Dipendenza affettiva, depressione e confusione persistente
Buongiorno a tutti, in un momento di lucidità vorrei raccontarvi quanto accaduto. Sono un ragazzo di 21 anni, studio informatica all'università. Vi premetto che gli studi non procedono bene, non ho interesse per niente, sono intrappolato nel perfezionismo e in molti altri disturbi. Ho la mente totalmente assorta da altri pensieri fuorché il mio futuro. Mi sento di non avere motivazioni, tantomeno sicurezza in qualsiasi cosa che faccio e mi danno per questo. Ho un disperato bisogno d'amore, non faccio che pensare a quello, e non faccio che collezionare delusioni. Ogni crisi comincia con una delusione, anche la più "innocua", e ogni volta è sempre peggio.
Verso inizio giugno sento di iniziare a raggiungere un certo equilibrio, conosco un ragazzo via chat e iniziamo a conoscerci. Durante la conoscenza tramite messaggi avevo crisi di pianto e attacchi di panico perché avevo paura di rovinare tutto. Magari un messaggio sbagliato o la paura che fosse tutta una presa in giro mi mandavano in crisi. Tuttavia, c'è un'intesa molto ferrata che aumenta ogni giorno, tanto da spingermi ad andare a trovarlo dopo due settimane che chattavamo. Entrambi presissimi dall'emozione, ci dicevamo cose stupende che mi toccavano nel profondo. L'avevo conquistato, come lui aveva conquistato me. Passiamo un weekend bellissimo, tutto perfetto, a parte il mio senso di rovinare tutto.
Al rientro lo cerco ma sembra piuttosto freddo, io inizio a sentirmi male perché convinto di aver rovinato tutto. Passo una settimana a pensare a cosa ho sbagliato, a troppi dettagli. Lo ricerco dopo una settimana ma m’ignora. Inizia la depressione, non mangio più, non dormo più, non mi prendo più cura di me stesso (non che prima lo facessi così tanto). Io andavo con la mera illusione che se in qualche modo avessi intrapreso una relazione avrei reiniziato a vivere perché avrei avuto una motivazione. Infatti ero già dell'idea di rimettermi a studiare, di programmare etc.
Scopro che poi venne vicino al paese dove sto, senza dirmi niente. Qui inizio a domandarmi: allora sono io che ho fatto qualcosa? Che ho fatto? Però per paura di conflitti non ho chiesto al diretto interessato. Pensavo che forse avrà avuto le sue ragioni per qualcosa che ho fatto io.
La depressione peggiora, i momenti di lucidità sono pochi, sono vittima di dubbi e circoli viziosi che mi estenuano e mi portano allo sfinimento. Tutti si preoccupano per me, ma io ormai ho in mente solo lui. D'altronde è la mia prima "potenziale" relazione. Non ho la voglia nemmeno di lavarmi, né di guardare la tv. Penso al passato, a cosa avrei potuto fare. Sono arrabbiato con me stesso perché sto male per una persona che forse di me si è interessata solo al principio. Quindi mi dispero di più.
Qualche sera fa, dopo un mese, in preda alla disperazione decido di chiedergli spiegazioni. Mi ignora. Riprovo il secondo giorno, mi dice che io non ho fatto niente, che il problema è lui e non io. Il terzo giorno gli chiedo se gli va di rivederci, mi risponde che non lo sa, che gli andrebbe ma ci sono tante cose. Dice di sentirsi in colpa per essersi comportato così ma io lo giustifico. La sera decido di non pensarci più, che forse è ora di lasciar andare e nonostante qualche picco di agitazione per il mio rimuginare "e se avessi..." inizio a stare meglio. Stamattina mi scrive, lascio passare qualche 50 minuti perché non sapevo come agire. Ero felice, illuso, ma avevo paura allo stesso tempo, che m’ignorasse come ha sempre fatto. Infatti così è stato. Ora non so più che fare, tra 5 giorni ho il secondo incontro con la psicologa ma il tempo sembra non passare mai. Il mondo mi appare piccolo, io sono distrutto e ragionando anche sul perché, mi sento ancora peggio. So di avere dei problemi ma mi sento così in colpa perché non riesco a reagire. Io voglio stare con lui, riconquistarlo o almeno capire cosa è successo. Ho come l'impressione che si aspettasse che capissi dei segnali e avesse perso interesse perché non li ho percepiti. Come se avessi dovuto conquistarmi il merito della sua fiducia. Mi sto annullando per una persona che evidentemente non sa cosa vuole. Magari non gli sono piaciuto così tanto a parte l'infatuazione iniziale e non ha il coraggio di dirmelo, e va sulla difensiva. Mi sento terribilmente stupido, in preda all'angoscia per una persona che nel peggiore dei casi sta giocando con i miei sentimenti. Pur volendo, ho paura di non uscirne fuori perché il passato m’investirebbe continuamente. Sono in una situazione di stallo orribile, in preda ai deliri, ai dubbi, con autostima e dignità a terra. So di avere dei problemi a monte di questa esperienza, però nego di averli e vedo me come una persona debole, passiva che preferisce crogiolarsi nel dolore invece di reagire. Non so più che fare, ho paura. Non so cosa mi prenda e non riesco a vedere via d'uscita.