Dipendenza affettiva con uomo sposato

Inviata da Biancaneve · 29 ott 2020

Buonasera, vorrei richiedere un consulto per una situazione che considero “sintomatica” di probabili disfunzionalità psicologiche che fanno parte di me più che il nocciolo dei miei problemi da risolvere, ma che in questo momento della mia vita occupa gran parte dei miei pensieri e su cui vorrei tanto poter avere dei pareri. Ho poco più di 30 anni, sono una ragazza incredibilmente romantica e sognatrice (oggi direi illusa e inconcludente), ma che non riesce a vivere con serenità la realtà. Ho sempre avuto disturbi alimentari, non sono brutta, ma ho molta sfiducia in me stessa. Ho sempre studiato, lavorato, ho molti hobbies e tanti amici anche maschi ma non ho mai avuto una storia, solo amori platonici mai veramente ricambiati, probabilmente per uomini che amavano le mie attenzioni ma non me, e inconsciamente “scelti” apposta. (Perché non penso di meritare amore, ho gusti difficilissimi, e perché ho dell’ amore un ideale così elevato da non volerlo inconsciamente incarnare nella realtà.) Da un anno e mezzo ho un’ amicizia virtuale con un uomo sposato con figli. Lui ha 40 anni ed è sposato da quando ne aveva poco più di 20, è un musicista professionista (non famoso) con tante ragazze intorno, di cui io sono fan da quando sono giovane. Un anno e mezzo fa ho scritto un commento molto sentito sulla pagina del suo gruppo sull’ ultimo disco (da lui scritto) e lui mi ha cercata sui social, scrivendomi che era rimasto colpito. Ha iniziato per qualche giorno a raccontarmi le sue giornate, mentre scriveva musica, mandandomi sue foto (innocue), pezzi dei brani inediti e riflessioni sulle sue giornate e generali. Io ero lusingata ma rispondevo con gentilezza e freddezza per non essere coinvolta. Lui poi ha continuato a scrivermi a intermittenza, lanciando dei segnali di flirt ambigui ma inequivocabili, e la situazione mi ha aiutata a ricostruire l’autostima e ritrovare leggerezza mentre stavo uscendo da vari tormenti personali. Ma io non gli ho mai scritto per prima e lui a un certo punto, l’ autunno scorso, è sparito per qualche mese (continuando però a guardare quel che postavo), per poi scrivermi “buon anno” a Capodanno. Poco tempo dopo un brutto lutto di un conoscente comune ci ha fatti riavvicinare. Dopo giorni di sfoghi sulla sofferenza e sulla vita abbiamo ripreso a flirtare e stavolta, più bisognosa d’affetto, sono stata subito al gioco: è stata la prima situazione della mia vita in cui sono riuscita a flirtare con un uomo con serenità, senza volere di più (vista la sua situazione) o pensare troppo a tutto quello che dicevo. E la cosa mi faceva sentire bene e leggera, mentre finora avevo vissuto i sentimenti solo come tormenti. Ma c’erano anche messaggi di affetto, raramente pero’ esplicitato (tipo “ti voglio bene”, che è arrivato solo qualche giorno fa), bensì tramite cuori e parole dolci, insomma purtroppo quelle cose ambigue che alcuni narcisisti utilizzano per far proiettare a chi legge quei messaggi d’affetto che desiderano.
Quest’estate sono andata a sentire il suo gruppo, la sua famiglia non c’era e sono stata con lui per un’ora, a parlare di noi, abbracciarci e farci qualche coccola. Gli chiedevo se scrivesse a tutte le donne che ha sui social e se avesse mai tradito, lui negava entrambe le cose (senza fingere di essere in crisi con la moglie e dicendo di amarla ma ovviamente non avere la magia degli inizi), e diceva che scrive a me perché sono intelligente e profonda. Dopo questo incontro io gli ho mandato un messaggio un po’ troppo emotivo, lui è stato freddo per qualche giorno ma poi ha iniziato a cercarmi per la prima volta tutti i giorni, finchè oltre alle conversazioni abbiamo iniziato uno scambio virtuale (ovviamente partito da lui) di foto e video sexy. Non avevo mai fatto prima cose del genere e posso dire che lui sia stato il primo uomo con cui ho avuto un’intimità, mi sono messa a nudo non solo metaforicamente e ho scoperto l’ autoerotismo (visto che ho represso così tanto la mia sessualità che non facevo nemmeno quello.) Lui mi ha chiesto varie volte delle videochiamate “dirette”, ma io le ho sempre rifiutate.
