Difficoltà con i colleghi

Inviata da Silvia Beltramo · 9 gen 2023 Relazioni sociali

Buongiorno,
sono una ragazza di quasi 29 anni. Due mesi fa sono finalmente riuscita a lasciare un lavoro che mi piaceva, per quanto riguardava l'ambiente e le relazioni interpersonali, ma che non offriva prospettive future. Ho trovato un nuovo impiego più allettante a livello di retribuzione e di formazione.
Sono passata da un part time a un full time con molti benefit e bonus, che nel mio precedente lavoro non sapevo nemmeno cosa fossero. Un lavoro che offre sicuramente più possibilità per avere una base per cominciare a creare una famiglia (sono sposata da 7 mesi). Peccato che, anche se il lavoro mi piace e riesco ad apprendere e a lavorare in maniera efficace, a livello di relazioni con i colleghi sia un inferno.
Condivido l’ufficio con altre 5 persone, due di queste sono in maternità quindi non le ho ancora incontrare, altre due sono persone adulte normali, fanno il loro prevalentemente dando quel minimo di confidenza che è utile giusto per passare 5 minuti di pausa caffè, infatti con loro non ho problemi. Ma la mia vicina di scrivania, una ragazza 3-4 anni più giovane di me e con il mio stesso contratto e ruolo, è una serpe. Appena sono arrivata ha provato a interagire con sorrisetti e risatine. Ma sono passati pochissimi giorni, nemmeno un mese da quando ero lì che ha cominciato a ignorarmi. Quando chiedevo qualcosa a livello lavorativo non mi guardava in faccia, a stento rispondeva (e se rispondeva non dava mai risposte esaustive ma sempre molto vaghe), ha cominciato a salutare raramente, non riuscivo a interagire nemmeno a livello personale, è sempre ipercritica nei confronti degli altri (passa metà del suo tempo lavorativo a parlare male di colleghi e clienti con le altre ragazze della sua “gang”, di un altro ufficio, arrivando ad insulti veri e propri). Nel giro di qualche settimana mi ha anche mandato a quel paese per una scaramuccia lavorativa, a cui ho preferito non dar seguito per non immischiarmi in problematiche visto che ero “la nuova arrivata”.
Peccato che la situazione sia peggiorata notevolmente questa settimana: durante una pausa pranzo ha pensato bene di urlarmi addosso offendendomi a livello personale davanti ai colleghi. Ovviamente mi sono sentita umiliata oltre che aggredita. Mi sono chiusa in ufficio con lei cercando di chiarire, ma le cose sono solo peggiorate ulteriormente con offese e urla gratuite. Il risultato è che adesso mi nega completamente saluti, risposte a qualsivoglia domanda (anche in ambito lavorativo) e qualsiasi fatto che possa in qualche modo ammettere che io esista. In poche parole per lei non ci sono. Fine. Oltre questo cerca di farmi anche terra bruciata intorno cercando di impedire in qualsiasi modo che io possa scambiare due chiacchiere con gli altri colleghi (quei pochi che mi considerano, perché ovviamente anche la sua gang ha iniziato a evitarmi nella stessa maniera), tipo invitando tutti a andare a mangiare fuori tranne me. Tutto questo fa in modo che gli ultimi giorni lavorativi siano stati terribili perché nonostante ci fossero molti colleghi io prevalentemente non ho parlato con nessuno.
Torno a casa piangendo tutte le sere, pentendomi della scelta fatta due mesi fa di cambiare lavoro. Non credo di meritare una simile angheria, soprattutto in così poco tempo. Cosa si può conoscere di una persona in due mesi? Soprattutto quando le interazioni sono circoscritte al solo ambito lavorativo? Non credo così tanto da arrivare a generare tanto odio nei miei confronti. Ho provato ad analizzarmi per capire se avessi io sbagliato qualcosa, l’unica risposta è che magari ci sono stati degli atteggiamenti fraintendibili, ma non tali da giustificare una simile reazione.
Il licenziamento sembra quasi necessario, ci sto rimettendo la salute, ma avevo degli obbiettivi per il mio futuro (comprare casa, fare dei figli) e questo lavoro poteva offrirmi i mezzi per poterli raggiungere, rinunciando la strada diventa complicata. Ma se rimango ho paura di cadere nella depressione e nell’autosvalutazione di me stessa, oltre che nella demotivazione. Non so seriamente che fare.

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