Difficoltà nel mantenere una conversazione

Inviata da Alexander · 30 ago 2016 Autostima

Buongiorno,
vorrei chiedere un vostro consiglio riguardante un mio tratto caratteriale che vorrei risolvere/migliorare .
Ho 23 anni, sono una persona abbastanza solitaria, sto bene da solo, sto bene in casa, non mi piacciono i posti affollati e rumorosi.
Questa mia caratteristica che, di per sé, non mi crea grossi disaggi, mi ha portato a parlare veramente pochissimo con tutti, amici compresi.
Prima di incontrare un amico io so già cosa gli dirò e dopo averlo detto non ho piu NIENTE da dire, posso rispondere solamente a delle domande (di solito con ok, si, va bene) ma piu del tempo sto in silenzio, chiuso in me stesso, pensando a niente.
Questo ha creato anche dei disaggi nella mia passata relazione, durata 3 anni, dove non riuscivo a parlare perché avevo detto tutto quello che c'era da dire, ho provato per 2 anni a migliorare questa situazione.
Si c'erano momenti nei quali ero "normale" e andava tutto bene, ma dopo 1-2 mesi mi chiudevo di nuovo in me stesso e il dialogo spariva.
Per questo ho fatto soffrire una persona, e di certo gli amici non mi considerano l'anima della festa.
Ho provato a:
- cercare di avere piu confidenza;
- cercare di elaborare tutte le cose fatte in una giornata per poter rispondere alla domanda: "Cos'hai fatto oggi?" senza rispondere allo stesso modo: "Mi sono alzato, lavato, lavorato, mangiato, tornato e andato a dormire";
- ho cercato di avere piu autostima (ne ho poca, pochissima);
- stavo pensando di scrivermi tutte le cose da dire, ma mi sembrava veramente troppo.

Grazie mille
Auguro a tutti buon lavoro e buona giornata.
Alexander

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Miglior risposta 31 AGO 2016

Gentile Alexander,
innanzi tutto mi complimento per la chiarezza espositiva con la quale ci ha esposto il suo problema: a leggere il modo con cui lei ha scritto queste righe, non si direbbe affatto che non sappia cosa dire o che non sappia mantenere una conversazione. Questa riflessione mi porta a pensare che forse il ritenere di non saper mantenere una conversazione risulta piú un problema/timore che lei ingigantisce, che non un qualcosa di realmente penalizzante nelle relazioni con gli altri.
L'essere solitari, casalinghi e riservati di per sé non sono un problema, sono modi di essere, ma possono diventare problematici nel momento in cui qualcuno li percepisce come problematici.
Mi trovo d'accordo con il dottor Gramaglia quando afferma che il punto non è cosa dire, il punto è come stare nella relazione con gli altri, cosa si aspetta lei dalle relazioni e cosa si aspettano gli altri quando parlano con lei. Comprendendo le loro aspettative ed esigenze, osservando come parlano e rispondono loro è possibile portare avanti relazioni che non facciano soffrire chi ci circonda. Inoltre prima di parlare e trovare qualcosa da dire è anche importante stare in ascolto di ció che l'altro ci dice, capire come si sente e capire come sarebbe appropriato rispondergli a seconda di come si sente, per farlo stare bene e per stare bene noi stessi allo stesso tempo. Ognuno di noi è diverso e ognuno ha esigenze diverse, per cui è difficile preparare un discorso preconfezionato che possa andare bene per tutti e con cui mantenere una conversazione. Conoscendo invece l'altro, i suoi interessi, ció che gli piace e ció che non gli piace, è piú facile orientare la conversazione in una maniera interessante per lui. Ad esempio: se conosce persone amanti dei viaggi, oltre a raccontare loro la sua giornata tipo, la conversazione potrebbe orientarsi sul suo ultimo viaggio fatto, i luoghi di interesse che ha visitato, quali attivitá ha svolto in quel posto e allo stesso tempo chiedere all'altro se è mai stato in quel posto, o se ha visitato altri luoghi interessanti che potrebbe consigliarle. La chiave a mio avviso sta quindi nell'interesse, conoscenza e curiositá (ma non invadenza) verso l'altra persona.
Se ritiene di non riuscire da solo a superare questa difficoltá nel relazionarsi con gli altri, le suggerisco di parlarne con uno/a psicologo/a della sua zona che potrá fornirle utili spunti e strategie per migliorare le sue relazioni, conversazioni ed eventualmente svolgere anche un lavoro sulla sua atustima.
Le auguro tutto il meglio.

