Derealizzazione/depersonalizzazione e pensieri intrusivi
Buongiorno.
Sono un ragazzo di 24 anni e il mio problema attuale è la derealizzazione/depersonalizzazione.
Mi sento come se ciò che mi circonda fosse “strano”: conosco i posti in cui mi trovo, ma allo stesso tempo mi sembra strano trovarmici. E spesso non mi sento connesso in modo normale al tempo, le ore passano in modo strano rispetto a prima, e a volte non riesco a sentirmi connesso all’ora attuale.
Inoltre quando sono fuori la mia vista è annebbiata, e questo ovviamente mi crea problemi.
Per descrivere questi stati direi che è come se il mio cervello fosse connesso a una dimensione diversa da quella in cui mi trovo.
O potrei anche dire che è come se mi trovassi in un mondo parallelo: stessi luoghi, ma è come se fossero “estranei”.
Queste sensazioni iniziano la mattina dopo essermi alzato dal letto: mi sveglio e mi sembra di essere ancora in un sogno. Non sono sicuro di essere davvero sveglio.
Questa derealizzazione/depersonalizzazione mi ha portato poi a sviluppare una paura di uscire fuori di casa.
Questo perché quando sono fuori e mi prendono questi stati, ho paura di perdere totalmente il contatto con la realtà e non riuscire più a trovare la via di casa.
La prima volta che provai queste sensazioni, e il panico successivo, fu quando provai a fumare erba per la prima volta. Mi successe poi altre volte che fumassi erba e provassi queste sensazioni.
Un periodo in cui iniziai a provare queste sensazioni in maniera frequente, però, indipendentemente dal fumare erba, fu durante il secondo lockdown nel 2020.
Devo poi aggiungere che sono stato 10 mesi all’estero, e adesso da un paio di mesi sono di nuovo nella mia città, a vivere coi miei.
Da quando sono tornato questi stati di derealizzazione/ depersonalizzazione sono cresciuti sempre di più.
Inoltre questo non è il mio unico problema: nella mia vita ho sempre dovuto lottare con pensieri intrusivi di vario tipo.
Sono stato in terapia per tre anni con una psicologa (che usava un metodo di analisi transazionale) , che è stata di aiuto per affrontare certi problemi della mia vita (avevo iniziato ad andare da lei per problemi di ansia sociale), ma non è stata del tutto risolutiva.
Adesso sto andando da 4 mesi da un secondo psicologo.
L’approccio che questo psicologo adotta con me credo si chiami psicodinamico. Secondo lui, la depersonalizzazione è dovuta a un passaggio fra due “versioni” di me: una che ho sempre adottato, un po’ finta, di ragazzo innocente e vittima, e un’altra che tenevo repressa, una versione “bestiale”, espressione di rabbia repressa.
Secondo questo psicologo, verso i 5 anni decisi di reprimere questa rabbia, che nello specifico era rivolta verso i miei genitori. Provai senso di colpa forte (da lui chiamato dolore di colpa) per la rabbia nei confronti dei miei genitori, e da allora decisi di autoinfliggermi punizioni, sotto forma prima di incubi, poi di pensieri intrusivi, ossessioni, cosa di cui ho sofferto fino ad ora.
Adesso che sto lavorando per far uscire questa parte repressa, secondo lo psicologo il passaggio alla versione di me “bestiale” mi crea confusione e depersonalizzazione.
Per risolvere i miei problemi, con lui lavoro per far uscire fuori la parte bestiale, cercando proprio di esprimere la rabbia, e il senso di colpa successivo, di fronte a lui.
Secondo lui siamo ancora alla punta dell’iceberg del nostro lavoro di terapia, dobbiamo ancora far uscire bene tutto il dolore di colpa che ho, e io voglio fidarmi.
Però allo stesso tempo i dubbi ce li ho, e le sensazioni di depersonalizzazione/derealizzazione persistono e mi inquietano tanto.
Avrei bisogno di pareri da voi esperti. E’ giusto l’approccio del mio psicologo? Migliorerò?
Come superare questa terribile derealizzazione?
Grazie a chi risponderà