ma tanto poi non vedo l'ora che finisca la seduta per andare a giocare). Perdo, come è ovvio e logico, e le volte che vinco (rare), rigioco tutta la vincita e ci aggiungo anche quei 4-500 euro, per non farmi mancare nulla. Quando ho completamente finito i soldi, se non riesco a trovare nessuno che me li presti (ovviamente ho imparato a mentire benissimo, da ottimo giocatore patologico), torno a casa e opzione a. Faccio spallucce e penso che ho perso 5000 euro come se fossero 5 cent; opzione b. Arrivano le lacrime di coccodrillo. Ho una laurea, una specializzazione, un master, non penso di essere una persona poco intelligente, anzi, ma quando, e sempre più frequentemente, mi colgono questi raptus, non capisco più nulla, vado e gioco, tutto. Ho letto e riletto le sintomatologie del giocatore patologico, eccezion fatta per l'illegalità ho tutti i sintomi: bugie per avere danaro, insonnia, completa non cutanea degli affetti, della propria persona, delle proprie cose e persino della casa. Il gioco su tutto. Sono perfettamente consapevole che sia una truffa legalizzata, nei momenti di lucidità razionalizzo, cioè lo so, non è che non lo so, so perfettamente come sono tarate le macchine, e so anche che non esistono strategie di vittoria, sebbene faccia finta di essere uno scienziato nucleare e di aver carpito i segreti della slot per aprire i libri. Libri bonus che costano una media di 1000 euro a sera, e so anche che per aprire tre libri potrei andare in biblioteca gratis, ma non è la stessa cosa. L'ebbrezza del gioco è più forte di qualsiasi altra cosa. Ho sviluppato un cinismo che non mi è mai appartenuto, o forse sì ed è venuto fuori solo ora? Mi disinteresso dei malesseri altrui, siano essi amici o parenti, anche molto molto stretti, e anzi cerco di estorcere danaro in qualsiasi modo premeditato, per poter andare a giocare. Viene da sé che ci sia il tracollo finanziario, siano sorti problemi sul lavoro, affettivi (non tocchiamo neanche l'argomento) e chi più ne ha più ne metta. Ora, francamente più o meno tutti gli specialisti mi hanno suggerito di avere forza di volontà (?!) per uscire da questo mostruoso circolo, e/o di analizzare chi o cosa mi faccia scattare l'impulso di andare a giocare. Non individuo alcun denominatore comune, vado a giocare random, non so se ci sia qualcosa che lo inneschi, probabilmente all'inizio sì, e so rispondere anche che saranno i soliti problemi di autostima, solitudine, noia, voglia di evasione e/o trasgressione etc etc, ma al momento non credo sussistano condizioni specifiche che mi portino a giocare. Ci vado e basta, come vanno tutti gli altri giocatori, siamo fatti in serie, tutti pieni di debiti ma tutti diciamo che vinciamo. Panzane. Una marea di persone che vanno dai 18 agli 80 anni, di ogni sesso ed età passano le notti nelle sale vlt, automi, come me, a infilare banconote da 50€ ogni 45 secondi, pensioni e stipendi interi giocati in un'ora, con tanto di cartello sotto gli occhi: giocare con moderazione, il gioco genera dipendenza. Benissimo, sono e siamo tanti dipendenti. AAMS suggerisce di rivolgersi a esperti. Gli esperti siete voi: personalmente li ho girati un po' tutti, dalle terapie aggressive 10 sedute e si risolve, alle terapie che prendono in esame anche i traumi subìti a 14 mesi, al sert, e persino all'equipe del consultorio diocesano, dove, già che c'ero, ho incontrato un parroco e gli ho chiesto 150€ per andare a pagare una bolletta inesistente e che invece ho giocato in ben 4 minuti poco dopo. La mia domanda ora è: posto che il gioco è una malattia, al pari della febbre, e che per la febbre si prende fluental; posto che il gioco è una droga, e ai drogati si dà il metadone, posto che è una dipendenza, come la nicotina, ed esistono i cerotti; c'è qualcuno in grado di dire realmente come si può risolvere un problema simile? C'è qualcuno, come suggerito dagli innumerevoli spot pubblicitari, veramente esperto che sappia dire cosa fare nei casi di GAP? La mia esperienza mi dice che per ora è aria fritta: deleghi qualcuno per evitare il flusso di danaro (ma dài?), usi la sua volontà (ma veramente? Non ci avrei mai pensato, se avessi la volontà non andrei a cercare aiuto nè tanto meno a giocare), probabilmente lei nell'adolescenza ha sofferto di mancanze affettive (benissimo ma ora ho 42 anni e mi hanno ipotecato la casa con quanto ne deriva e ho venduto pure l'oro della prima comunione). C'è qualcuno che possa offrire un supporto concreto e non la fiera del luogo comune. In ultimo: litio e benzodiazepine non servono a nulla: è come bere acqua, l'unico effetto è che gioco più lentamente e ho meno riflessi nel premere il tasto start per bloccare i 5 rulli della slot. Grazie a chi risponderà.