Cordiali saluti,

dott.ssa Elisa Canossa, psicologa psicoterapeuta, Sustinente (Mantova)

Dott.ssa Elisa Canossa Psicologo a Sustinente

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8 SET 2016

Gentile signor Alexander,
Lei è sicuramente un soggetto profondamente introverso;ma essere introversi non significa soffrire di una patologia psichiatrica,è semplicemente un modo di essere.Sovente si accompagna alla timidezza che porta il soggetto a preferire una vita più solitaria e meno aperta al sociale.Per quanto riguarda l'amore,quello vero,quando lo incontrerà avvertirà il suono di tutte le Campane.Auguri per la vita e tanta serenità.Dott.LUCIANO DI RIENZO Psicologo

Luciano Di Rienzo Psicologo a Avellino

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6 SET 2016

Gentile Alexander,
la scarsa autostima è un motivo più che sufficiente per cercare di migliorare la propria vita con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta. Questo tratto infatti risente molto delle relazioni familiari e, quand'anche non le si volesse toccare, si può modificare ugualmente (in meglio ovviamente) con opportune strategie psicologiche.
Per quanto riguarda invece la sua difficoltà a parlare e ad ideare e la sua propensione ad isolarsi, penso siano in gioco principalmente altre problematiche che penso sarebbe bene risolvesse o attenuasse per migliorare la sua qualità di vita. E' bene che ciò avvenga con l'aiuto di uno psicoterapeuta.
L'uomo è un animale sociale e pertanto i rapporti umani sono molto importanti in vari settori.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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31 AGO 2016

Buongiorno Alexander,
intanto grazie per aver voluto condividere il suo disagio e aver trovato il coraggio di parlarne in maniera pubblica, sicuramente il suo contributo potrà essere di aiuto anche per altri che stanno affrontando una situazione similare alla sua. È lodevole la sua capacità di mettersi in gioco e di dedicare attenzione a tale difficoltà per poterla migliorare.
Descrive il suo modo di relazionarsi agli altri come se dovesse essere una prestazione a cui lei è obbligato a far fronte e dove viene sottoposto a valutazione, ma le relazioni non sono obblighi a cui non ci si può sottrarre a priori, né verifiche dove vince chi interagisce di più. Credo inoltre che stia sottovalutando le competenze altre che una persona può mettere in gioco, pur non essendo prettamente un leader o un uomo carismatico, come ad esempio la capacità di ascoltare, di sostenere con la presenza fisica, con il solo “esserci” per gli altri in maniera affidabile e non giudicante.
Sarebbe innanzitutto interessante per lei, capire come mai vive indistintamente i rapporti amicali, sentimentali e sociali in genere con questo carico di preoccupazione, e può chiedersi se li ha sempre vissuti così o se ha notato un cambiamento negli anni, associato ad un qualcosa di significativo.
Diverse sono le chiavi di lettura che si possono usare per aiutarla a comprendere la sua difficoltà, si dia la possibilità di informarsi su quali servizi esistono vicini a lei e scelga quello che è più confacente con il suo stile e le sue esigenze.
Le auguro un buon percorso di vita.

Saluti
d.ssa Scarlata Annalisa

Dott.ssa Annalisa Scarlata Psicologo a Albenga

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31 AGO 2016

Buongiorno Alexander,
se ho ben capito secondo lei la sua difficoltà nel parlare con gli altri deriva dal fatto che è una persona molto solitaria. Io non sono molto convinta di questo nesso dal momento che l'essere solitari può essere un tratto caratteriale perfettamente accettabile, ma che non inficia le abilità comunicative e sociali. Ci sono tante persone, infatti, che preferiscono passare molto tempo da sole, ma nel momento in cui si trovano a rapportarsi agli altri non hanno alcun tipo di difficoltà. Diverso è, invece, il discorso per le persone che passano molto tempo da sole perché si trovano a disagio con gli altri o temono il loro giudizio. In questo caso si tratterebbe di una scelta piuttosto obbligata. Lei ritiene che questa seconda prospettiva possa rappresentare, anche in minima parte, la sua situazione? Esiste forse un legame con l'autostima che lei cita successivamente?
Per quello che riguarda i tentativi che ha fatto per cercare di risolvere il problema credo che prima di individuare la soluzione giusta sarebbe più opportuno comprendere in modo dettagliato come funziona il problema stesso, magari con l'aiuto di un esperto. In particolare, mi ha colpita il fatto che ha cercato di avere più autostima (come?). Come le accennavo l'autostima potrebbe essere connessa al suo problema ed è stato molto bravo ad individuarla come possibile punto critico. Tuttavia, se è veramente questo l'elemento problematico, credo sia molto difficile affrontarlo in modo autonomo.