Ci siamo poi visti un’altra volta in presenza della famiglia, riuscendo quindi a scambiare solo poche parole e sguardi, ma lui mi ha scritto immediatamente dopo se avevo fatto un buon rientro, se avevo visto i suoi bambini e aprendosi su alcune questioni personali, come il fatto che crescono molto in fretta ed è difficile essere padre.
Nel corso dell’estate abbiamo continuato sia con le confidenze che con il sexting, ad agosto praticamente tutti i giorni (con battute senza seguito da entrambe le parti su come lui volesse raggiungermi al mare), mentre a settembre ha ripreso a mandare il buongiorno con intermittenza e scrivere ogni qualche giorno. Io mi sono accorta che stavo diventando troppo dipendente da queste cose e ho smesso totalmente di mettere e mandargli foto. L’ ultimo nostro “rapporto virtuale” tramite foto e video è ormai di tre settimane fa, anche se in seguito ci sono stati comunque alcuni apprezzamenti.
A inizio mese non ci siamo sentiti per una settimana, io ho scritto su facebook che mi sentivo depressa e lui mi ha risposto in privato che lo era anche lui e parlandomi di pesanti problemi lavorativi e familiari (salute di alcuni cari... nessun problema con la moglie.) Ho cercato di tirarlo su e mi ha detto “ti voglio bene... non è facile da dire. Sto già un po’ meglio.” Per finire, la settimana scorsa sono riuscita a vederlo ad un concerto prima che dovessero andare via per il lockdown. Mi ha chiesto scusa per essere un po’ distante per via di queste preoccupazioni, mi ha detto che è un periodo in cui vede tutto nero e gli sembra di odiare tutti, e mi ha ringraziata per esserci sempre. Io gli ho lasciato un biglietto con delle parole di conforto per lui. Quella notte mi ha scritto tre volte, il giorno dopo mi ha raccontato tutto quel che faceva e due giorni dopo mi ha scritto che il mio biglietto era stupendo e mi ringraziava, dopodiché mi ha scritto altre due volte nell’ultima settimana, ma senza più approcci di sexting.
Io non mi considero innamorata, ma di certo dipendente dal suo affetto ed attenzioni. Sono sicurissima che lui senta altre ragazze e probabilmente ci faccia videochiamate eccetera, ma per me sarebbe vitale sapere di essere una persona più importante delle altre per lui (naturalmente a parte la moglie, che è in “un’altra categoria” e con cui non entrerei mai in competizione.)
È ironico, perché evidentemente per via di tutti i miei problemi sessuali ed emotivi mi sta benissimo essere al secondo posto e non vivere un quotidiano, ma non vorrei sapere di essere al decimo, o al ventesimo.
Secondo voi quest’uomo è un manipolatore, secondo voi mi ha scelta come “preda” per sentirsi ammirato e ascoltato perché sono una persona fragile, oppure questo non esclude che possa comunque trovarsi bene con me e provare affetto- insomma, secondo voi è un “maligno”? (Il mio cuore dice assolutamente no, ma il mio cuore non è molto saggio).
Secondo voi è stato ed è un errore provare a utilizzare questa conoscenza per superare vari miei blocchi, poichè non fa altro che espormi a possibili sofferenze e rimandare l’incontro con una persona che potrebbe darmi qualcosa di concreto? Il problema è che dopo più di 30 anni così, io non penso potrei mai essere pronta per un concreto quotidiano, e mi risulta infinitamente più spontaneo vivere in questo “limbo” che mi offre emozioni senza dover mettere in gioco dei cambiamenti di cui non riesco nemmeno a immaginare l’entità perché possano essere efficaci.
Forse potete darmi qualche consiglio o spunto utile.
Grazie infinite

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Miglior risposta 30 OTT 2020

Cara biancaneve,

Mi ha subito copilto la frase "non penso di meritare amore, ho gusti difficilissimi, e perché ho dell’ amore un ideale così elevato da non volerlo inconsciamente incarnare nella realtà". E poi tu stessa hai detto che "sceglievi a posta" certi uomini perché sapevi che con loro non sarebbe andata bene la storia. Non trovi un po di similitudini con questa storia? A me lei sembra che ripercorra sempre lo stessa schema da cui fa fatica a uscire.

