Derealizzazione, dissociazione e ansia

Inviata da dino.ambrosio · 11 mar 2021

Buongiorno, vi ringrazio in anticipo per il tempo che dedicherete nel leggere questo post.
Parto dal principio: nel 2017 all'età di 21 anni sono caduto nel tunnel dell'ansia e degli attacchi di panico, sono stato in terapia allungo e sono stato curato con Lexotan massimo 30 gocce al giorno e psicoterapia. In quegli anni il problema era l'insoddisfazione personale, non stavo facendo niente per il futuro, mi preoccupavo solo di aiutare gli altri senza pensare a me stesso. Durante la psicoterapia la mia Psichiatra mi ha consigliato di provare un'esperienza di vita diversa, fare qualcosa per me, cosi presi la decisione di partire per la Spagna per fare l'università e per imparare una nuova lingua. Sono partito nel 2018 e sono stato li per due anni... gli anni più belli della mia vita... piano piano le cose si erano sistemate, vivevo bene, ero sereno e felice. Dopo due anni però ho notato che lo studio di quella determinata facoltà non faceva per me, cosi, a Marzo 2020 durante il primo lockdown, ho trovato il coraggio di dire ai miei genitori che non avrei continuato gli studi. Ci ho messo davvero tanto per maturare questa scelta in quanto sapevo che avrebbe comportato il rientro in Italia, nella mia città, la stessa città che mi ha fatto sentire vuoto e oppresso. Nonostante tutto ho preso il toro per le corna e ho deciso di uscire dalla mia zona di confort (la Spagna) e sono tornato in Italia con un obbiettivo, ossia mettermi in proprio e aprire una mia attività nel giro di un anno. Questa cosa è accaduta e a breve aprirò la mia attività. Da come sono tornato in Italia però ho iniziato ad avvertire delle sensazioni, quelle stesse sensazioni di quando stetti male la prima volta e che tanto temevo di riprovare... ho cercato di ignorarle e di proseguire la mia vita con serenità, ma, di punto in bianco ho iniziato ad avvertire delle sensazioni di de-realizzazione e di de-personificazione... percepivo la realtà come una cosa a parte, sembrava che stessi vivendo la vita dal di fuori... parlavo con le persone e sembrava che fossi un robot che fosse tutto reimpostato.. i miei comportamenti, le mie risposte, il mio modo di essere... sentito che mi stavo perdendo... cosi ho deciso di tornare dalla mia terapeuta (che nel corso degli anni trascorsi in Spagna ho sempre sentito nei periodi più neri) e le ho raccontato tutto quanto. Da un anno a questa parte sono cambiate tante cose nella mia vita, anche la situazione familiare... sono partito che ho lasciato una realtà e sono tornato che ne ho trovato un'altra ossia mia madre che ha avuto e continua ad avere tanti problemi di salute (e sta a casa da un anno ormai, invece prima lavorava ed era sempre brillante) e mio papà che è andato in pensione e anche lui è sempre stato un grande lavoratore dalla mattina alla sera... La malattia di mia madre non l'ho mai vista come causa del mio malessere perche cercavo di evitare la situazione, forse non la accettavo, forse non mi andava di realizzarla, ma notavo che stare in casa mi appiattiva, cosi ho cercato di impegnarmi le giornate e di stare fuori il più tempo possibile e in questo modo l'estate è andata benino, alti e bassi, in linea di massima comunque è andata dignitosamente. Arrivati a settembre/ottobre dove le giornate iniziavano a diventare più cupe e più monotone ho accusato nuovamente il malessere di cui parlavo prima... la sensazione di de-realizzazione e de-personificazione c'è sempre stata anche durante l'estate ma cercavo di non dargli peso... proprio perche notavo che stare solo mi portava a stare in questo stato cercavo di circondarmi di persone, di amici con cui passare le giornate e le serate, come se stessi evitando qualsiasi tipo di situazione, come se stessi evitando me stesso... piano piano le cose sono migliorate fino a qualche giorno fa che ho avuto un crollo pesantissimo.. sono tornato in terapia e la mia psichiatra mi ha detto che è restia nel darmi il farmaco antidepressivo perché mi conosce e sa che sono un ipocondriaco di natura, indi per cui avrei tutti gli effetti collaterali possibili e immaginabili... ora non so bene cosa fare, ho paura di perdermi di nuovo, ho paura di cadere di nuovo nel baratro e di perdere nuovamente un anno della mia vita e ormai non me lo posso più permettere perché se tutto va bene lunedì prossimo devo aprire la mia attività e devo essere super concentrato sul lavoro.
Ieri la mia psichiatra mi ha prescritto di nuovo il Lexotan con 12 gocce al mattino e 12 gocce alla sera, ieri sera le ho prese e mi sono addormentato alle 23.00 circa (io solitamente non prendo sonno prima delle 01.30-02.00 del mattino) e stanotte, dopo anni che non accadeva, ho sognato, ma ho sognato "male" ossia dei sogni confusi che non mi hanno fatto riposare bene e ricordo che questa cosa mi è successa anche in passato... non so cosa mi stia accadendo, so solo che non voglio tornare al punto di partenza e stare nuovamente male perche la vita è una cosa meravigliosa e dopo quell'anno in cui sono stato male ho riscoperto la bellezza di vivere, di stare con gli amici, con la fidanzata e con la famiglia, sento che mi sto di nuovo appiattendo e che sto perdendo l'interesse per tutto anche se mi sto sforzando tantissimo affinché questo non accada...
Cosa mi consigliate? Attendo i vostri pareri perché comunque sentire più opinioni credo possa essere un aiuto. Grazie infinite a chiunque risponda.