Dott.ssa Erica Tinelli Psicologo a Orte

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31 AGO 2016

Caro Alexander,
ho letto la descrizione che fai di te stesso e della tua vita relazionale: sei una persona introversa e solitaria - così ti definisci - e sono d'accordo con te quando dici che di per sè questa non è una cosa negativa e necessariamente disagevole. Il puunto è che in fondo tu stesso non vivi bene questo tuo modo di essere, perchè ti fa sentire non "normale", limitato, magari freddo. Dici che hai fatto soffrire perchè, secondo me, non vuoi dire apertamente che Tu soffri.
Allora è questo il nocciolo della questione. Se ami stare in tua compagnia, se ami essere riflessivo, solitario, taciturno...o qualunque altra cosa, fallo! Ma se questo comincia a non piacerti più, allora devi avere il coraggio di ammettere che il problema non è creare sofferenza agli altri ma a te stesso. Non è necessario affaticarsi a cercare argomenti o cose da dire quando si sta con Altri. Ogni chiusura è una forma di difesa e va rispettata e compresa: tu da cosa ti stai difendendo? Solo quando avrai cominciato a capire profondamente te stesso riuscirai a mettere in atto quei cambiamenti che desideri.
Ti consiglio di affidarti ad un professionista che possa guidarti in questo tuo cammino.
Ti auguro buon viaggio

Dott.ssa Cristina Giacomelli
Lanciano (CH) - Pescara

Dr.ssa Cristina Giacomelli Psicologo a Lanciano

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30 AGO 2016

Caro Alexander,

essere una persona introversa, riservata e di poche parole non è necessariamente un problema, anzi potrebbe essere anche una qualità preziosa. Nel tuo caso, però, mi sembra ci sia una difficoltà più profonda a entrare in relazione con le persone e a comunicare con loro. Non penso che fare una lista delle cose da dire o elaborare le cose fatte per avere delle risposte pronte sia la soluzione corretta. Mi sembra piuttosto che dovresti lavorare sul capire che cosa ti blocca davanti alle persone. Infatti tu dici che causi disagio agli altri, alle persone che stanno intorno a te, ma tu non provi disagio? Entrare in contatto con la tua difficoltà ed esplorarla a mio avviso è il primo passo verso il cambiamento; ti consiglio di chiedere aiuto a un professionista per lavorare sulla ragione profonda del tuo atteggiamento e per provare a risolvere il tuo blocco. Probabilmente resterai una persona riservata, ma scoprirai il piacere di stare con gli altri e scoprirai aspetti di te nuovi e inesplorati. Ne beneficeranno le persone intorno a te ma soprattutto te caro Alexander.

Ti auguro uno splendido futuro

Dott.ssa Chiara Ostini
Sesto San Giovanni - Milano

Dott.ssa Chiara Ostini Psicologo a Milano

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30 AGO 2016

Gentile Alexander,
dalla Sua descrizione si comprende il Suo tratto caratteriale introverso e solitario che sicuramente godrà di risvolti positivi e molto apprezzati da Lei stesso.
La difficoltà sta nel disagio che questo Suo carattere lo porta a vivere nelle relazioni con il prossimo. Le Sue modalità di fronteggiare la situazione non sono, come da lei evidenziato, risolutive. Questo perché il nocciolo della questione non è "trovare qualcosa da dire" ma riuscire a intessere un rapporto soddisfacente con un Altro diverso da me, instaurare uno scambio volto alla soddisfazione reciproca,che sia con il panettiere sotto casa ad una relazione d'intimità o profonda amicizia.
In primis il tratto caratteriale è Suo quindi parliamo di Lei e non di un qualcosa che non le appartiene o che è da estirpare come un'erbaccia velenosa bensì sarebbe per Lei proficuo domandarsi cosa significa per lei "stare in intimità".
Rimanendo a disposizione,
Cordiali Saluti

Studio dott. Giancarlo Gramaglia
Via Assisi 6, Torino

Gramaglia Dr. Giancarlo Psicologo a Torino

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