Leggendo le sue parole ho visto, dietro le righe, una persona molto riflessiva. Non le piacerebbe capire cosa la spinge a fare così e rompere questo circolo vizioso per stare meglio?
Sarebbe anche bello fare un lavoro sull 'autostima, mi sembra che lei si giudichi molto negativamente eppure da quello che racconta è una persona molto attiva e piena di vita.

Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti e per delle domande.

Un caro saluto
Dr. ssa Manuello Maria Cristina

Dottoressa Maria Cristina Manuello Psicologo a Bolzano

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30 OTT 2020

Buongiorno,
forse la domanda più importante e utile riguarda il futuro. Le sta bene andare avanti così? Relegare ad un "limbo" la sua vita affettiva? Quel che è accaduto finora può esserle servito per superare quelli che definisce i suoi blocchi. L'affetto e l'interesse di quest'uomo possono anche essere sinceri, se non esclusivi. Ma quello che conta davvero è che cosa lei può farsene di questa conquista, potrebbe servirle per provare a guardare il mondo con meno timore. Non credo che si debbano demonizzare le esperienze virtuali, ma non devono impedirci di vivere la realtà. Per aprirsi ad una relazione e viverla nella sua concretezza occorre però conoscersi e fare pace con i propri limiti, con le proprie paure e con la propria immagine di sè, con la propria amabilità. La sua è l'età giusta per interrogarsi e affrontare quei nodi interiori che finora le hanno impedito di amare ed essere amata, non come nelle favole, ma come è realmente possibile che sia.
Le auguro di fare scelte buone per se stessa.
Dott.ssa Franca Vocaturi

Franca Vocaturi Psicologo a Torino

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30 OTT 2020

Carissima, lei riconosce di quanto ha bisogno di affetto al punto che accetta di essere al secondo posto, in una relazione che la espone più ad una sofferenza anziché darle realmente il riconoscimento e l'importanza che si merita. È consapevole anche dei "vantaggi" se vogliamo dire dell'essere in questo limbo di emozioni: evitare di mettersi in gioco, ma è proprio ciò che la aiuterebbe a trovare una buona stima di sé. Partendo dalla conoscenza e validazione dei suoi bisogni emotivi può imparare a rivolgere lei a se stessa l'affetto e l'importanza, la fiducia per poter di seguito affidarsi ad una relazione amorosa. Consideri la possibilità di intraprendere un percorso terapeutico in cui verrà accompagnata in questa RI-cononoscenza di sé.
Buon proseguimento
Dott.ssa Eleni Drakaki

Dott.ssa Eleni Drakaki Psicologo a Mantova

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30 OTT 2020

Cara Biancaneve, sembra essere cosí lucida nel descrivere se stessa e l'immagine che di sé. Un'immagine che non Le dà sicuramente ciò che può meritare, per sé stessa e per il Suo benessere. Credo che il punto non sia se questa persona é buona o cattiva, ma come stia Lei nel vivere questa circostanza; é importante riflettere sull'immagine che ha di sé stessa, che La vincola a relazionarsi a sé e agli altri in un modo che sembra non darLe piacere, ma malessere. Le consiglio di chiedere un aiuto psicologico per darsi la possibilità di riscoprire se stessa, riparando le parti che Le causano sofferenza, sviluppando delle risorse che Le consentano di osservarsi positivamente, viversi appieno e vivere relazioni sane e adeguate, che davvero Le portino benessere.
Le auguro buona fortuna e serenità.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Dr.ssa Amanda D'Ambra Psicologo a Torino

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