Dipendenza affettiva, eccessiva influenza altrui o esagerata ansia
Salve- sono un ragazzo che si trova in uno stato di crisi generalizzata e, complice anche la situazione dovuta alla pandemia, mi sono decisamente isolato negli ultimi anni.
Isolamento anche on line, visto che l'ansia, lo stress e una timidezza forse eccessiva non mi fanno essere attivo, deciso sia dal vivo che sul web, sui social che ormai uso pochissimo.
Riflettendo sulla mia condizione, penso di essere in qualche modo dipendente non dico proprio affettivo ma sicuramente emotivo da parte della mia famiglia e se ciò è normale vivendoci, il fatto che la mia "dipendenza" non è tanto o solo materiale o emotiva ma più che altro psicologica, interiore.
Il fatto è che la mia famiglia, per diversi motivi, è abbastanza isolata diciamo e con il tempo io ho avuto diverse esperienze sociali poco metabolizzate ma nonostante ciò il mio ruolo nell'ambito famigliare rimane, e probabilmente in fondo a me va anche bene, quello del piccolo di casa, quello più timido e apparentemente "fragile" per dire, quello del compiacente, "bravo bambino" e "ragazzo troppo buono".
Non sono molto autonomo praticamente ma è anche vero che tendenzialmente non sono stato tanto incoraggiato su ciò e quello che sento che mi manca è un appoggio emotivo, un sostegno anche da parte famigliare che mi aiuti ad avere più motivazione e ad essere più spigliato, infatti sono determinato e nel mio piccolo ho raggiunto decisamente discreti, e in parte inaspettati, risultati nel mio ambito lavorativo che è un ambito intellettuale ma tendenzialmente sento che la mia famiglia non ha molta fiducia ( se ne parlo non mi dà la sensazione che ascoltino molto o perlomeno è questa la mia sensazione) in questo mio percorso e preferirebbe un lavoro materiale o che seguissi i progetti che hanno in mente per me diciamo.
Tornando all'influenza dicevo, io sono tendenzialmente creativo e ho avuto modo di sperimentare diverse esperienze sociali come già detto ma di non metabolizzarle troppo a livello interiore, quasi "sentendomi in colpa" nei riguardi della mia famiglia e specialmente di mia sorella.
Ciò ovviamente a livello proprio inconscio, nessuno mi impedisce ciò nei fatti ma è come se dessi più importanza ai giudizi della mia famiglia e mi ponessi in "balia" delle loro decisioni, sentendomi allo stesso tempo responsabile e con sensi di colpa perchè non riesco e non provo a motivarli.
Dicevo, questa influenza sia dei miei genitori che di mia sorella che rispetto a me ora è molto più aperta in famiglia, non ha timidezze ed è molto polemica e apparentemente egocentrica.
L'influenza lì è che mia sorella, al contrario mio, non ha vissuto molte esperienze sociali per vari motivi (anche giudizio sociale, problemi legati alla percezione corporea un tempo) e qualche volta ma raramente se ne lamenta, per vari motivi e io praticamente quando ero più piccolo indirettamente la supportavo e quando capita anche adesso ascolto eventuali sfoghi e lamentele, in qualche modo però assorbendo il disagio e in qualche modo facendomi influenzare e anche da questo, o almeno penso sia una delle tante cause, nasce quel "senso di colpa" che mi fa poco metabolizzare le mie esperienze, mi fa sentire in colpa interiormente rispetto alla mia famiglia (nel senso di "essere andato oltre", di "averli superati" in certe cose per dire) e anche da lì nascono i miei caratteristici autosabotaggi, paure di emergere, evitamenti, fobie di avere successo e questa tendenza a vergognarmi, a riacutizzare ansia e timidezza, timidezza che inconsciamente reputo negativa per vari fattori e invece di sfruttarla al meglio limitando o eliminando gli aspetti disfunzionali, tendo a trasformarla spesso in puro evitamento, ansia sociale e tendenze ossessivo-compulsive per dire.