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Miglior risposta 12 MAR 2021

Gentile Dino,
capisco le sue preoccupazioni. Sicuramente ha fatto bene a chiedere un supporto. Probabilmente ci sono state tante risorse che ha sviluppato in sè stesso quando si è trasferito in Spagna, oltre all'allontanamento dalla sua città di origine, che le hanno permesso di stare bene. Affrontare le proprie preoccupazioni e le proprie paure è sempre la migliore strategia rispetto all'evitamento. Aprire la porta verso i suoi pensieri negativi le farà vedere anche i modi per uscirne, trovando la strada più funzionale per lei. Continui con il percorso di psicoterapia e provi a riflettere su ciò che l'ha aiutata dentro di lei la volta precedente che ha avuto gli stessi sintomi. Anche l'apertura della sua nuova attività, sebbene ora sia una preoccupazione, può rivelarsi una grande risorsa per raggiungere il suo scopo di ritrovare l'equilibrio desiderato... deve "solo" riuscire a ribilanciare le varie aree della sua vita!
Le faccio un grande in bocca al lupo per il suo percorso e per la sua nuova attività.
Dott.ssa Sabrin Amer

Dott.ssa Sabrin Amer Psicologo a Scandicci

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15 MAR 2021

Caro Dino, quello che ci racconti di te stesso è particolarmente importante per farsi un'idea della tua sofferenza. E mi pare di cogliere, come punto centrale e nodale di tutto il complesso di sintomi che ti tormenta, il bisogno tuo di essere padrone e artefice della tua vita, di sentire che ne sei tu il responsabile e la guida. Mi pare che i sintomi si presentino appena tu avverti che l'artefice, in qualche modo, non sei più tu: infatti, in un primo passaggio ci dici che la psichiatra ti ha consigliato di fare qualcosa per te, "un'esperienza di vita diversa". A un certo punto hai preso Tu la decisione di rientrare in Italia, ma dici "percepivo la realtà come una cosa a parte, sembrava che stessi vivendo la vita dal di fuori... parlavo con le persone e sembrava che fossi un robot che fosse tutto reimpostato". Insomma mi sembra che ogni volta che tu senti che le scelte di vita non sono le tue, che non ti trovi nella realtà che Tu vorresti, scatta la sintomatologia. E' ovvio che l'instaurarsi dei sintomi nasce dalla struttura della tua personalità, dai tuoi specifici meccanismi, ma è altrettanto evidente che la manifestazione sintomatologia si verifica solo in specifiche condizioni. Ti consiglio di proseguire la terapia, in modo da prendere coscienza dei meccanismi più profondi ed essere il soggetto che decide della propria vita, cosa che per te è di primaria e vitale importanza.

Dott. Vincenzo Crupi Psicologo a Palermo

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15 MAR 2021

Purtroppo non dice la sua età, che cmq potrei dedurre sia nella seconda metà del decennio 20-30. Lei ha chiaramente un disturbo della sfera ansioso/fobica. Questi disturbi, psicoterapia a parte e insostituibile, andrebbero curati non con benzodiazepine (come il Lexotan) ma con antidepressivi serotoninergici. Se la collega ritiene di non darglieli è probabile che abbia i suoi motivi, anche se dal suo messaggio non si evincono. Chieda una seconda opinione a qualcun altro. Buone cose

Dott. Pier Luigi Rocco Psicologo a Udine

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12 MAR 2021

Buongiorno Dino,
innanzitutto voglio complimentarmi con te rispetto ai grandi traguardi raggiunti. Nella fascia d'età da te descritta, che è quella dei primi anni universitari, è molto frequente provare stati di ansia più o meno importanti rispetto al proprio futuro e alla direzione che si va ad intraprendere.
Non è facile per chi ne soffre in maniera particolare, fare le valigie e ricominciare una nuova vita in un posto nuovo, che poi è diventato per te una zona di comfort. Così come non è semplice capire che non si sta andando nella direzione giusta e decidere di cambiare le cose, di nuovo.
Il tuo percorso ti dimostra che hai le risorse per prendere in mano la tua vita e per gestirla in maniera consapevole. Sei anche arrivato a capire che ci sono elementi nel tuo nucleo familiare che in qualche modo riaccendono il tuo malessere. Quando parli delle sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione, sarebbe il caso di capire l'entità di questi sintomi e le situazioni che le vanno a scatenare. Sarebbe poi il caso di approfondire il tuo umore, i tuoi livelli di attività e tante altre variabili che qui non possono essere passate in rassegna.
Rispetto ai cambiamenti familiari, anch'essi sono comuni a tutti, i genitori stessi devono prendere dimestichezza con essi: l'uscita di un figlio da casa, la fine della carriera professionale, il sopraggiungere di una malattia. Tutti elementi che possono portare crisi ma prefigurano nuovi equilibri.
Il mio consiglio è quello di provare a ricominciare un percorso di psicoterapia ed elaborazione, per evitare che la terapia consista "solo" nell'assunzione di ansiolitici, che per definizione rappresentano solo una cura sintomatica. Andare alla ricerca delle cause con l'aiuto di un professionista ti può permettere di guardare la situazione in maniera più chiara, definendo obiettivi di benessere precisi che ti faranno capire qual è la direzione giusta da prendere.
In bocca al lupo e non mollare!
Dottoressa Bono

Dott.ssa Cinzia Bono Psicologo a Torino

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